Inserire immediatamente il Salento, insieme con le altre zone colpite da Xylella e comprese nella zona infetta, fra le zone svantaggiate, cioè tra le aree a cui sono riconosciute alcune misure specifiche per il rilancio produttivo, la ricostruzione economica e il sostegno alla ripresa. È quanto chiede Cia Puglia a favore delle aree più danneggiate da Xylella fastidiosa subsp. pauca ceppo ST53.
Per Cia Puglia danni da Xylella permanenti e strutturali
«A dieci anni dall’invasione del batterio, con 22 milioni di olivi completamente distrutti, i danni sono ormai permanenti, strutturali, in un territorio di 750.000 ettari dove il potenziale produttivo olivicolo è stato azzerato e il paesaggio annientato – dichiara Gennaro Sicolo, presidente regionale di Cia Puglia e vicepresidente nazionale di Cia Agricoltori Italiani –.
I Comuni, la Regione Puglia e il governo nazionale, ognuno per le proprie competenze e prerogative, facciano in modo che il Salento e le altre aree più colpite siano considerate zone svantaggiate e possano utilizzare le misure speciali per risalire la china».
Avversità che fanno del Salento zona svantaggiata
L’inserimento del Salento e degli altri territori più danneggiati fra le zone svantaggiate è un’urgenza assoluta, aggiunge Emanuela Longo, direttrice provinciale di Cia Salento.
«Occorre che la decisione sia assunta nel più breve tempo possibile, affinché possano dispiegarsi velocemente gli effetti di azioni, programmi, agevolazioni e misure che diano ossigeno a questi territori.
Le particolari avversità che attanagliano il Salento, come la lontananza dai mercati dell’Europa centrale, con assenza di centri intermodali di carico in entrata e in uscita, il disastro del disseccamento degli olivi e la mancanza di ricambio generazionale possono configurare il Salento quale zona svantaggiata e depressa, in quanto in nessuna parte d’Europa esistono queste condizioni tanto avverse quanto invalidanti per lo sviluppo socio-paesaggistico agricolo.
L’inserimento del Salento e degli altri territori colpiti nella zona svantaggiata potrebbe portare, almeno in parte, quanto è necessario e urgente per rilanciare davvero queste aree, per ricostruire un potenziale produttivo, commerciale, economico e occupazionale».
Ridare vita a un territorio che sembra senza passato
«Ciò che è successo nel Sud della Puglia è spaventoso – conclude Sicolo –. In 10 anni si è passati da un’area di 25mila ettari colpita dal batterio agli attuali 750mila ettari, con 22milioni di piante d’olivo completamente “bruciate” dalla Xylella, che avanza 10 chilometri l’anno. È necessario ridare vita a questo territorio che sembra non avere avuto mai un passato».