Due importanti provvedimenti per il comparto olivicolo-oleario sono stati approvati dalla Conferenza Stato-Regioni.
- In primo luogo il decreto da 30 milioni di euro per il rilancio della filiera olivicolo-olearia.
- In secondo luogo il decreto attuativo che stabilisce le linee guida e gli indirizzi sui requisiti e standard minimi di qualità per l’esercizio dell’attività oleoturistica.
Conferenza Stato-Regioni ok a decreto per rilancio filiera
Il decreto da 30 milioni di euro definisce i criteri e le modalità di concessione di contributi per il sostegno e lo sviluppo della filiera olivicolo-olearia per favorire l’aggregazione nel comparto, incrementare la produzione nazionale di olive, aumentarne la sostenibilità complessiva, con particolare riguardo alla salvaguardia e allo sviluppo delle aree svantaggiate.
Per Francesco Battistoni, sottosegretario alle Politiche agricole, alimentari e forestali, «si tratta di un provvedimento che il Mipaaf ha fortemente voluto perché costituisce un ulteriore sostegno agli olivicoltori. Le risorse del “Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura” sono destinate, per il 2021, al comparto olivicolo-oleario nella misura di 30 milioni di euro, di cui
- 10 per il sostegno di investimenti in nuovi impianti
- e 20 per il sostegno di investimenti nell’ammodernamento di impianti esistenti.
Gli aiuti verranno concessi nel rispetto dei massimali previsti dalla normativa europea in materia di aiuti “de minimis” nel settore agricolo per un massimo di 25mila euro a impresa. Possono beneficiarne olivicoltori associati a organizzazioni di produttori riconosciute, fino al 70% delle spese ammesse. Sarà Agea a stabilire le modalità per la presentazione di domande di sostegno attraverso una circolare attuativa».
Sostegno a investimenti su nuovi e vecchi impianti
Innovare la filiera olivicolo-olearia nazionale è fondamentale per risollevarla dalla sofferenza in cui versa. Così Giuseppe L’Abbate, deputato membro della Commissione Agricoltura ed ex sottosegretario al Mipaaf, commenta l’intesa raggiunta sul decreto di sostegno al comparto.
«Attraverso i fondi per la meccanizzazione previsti dal Pnrr potremo rinnovare i frantoi in modo più sostenibile. Invece con il decreto interveniamo per ammodernare gli impianti olivicoli. Gli investimenti in nuovi impianti prevedono l’obbligo di conduzione in irriguo, l’adozione di sistemi di agricoltura di precisione con sensori di campo e l’utilizzo di cultivar italiane. L’ammodernamento degli oliveti con età pari o superiore a 40 anni prevede l’infittimento, il reimpianto e la riconversione varietale, interventi di potatura straordinaria e la realizzazione di sistemi irrigui a goccia. Questo sostegno è un’importante opportunità per il rinnovo della filiera olivicolo-olearia, nell’attesa che vengano effettivamente spesi i 300 milioni di euro stanziati per il rilancio dell’olivicoltura pugliese, cuore della produzione nazionale ma disastrata dalla Xylella fastidiosa».
Oleoturismo valorizza lavoro dell’olivicoltore-custode
L’oleoturismo darà nuove opportunità al comparto olivicolo-oleario nazionale, attraverso un’offerta enogastronomica ed esperienziale più professionale. Così il presidente della Commissione agricoltura, Filippo Gallinella, si esprime sul decreto che stabilisce le linee guida e gli indirizzi sui requisiti e gli standard minimi di qualità per l’esercizio dell’attività oleoturistica.
«Sin dalla norma inserita nella Legge di Bilancio 2018, abbiamo contribuito alla stesura del decreto, ora in dirittura d’arrivo, con un costante confronto con gli operatori. In Italia abbiamo una realtà capillare ma frammentata che, a volte, non riesce a garantire un adeguato reddito. Produciamo appena la metà dell’olio che consumiamo, con rilevanti esportazioni, piccoli appezzamenti e numerosi frantoi sparsi per il territorio. Se iniziamo a ragionare con politiche commerciali non più rivolte alla vendita allo scaffale ma dirette al consumatore, trascinandolo nella storia, nel gusto e nella enorme biodiversità dei nostri oli potremo garantire un reddito dignitoso anche a chi possiede solo un ettaro. È questa la grande sfida che ci attende per valorizzare il lavoro dell’agricoltore custode del proprio territorio».
Adesso le Regioni devono attivarsi, aggiunge Gallinella, per allineare le proprie normative locali alle linee guida del decreto affinché vi sia un minimo comune denominatore in tutta Italia, riconoscibile attraverso il logo distintivo. «La norma attuativa sull’oleoturismo può servire da slancio a un comparto da tempo in sofferenza: unita a nuove strategie di vendita e alle risorse del Pnrr per l’innovazione dei frantoi, può portare valore aggiunto distribuito sull’intero territorio italiano vocato all’olivicoltura. Solo valorizzando i prodotti d’eccellenza, potremo dare opportunità commerciali all’agroalimentare made in Italy che, altrimenti, scontando costi maggiori, è relegato a subire la concorrenza e le logiche di mercato degli altri Paesi».