Lecciana e Leccio del Corno, altre due cultivar per impianti in zona infetta

lecciana leccio del corno
Fruttificazione di Lecciana®, che produce oli dotati di ottime caratteristiche organolettiche e nutraceutiche
La loro disponibilità è stata resa nota in un incontro organizzato dal Servizio fitosanitario della Regione Puglia, che ha anche fatto il punto sullo stato di avanzamento del Piano straordinario di rigenerazione olivicola

Alle cultivar, Favolosa (Fs-17) e Leccino, già utilizzabili per i reimpianti di olivi in zona infetta da Xylella fastidiosa subsp. pauca ST53, perché resistenti al batterio, sono state aggiunte altre due: Lecciana e Leccio del Corno. Per il reimpianto di olivi nella zona infetta dei 222 milioni di euro richiesti, ai fini dell’articolo 6 del Piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia, finora sono stati stanziati 80 milioni, dei quali 50 già impegnati e 9 spesi. Sono le novità emerse da una riunione organizzata dal Servizio fitosanitario della Regione Puglia, a cui hanno preso parte le organizzazioni professionali agricole, per discutere dell’avanzamento del Piano di rigenerazione olivicola e delle misure di sostegno agli agricoltori. A queste novità si aggiunge la recente estensione da tre a cinque anni degli indennizzi agli olivicoltori della zona infetta per i danni causati dal batterio ai loro olivi e quindi al loro reddito.

Lecciana e Leccio del Corno coltivabili in zona infetta

Lecciana
Olivi in agro di Foggia della cultivar Lecciana®, frutto del miglioramento genetico realizzato congiuntamente da Università di Bari e Agromillora Research

D’ora in poi gli olivicoltori potranno impiantare altre due cultivar di olivo in zona infetta: la Lecciana (resistente al batterio) e la Leccio del Corno (tollerante al batterio).

La Lecciana® è una nuova cultivar di olivo da olio a medio-bassa vigoria, frutto del miglioramento genetico realizzato congiuntamente da Università di Bari e Agromillora Research.

È la prima cultivar con parentale italiano che si possa adattare in pieno ai sistemi colturali ad altissima densità anche di seconda generazione (SHD 2.0). Questa cultivar ha Arbosana come parentale materno e Leccino come parentale paterno, perciò ha preso i punti di forza di entrambe: la riduzione della vigoria, l’entrata in produzione al secondo anno e la grande qualità dell’olio.

Leccio del Corno
Giovane impianto di Leccio del Corno in Molise

La Leccio del Corno è una varietà di olivo proveniente dalla Toscana, diffusa soprattutto nel Centro Italia.

Ha pianta mediamente vigorosa, con portamento ampio e chioma fitta.

Questa cultivar tradizionale italiana è caratterizzata da produttività media e un poco alternante e resa media in olio (19%), che si presenta mediamente fruttato, lievemente piccante e dal retrogusto amaro, con un buon contenuto in polifenoli.

Reimpianto in zona infetta con cultivar resistenti

La Misura 6 del Decreto interministeriale n. 2484 del 6 marzo 2020 sostiene il reimpianto di cultivar di olivi resistenti alla Xylella ed è finalizzata al ripristino del potenziale produttivo danneggiato dalla fitopatia. Destinatari della misura sono i proprietari di terreni, agricoltori e imprenditori, in forma singola o associata, situati nella zona infetta secondo la demarcazione individuata dalla Determinazione del Dirigente dell’Osservatorio fitosanitario del Dipartimento Agricoltura Sviluppo Rurale e Ambientale della Regione Puglia n. 59 del 21 maggio 2019 (Aggiornamento delle aree delimitate alla Xylella fastidiosa).

Per i beneficiari imprenditori agricoli i contributi sono calcolati in base alle condizioni previste dalla Misura 5.2 del Psr Puglia. Per i soggetti, invece, che non svolgono attività economica, è previsto un sostegno sulla base dei costi sostenuti e del numero delle superfici impiantate.

Estensione degli indennizzi da tre a cinque anni

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Il Consiglio regionale pugliese ha approvato all’unanimità l’estensione da tre a cinque anni degli indennizzi per la calamità Xylella

Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità l’estensione da tre a cinque anni degli indennizzi per la calamità Xylella, un passo fondamentale per dare liquidità agli agricoltori salentini schiacciati dall’epidemia causata dal batterio.

Per dare attuazione a tale decisione occorre, però, lo stanziamento di risorse specifiche da parte del governo, derogando alla normativa vigente sugli indennizzi per le calamità naturali.

Il Mipaaf con decreto del 13 luglio 2022 aveva riconosciuto la Xylella fastidiosa come calamità naturale. Ma la legge 102 del 2004 limita a soli tre anni gli indennizzi alle aziende agricole colpite da calamità. Da qui la richiesta di ampliare questo termine, considerato che la Xylella affligge il territorio salentino da ben 11 anni, ed è necessario ampliare il fondo destinato a ristorare gli olivicoltori che non producono reddito dal 2013.

Confagricoltura : «Passi in avanti, ma tempo scorre…»

Luca Lazzàro
Luca Lazzàro

«La Puglia attende risposte concrete sul Piano di rigenerazione degli olivi colpiti dalla Xylella – commenta il presidente di Confagricoltura Puglia, Luca Lazzàro –. Bene i passi in avanti, ma il tempo scorre e ancora non si hanno evidenze scientifiche definitive su possibili cure o soluzioni di carattere scientifico. Questo preoccupa molto, soprattutto in considerazione del coinvolgimento di altre coltivazioni.

È fondamentale continuare a tenere alta la guardia sul monitoraggio e la lotta al vettore. La Puglia lo sta facendo, con un rallentamento dell’avanzata della Xylella rispetto al passato. Tuttavia, la lotta al vettore non può essere solo a carico degli agricoltori: serve il sostegno di tutti, con adeguati interventi economici. Il costo dei trattamenti fitosanitari obbligatori pesa notevolmente sul bilancio delle aziende agricole e riduce il margine sul prezzo di vendita dell’olio di oliva. Per questo motivo, è fondamentale sostenere i produttori delle zone di contenimento con interventi economici mirati. Produrre olive da olio in una delle zone di contenimento della Xylella arriva a costare anche il 50% in più rispetto a impianti che si trovano lontani dalle zone infette.

Lecciana e Leccio del Corno, altre due cultivar per impianti in zona infetta - Ultima modifica: 2024-04-04T10:57:37+02:00 da Giuseppe Francesco Sportelli

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