Il 2023 non sarà l’anno della ripresa produttiva per la filiera olivicola spagnola, dopo il record negativo dell’anno precedente, con 663.000 tonnellate di olivo di oliva (dati Direzione Generale per l’Agricoltura e Sviluppo Rurale, commissione Europea), il minimo dell’ultimo decennio. Perdurano, infatti, gli effetti della siccità, che interessa soprattutto la parte meridionale della Spagna ed in particolare l’Andalusia.
Le precipitazioni accumulate dal 1° ottobre 2022 alla fine di maggio 2023 sono state inferiori di quasi il 30% rispetto a quelle registrate nello stesso periodo dell’anno precedente che già era stato caratterizzato da un andamento estremamente secco. Le piogge dell’inizio del mese di giugno, hanno dato un piccolo sollievo agli olivicoltori, ma non sono state sufficienti a recuperare gli effetti che la lunga siccità hanno avuto sulla fioritura e quindi sul potenziale produttivo e, più in generale, sul ripristino delle riserve idriche.
Queste condizioni straordinarie hanno inevitabili risvolti sul mercato e sui prezzi che, per la rilevanza della produzione spagnola a livello mondiale, si ripercuotono su tutto il mercato globale dell’olio di oliva.
Il governo spagnolo ha già messo in atto misure urgenti per alleviare le difficoltà di agricoltori e allevatori. Tra questi, lo stanziamento di 636 milioni di euro di aiuti diretti, di cui 355 milioni per gli il settore zootecnico, 276,7 milioni per gli agricoltori e 5 milioni per gli apicoltori.
Sotto la spinta della Spagna e anche di altri paesi europei afflitti da simili problematiche, la Commissione europea ha stanziato un pacchetto di aiuti per 330 milioni di euro, di cui 81 milioni per la Spagna, specificatamente per rispondere alle difficoltà degli agricoltori causate dagli eventi climatici estremi e dal generale aumento dei prezzi.
