Nuovo piano olivicolo: svolta o illusione? Ecco cosa cambia per il settore

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Il Piano olivicolo promette più produzione, meno costi e maggiore qualità per rilanciare il settore olivicolo italiano. Tra incentivi, certificazioni e lotta alla Xylella, basterà per ridare competitività al made in Italy?

Il settore olivicolo italiano è in crisi o in ripartenza? La risposta potrebbe trovarsi nel nuovo Piano di Settore Olivicolo-Oleario, presentato dal Ministero dell’Agricoltura al SOL di Verona. Un documento che traccia la strategia per i prossimi anni e che promette interventi concreti su competitività, sostenibilità e qualità. Ma cosa significa davvero per produttori e consumatori? Vediamolo punto per punto.

Produzione in calo, ma c’è spazio per crescere

I numeri parlano chiaro: la produzione italiana di olio d’oliva è in sofferenza, con un calo del 26% nel 2024 rispetto al 2023. Il consumo nazionale supera costantemente la produzione, costringendo l’Italia a importare più di quanto esporti. Una dipendenza dall’estero che il nuovo Piano vuole ribaltare con un obiettivo ambizioso: aumentare la produzione del 25% nei prossimi 7-10 anni. Come? Attraverso:

  • espianto e reimpianto di oliveti,
  • aumento delle rese unitarie,
  • recupero degli oliveti abbandonati.

Un cambio di passo necessario per riportare l’Italia a giocare un ruolo da protagonista nel mercato mondiale.

Meno costi, più redditività: la rivoluzione produttiva

L’olivicoltura italiana è costosa. Il Piano prevede interventi mirati per ridurre i costi del 20% nel medio termine, puntando su:

  • formazione della manodopera specializzata,
  • aggregazione tra produttori per condividere attrezzature e risorse,
  • adozione di sistemi Dss (Decision Support System) per ottimizzare trattamenti e gestione agronomica.

L’obiettivo? Rendere più competitiva la produzione italiana rispetto ai giganti spagnoli e tunisini, oggi più convenienti sui mercati internazionali.

Xylella, un nuovo piano per arginare la piaga

La Xylella continua a minacciare gli oliveti italiani, in particolare in Puglia. Il Piano prevede un’accelerazione nella lotta al batterio con:

  • snellimento della burocrazia per interventi rapidi,
  • incentivi alla ricerca su varietà resistenti,
  • miglioramento delle strategie di eradicazione e monitoraggio.

La sfida è fermare la diffusione del patogeno e ripristinare le superfici colpite, prima che sia troppo tardi.

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Qualità o quantità? Il dilemma del mercato

L’Italia ha sempre puntato sulla qualità, ma è sufficiente? Il Piano vuole spingere il concetto di “Evo di Alta Qualità”, un nuovo sistema di certificazione per valorizzare gli oli di eccellenza. Tra le novità:

  • disciplinari semplificati ma rigorosi,
  • maggiore flessibilità sull’uso di marchi e loghi,
  • monitoraggio costante del mercato per adeguare l’offerta alla domanda.

Un passo importante per distinguere l’olio italiano nel panorama globale e combattere la concorrenza sleale.

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Organizzazione interprofessionale unica, finalmente unione nel settore?

Una delle mosse più attese è la creazione di un’unica Organizzazione Interprofessionale (OI) per il settore olivicolo. L’idea è replicare il modello spagnolo, unificando la filiera e migliorando il dialogo tra tutti gli attori, dalla produzione alla distribuzione. Questo potrebbe portare a:

  • maggiore potere contrattuale per i produttori,
  • miglior programmazione della produzione e del mercato,
  • riduzione delle speculazioni sui prezzi.

Un progetto ambizioso, ma necessario per dare stabilità al settore.

Olive da mensa: dalla cenerentola al nuovo business?

L’Italia importa più olive da mensa di quante ne produca. Un paradosso che il Piano vuole superare con una crescita del 25% in dieci anni. Come?

  • Maggiore sostegno alle produzioni Dop e Igp,
  • incentivi agli impianti dedicati,
  • creazione di un osservatorio per monitorare il settore.

Un’occasione per valorizzare un comparto finora trascurato e aumentare il valore della produzione nazionale.

Accordi di filiera: più coesione, meno incertezze

La filiera olivicola è frammentata, con molti piccoli produttori che faticano a ottenere prezzi remunerativi. Il Piano punta sugli Accordi di Filiera, favorendo la sottoscrizione di contratti quadro tra produttori e industria. Tra i vantaggi:

  • prezzi più stabili e sicuri,
  • maggiore valorizzazione degli oli 100% italiani, Dop e Bio;
  • rafforzamento del ruolo delle Op e Aop.

Un meccanismo che potrebbe migliorare la redditività del settore, garantendo maggiore sicurezza agli operatori.

Promozione: olio evo, da prodotto di nicchia a star della salute

Negli ultimi anni, l’olio extravergine ha guadagnato riconoscimento come alimento benefico per la salute. Il Piano vuole sfruttare questa consapevolezza con campagne informative rivolte ai consumatori, per far comprendere il valore nutrizionale e qualitativo dell’olio italiano. Obiettivo? Aumentare la domanda interna e l’export, valorizzando il made in Italy.

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Un piano strategico per il rilancio dell’olivicoltura italiana

Il nuovo Piano di Settore Olivicolo-Oleario rappresenta una risposta concreta alle sfide che il comparto olivicolo italiano sta affrontando. Le dichiarazioni delle istituzioni sottolineano l’importanza di una visione strategica e condivisa per il futuro del settore.

Il sottosegretario all’Agricoltura, Giacomo La Pietra, ha evidenziato la necessità di un piano operativo efficiente, sottolineando come la performance produttiva italiana sia in calo strutturale mentre la competizione tra i Paesi del Mediterraneo diventa sempre più intensa.

Il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, ha affermato che iniziative come quella di SOL2EXPO contribuiscono a valorizzare l’olio italiano, sottolineando l’importanza di stabilire prezzi giusti che riflettano l’eccellenza del prodotto.

Le linee guida del Piano, che mirano ad aumentare la produzione del 25% in un decennio, incentivando nuovi impianti nelle zone vocate e l’ammodernamento degli oliveti obsoleti, rappresentano un passo significativo verso il rilancio del settore.

La collaborazione tra istituzioni, produttori e associazioni di categoria sarà fondamentale per tradurre queste linee guida in azioni concrete, garantendo un futuro prospero all’olivicoltura italiana.

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Nuovo piano olivicolo: svolta o illusione? Ecco cosa cambia per il settore - Ultima modifica: 2025-03-13T10:59:52+01:00 da Barbara Gamberini

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