Nonostante il mercato delle Dop e delle Igp sia quello che tutela le produzioni di qualità degli oli extravergini, è ormai chiaro che ancora manca una corretta comunicazione verso il consumatore e che il lavoro da svolgere sia ancora molto. Alcuni dati Ismea hanno evidenziato ad esempio che, il 10% dei consumatori reputa che non ci sono differenze tra olio d’oliva e Evo.
Per quanto questo sia un dato su cui riflettere è anche vero che negli ultimi venti anni sono stati fatti molti passi avanti nella comunicazione verso l’olio di qualità, ma nonostante questo il consumatore davanti a uno scaffale del supermercato non è in grado di reperire informazioni chiare riguardo all’origine, al gusto, alle caratteristiche nutrizionali o al sistema di garanzia e di qualità di un determinato olio, basando spesso la scelta in base al prezzo.
“Tuscan sounding”, un elemento su cui riflettere
L’olio è uno dei prodotti che presenta un alto numero di contraffazioni e imitazioni, insieme ad altri prodotti tipici del made in Italy. La falsificazione del prodotto rappresenta sicuramente un problema, ma come spiega Fabrizio Filippi, presidente del Consorzio di tutela dell’olio extravergine Igp Toscano, ci indica quanto è importante questa produzione in relazione al territorio Toscano.
Selezione degli oli evo della Toscana 2024
L’8 aprile 2024 è stato presentato il Catalogo della “Selezione degli oli extravergini di oliva Dop e Igp della Toscana 2024”. Questa iniziativa ha come obiettivo quello di promuovere i migliori oli Dop e Igp della Toscana. Durante l’incontro, promosso da Regione Toscana insieme alla Camera di Commercio di Firenze sono stati affrontati temi inerenti alle prospettive del settore olivicolo e alle attività svolte dai consorzi di tutela per la valorizzazione degli oli.
«Per anni abbiamo puntato su alcune delle caratteristiche dei nostri oli, come le varietà toscane, ora quando vai al supermercato la varietà riportata su una etichetta diventa superiore come richiamo a Dop/Igp» dichiara Gionni Pruneti, Presidente del Consorzio del Chianti Classico, durante la presentazione del Catalogo della Selezione degli oli extravergini di oliva Dop e Igp della Toscana 2024.
Valorizzazione dell’olio toscano
«Negli ultimi venti anni la Toscana è stata brava a capire come produrre un olio qualitativamente migliore, ma senza riuscire a comunicare quale è l’effettivo legame tra l’olio e il suo territorio di origine», continua Gionni Pruneti. A questo proposito basti pensare al contenuto di polifenoli e di acido oleico. Ormai sappiamo benissimo che esistono varietà italiane e non, che hanno un contenuto di polifenoli (come ad esempio la Coratina) e acido oleico nettamente superiore alle varietà toscane.
Adesso però gli scenari produttivi stanno cambiando a livello italiano e internazionale con l’incremento di oliveti superintensivi e con la diffusione di nuove varietà. Dunque, si apre uno scenario diverso per cui la valorizzazione dell’olio toscano dovrà basarsi su altri aspetti.
Il branding di un prodotto, infatti, non potrà fare riferimento semplicemente a un logo, ma dovrà inevitabilmente legarsi a un processo di caratterizzazione che include non sono la materialità di un prodotto, ma anche tutti quei valori che il prodotto stesso porta come il territorio e la tradizione.