5.250.000 tonnellate di olive da molire e 1.050.300 tonnellate di olio di oliva, con una riduzione del 5,5% rispetto alla produzione di olio d’oliva del 2020 e del 4,5% rispetto alla produzione media delle ultime cinque campagne. E poi 438.700 tonnellate di olive da tavola, con un calo del 9,7% rispetto al 2020 e del 7,6% rispetto alla media degli ultimi cinque anni. Sono le previsioni di produzione per l’annata 2021-2022 in Andalusia. Le ha presentate la consigliera per l'Agricoltura, l'allevamento, la pesca e lo sviluppo sostenibile della Comunità autonoma di Andalusia, Carmen Crespo, alla ventesima edizione della Fiera internazionale dell'olio extravergine di oliva e delle industrie affini – Expoliva 2021 di Jaén.
Olio d’oliva, differenza fra le province andaluse
Il calo di produzione dell’olio d’oliva non è però previsto uniforme in tutte le province andaluse, anzi la produzione prevista appare molto disuguale, con aumenti nella provincia di Almeria (+22,8%) e in quella di Cadice (+19,5%) e cali in altre come quella di Jaén. «Nel territorio di quest’ultima, principale produttore mondiale di olio di oliva, si stima una produzione di 480.000 tonnellate di olio d’oliva, con una resa media del 21,5%. Ciò significa un calo dell’8,4% rispetto alla produzione finale della scorsa campagna e del 3,7% rispetto alla media degli ultimi cinque anni».
Andalusia su annata 2021-2022 pesa la siccità
Queste previsioni, ha sottolineato Crespo, sono il frutto di un’analisi obiettiva e affidabile curata da esperti del comparto e si differenzieranno dalla produzione effettiva per non più del 10%. «Si tratta di una stima, il risultato produttivo finale dipenderà dall’andamento climatico dei prossimi mesi. Anche l’olivicoltura andalusa è attualmente condizionata dalla mancanza di piogge: la siccità e le alte temperature si riflettono sulla vita dell’oliveto. Speriamo che le piogge autunnali migliorino la situazione e facciano variare in meglio le stime che oggi presentiamo».
L’olivo, coltura fondamentale per l’Andalusia
La stima di produzione conferma tuttavia quanto l’olivo sia una coltura fondamentale per l’Andalusia. «Il “Marchio Spagna” si identifica con il “Marchio Andalusia” perché il 97% delle città andaluse hanno un’area dedicata all’olivo e circa 300 città vivono di oliveti. La superficie olivicola andalusa ammonta a 1,6 milioni di ettari ed è dedicata, principalmente, alla produzione di olio d'oliva (1,5 milioni di ettari), mentre solo il 6% (98.700 ettari) è destinato all'ottenimento di olive da tavola».
Crespo ha altresì evidenziato «la forza trainante del settore agroalimentare andaluso, attualmente leader nel mercato mondiale con una crescita del 14% delle esportazioni di olio di oliva nei primi sette mesi del 2021 rispetto allo stesso periodo del 2020. Le esportazioni di olio d’oliva hanno raggiunto un valore di 1.500 milioni di euro e, in particolare, quelle di olio extravergine di oliva sono aumentate del 12% raggiungendo 943 milioni di euro».
Andalusia leader anche per le olive da tavola
Inoltre, ha aggiunto Crespo, «l’Andalusia è leader anche nell’esportazione di olive da tavola, che nel 2020 ha raggiunto le 280.000 tonnellate per un valore di 400 milioni di euro. La provincia di Siviglia guida la produzione di olive da tavola. Per essa si prevede un calo del 10,6% rispetto alla scorsa stagione, per quella di Malaga addirittura del 24,8%, mentre per Córdoba ci sarà un aumento del 5,6%».
