La Conferenza Stato-Regioni del 12 giugno 2014 ha espresso parere favorevole sul documento riguardante gli aiuti accoppiati 2015-2020, con il voto contrario del Veneto. Quindi non è stata raggiunta l’unanimità, poiché il Veneto rivendicava un ulteriore stanziamento per la zootecnia (vitelli macellati prima di 12 mesi), ma non è stato assecondato.
Tuttavia, ormai il dibattito sulle scelte nazionali della Pac si può considerare definitivamente concluso. Anche in assenza di unanimità, il decreto legislativo 281/97 che regola le funzioni della Conferenza Stato-Regioni, prevede trenta giorni di tempo dopodiché il Governo potrà procedere all’emanazione del decreto definitivo.
Sulle scelte nazionali della Pac abbiamo già scritto (vedi Terra e Vita n. 23/2014); in questo articolo entriamo in alcuni dettagli del nuovo regime di pagamenti accoppiati 2015-2020 (art. 52, Reg. 1307/2013).
Risorse: 11% del plafond
Il documento sull’attuazione della nuova Pac in Italia prevede un importo del sostegno accoppiato di 426,8 milioni di euro, pari all’11% del plafond nazionale.
Il dibattito sugli aiuti accoppiati è stato il più contrastato di tutta la nuova Pac, sia sulla percentuale di accoppiamento che sui settori.
In merito alla percentuale, si sono scontrate due posizioni: i favorevoli all’accoppiamento (che volevano il 15%) e i fautori del disaccoppiamento (che volevano l’8%). Alla fine, il Ministro e gli Assessori hanno trovato un compromesso sull’11%.
Lo scontro ancora più acceso è avvenuto sui settori, che alla fine ha visto il mancato raggiungimento dell’unanimità a causa del voto contrario del Veneto. Il documento finale prevede un sostegno accoppiato, suddiviso in tre piani o macrosettori (piano zootecnia, piano seminativi e piano colture permanenti) e in 16 misure di sostegno (tabb. 1-2-3-4).
La maggiore rilevanza è stata attribuita alla zootecnia con 210,5 milioni di euro, pari al 49,3% delle risorse del sostegno accoppiato (tab. 1), distribuiti tra i seguenti settori: vacche da latte, vacche nutrici, bovini macellati, ovicaprini, bufalini. Nonostante la buona dotazione di risorse, il mondo zootecnico si è comunque dichiarato insoddisfatto, poiché mirava a un sostegno di 400 milioni di euro.
Il piano seminativi assorbe 146,3 milioni di euro (34,3%), distribuiti tra i seguenti settori: soia, proteaginose, proteiche, frumento duro, riso, barbabietola e pomodoro da industria.
Il piano colture permanenti assorbe 70 milioni di euro (16,4%), totalmente destinato all’olivicoltura.
Bovini da latte
Il premio è concesso alle vacche da latte che hanno partorito e che abbiano prodotto latte per almeno una resa minima da definire a livello territoriale. Gli allevatori dovranno provvedere alla registrazione del vitello nato entro i termini previsti dalla regolamentazione comunitaria e nazionale.
L’importo di base stimato è 56 euro/capo (tab. 2).
A questo premio si aggiunge una misura aggiuntiva per la zootecnia da latte in “zone di montagna”, con un importo stimato di 40 euro/capo. Pertanto una vacche da latte in “zone di montagna” percepirà circa 96 euro/capo.
Nella fase di revisione di metà periodo, tenuto conto del mutato scenario legato alla fine del regime delle quote latte e degli obiettivi selettivi raggiunti, si valuterà la possibilità di attivare una misura specifica che incentivi l’utilizzo di seme sessato anche a sostegno di incroci con riproduttori da carne.
Vacche nutrici
Il premio è concesso alle vacche nutrici iscritte ai Libri genealogici e ai Registri anagrafici che hanno partorito e i cui vitelli sono registrati entro i termini previsti dalla regolamentazione nazionale e comunitaria.
L’importo di base stimato è di 202 euro/capo (tab. 2).
Un importo aggiuntivo, non superiore al 20% del premio di base, può essere concesso con l’obiettivo di attuare appositi piani selettivi o di gestione della razza. Per il biennio 2015-2016, tale importo è finalizzato all’adesione al piano di risanamento dal virus responsabile della Rinotracheite Infettiva del Bovino (IBR) per le razze Chianina, Marchigiana, Maremmana, Romagnola e Podolica anche al fine di gestire correttamente la biodiversità di tali razze.
Bovini macellati
Il premio è concesso ai bovini di età compresa tra i 12 e i 24 mesi al momento della macellazione, allevati presso le aziende dei richiedenti per un periodo non inferiore a 6 mesi prima della macellazione.
L’importo di base stimato è di 46 euro/capo (tab. 2).
Sono previsti importi aggiuntivi:
- del 30% per i capi allevati per almeno 12 mesi nelle aziende dei richiedenti o aderenti a Sistema di qualità nazionale o regionale o a sistemi di etichettatura facoltativi riconosciuti;
- del 50% per capi certificati come Igp.
Ovini
Il premio è assegnato al singolo capo (agnella da riproduzione dell’anno in corso), previa dimostrazione da parte dell’allevatore della corretta identificazione anagrafica dei suddetti capi e dell’adesione ai piani regionali di selezione per la resistenza alla scrapie che prevedano l’esclusione dalla riproduzione degli arieti omozigoti sensibili.
L’allevatore mantiene nel gregge arieti resistenti ARR/ARQ con densità minima di un ariete ogni cento femmine.
Si propongono due fasce di contributo sulla base dello stato di avanzamento del piano di controllo della scrapie; fermo restando il valore del contributo pari a 12,00 euro/capo (tab. 2), si prevedono due obiettivi di rimonta:
- 15% delle agnelle della mandria, per gli allevamenti ove l’obiettivo risulta non adeguato agli standard europei;
- 7% delle agnelle, per gli allevamenti prossimi al raggiungimento degli standard stabiliti.
Agnello IGPIl premio è concesso agli allevatori che certificano capi ovi-caprini idonei alla macellazione come Igp.
L’importo stimato è di 10 euro/capo (tab. 2).
Bufalini
Il premio è concesso alle bufale di età superiore ai 30 mesi che hanno partorito.
L’importo stimato è di 25 euro/capo (tab. 2).
Per l’ottenimento del premio, l’allevatore deve partecipare al finanziamento con un versamento pari al 1/3 del contributo annuo ricevuto, di un fondo di mutualizzazione, per il pagamento di compensazioni finanziarie agli agricoltori in caso di perdite economiche causate dall’insorgenza di focolai di epizoozie o fitopatie o da infestazioni parassitarie o dal verificarsi di un’emergenza ambientale o a seguito di un drastico calo del reddito.
Soia
Il premio è concesso alle aziende agricole che destinano fino al 10% della propria superficie a seminativi alla produzione di soia, con una franchigia su un numero massimo di ettari a seminativo pari a 5-10 ettari per azienda.
L’area di intervento interessa le regioni del Nord Italia: Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Piemonte e Friuli-Venezia Giulia. L’importo stimato è di 97 euro/ha (tab. 3).
Oleo-proteaginose e frumento duro
Il premio è concesso alle aziende agricole che destinano una percentuale della propria superficie a seminativi a:
- girasole;
- colza;
- leguminose da granella (lenticchie, cece, veccia);
- erbai di sole leguminose;
- frumento duro.
L’area di intervento interessa le Regioni del Centro Italia: Toscana, Umbria, Marche, Lazio.
L’importo non è stato stimato, ma dovrebbe attestarsi sui 90 €/ha (tab. 3). Le Regioni si impegnano ad attivare appropriate misure a supporto della produzione di frumento duro di qualità per valorizzare la produzione agricola in un’ottica di filiera.
Colture proteiche e frumento duro
Il premio è concesso alle aziende agricole che destinano una percentuale della propria superficie a seminativi (con eccezione del riso) alla produzione di colture proteiche. Le colture ammissibili sono:
- proteiche da granella (pisello proteico, fave, favino, lupino dolce);
- erbai di sole leguminose;
- frumento duro.
L’area di intervento interessa le regioni: Abruzzo, Molise, Puglia, Calabria, Campania, Basilicata, Sicilia e Sardegna.
L’importo non è stato stimato, ma dovrebbe attestarsi sui 60 €/ha (tab. 3).
Le Regioni si impegnano ad attivare appropriate misure a supporto della produzione di frumento duro di qualità per valorizzare la produzione agricola in un’ottica di filiera.
Riso
Il premio è concesso alle superfici coltivate a riso. L’importo stimato è di 120 €/ha (tab. 3).
Laddove la produzione risulti significativa, le Regioni si impegnano ad attivare una misura a cui i produttori possano partecipare per favorire l’adesione al sistema di qualità nazionale produzione integrata, con l’obiettivo di valorizzare la coltivazione del riso quale elemento caratteristico del paesaggio, dell’ambiente, della cultura, dell’economia e del territorio.
Barbabietola da zucchero
Il premio è concesso alle superfici coltivate a barbabietola da zucchero. L’importo unitario stimato è di 325 €/ha (tab. 3).
Il settore potrà essere oggetto di specifiche azioni di supporto nell’ambito della politica regolativa nazionale e regionale. Particolare attenzione potrà essere dedicata all’incremento della competitività della filiera nel suo complesso e al riconoscimento della valenza ambientale della coltura nelle rotazioni.
Pomodoro da industria
Il premio è concesso alle superfici coltivate a pomodoro da industria. L’importo unitario stimato è di 160 euro/ha (tab. 3).
Laddove la produzione risulti significativa, le Regioni si impegnano ad attivare, anche nell’ambito dei piani operativi delle Op, una misura, a cui i produttori possano partecipare per favorire l’adesione al sistema di qualità nazionale produzione integrata, con l’obiettivo di valorizzare la produzione agricola locale in un contesto di filiera o di distretto.
Olivo
L’olivicoltura acquisisce un sostegno di 70 milioni di euro, distribuito in tre misure (tab. 4):
- premio base nelle regioni in cui la superficie olivicola rappresenta almeno il 25% della Sau regionale (Liguria, Puglia e Calabria), in quanto l’olivicoltura costituisce parte rilevante dell’economia agricola regionale, con un importo stimato di 78 €/ha;
- premio aggiuntivo per le superfici olivicole nelle regioni Obiettivo Convergenza ove è soddisfatto il criterio “superficie olivo/SA regionale” superiore al 25%, caratterizzate da pendenza media superiore al 7,5% (Puglia e Calabria), con un importo stimato di 70 €/ha;
- premio aggiuntivo per l’olivicoltura con rilevante importanza economica territoriale e di qualità, con un importo stimato di 130 €/ha.
Da notare che l’aiuto all’olivicoltura sarà esclusivamente basato sulla superficie e non sulla produzione di olio di oliva.
Uno “spezzatino”
Il dibattito sull’aiuto accoppiato è stato molto acceso. La decisione finale è stata il frutto di una mediazione al ribasso, che ha generato un sostegno accoppiato con poche decine di euro/ettaro o capo. I vantaggi per lo sviluppo agricolo saranno limitatissimi, ad eccezione di alcuni comparti zootecnici.
Bisogna ricordare che le scelte sull’accoppiato dovevano tener conto dell’importante decisione dell’adozione della “regione unica”, di conseguenza non era facile trovare un equilibrio tra esigenze politiche territoriali e settoriali.
Il disagio per una scelta al ribasso ha fatto emergere la decisione di una revisione di medio termine nel 2016, allo scopo di introdurre modifiche per il periodo 2017-2020.
Allegati
- Scarica il file: Aiuti accoppiati, il piano è fatto