Quando acquistiamo una bottiglia di olio extravergine d’oliva, la scelta non dovrebbe basarsi solo sul prezzo o sull’aspetto della confezione. L’etichetta dell’olio extravergine di oliva è un prezioso strumento di informazione che consente di valutare consapevolmente la qualità e l’origine del prodotto, oltre a garantire trasparenza e sicurezza alimentare.
Etichetta olio oliva: uno strumento di trasparenza
L’etichetta non è un semplice adempimento burocratico, ma un vero ponte comunicativo tra produttore e consumatore. È regolata da normative europee e italiane, tra cui il Regolamento (UE) n. 29/2012, che ne stabilisce i contenuti e le modalità di presentazione. Per legge, possono essere venduti al dettaglio solo quattro categorie di olio: olio extravergine di oliva, olio di oliva vergine, olio composto da raffinato e vergine, e olio di sansa. Questi devono essere confezionati in recipienti chiusi, con sistemi antirabbocco, e riportare tutte le informazioni obbligatorie in modo chiaro, leggibile e indelebile.
Le informazioni obbligatorie per tutelare il consumatore
L’etichetta dell’olio d’oliva deve riportare una serie di indicazioni fondamentali:
- la denominazione di vendita (es. “olio extravergine di oliva”);
- la designazione dell’origine, obbligatoria per extravergine e vergine;
- la quantità netta in ml, cl o litri;
- la categoria dell’olio con relativa descrizione (“ottenuto direttamente dalle olive solo con procedimenti meccanici”);
- il termine minimo di conservazione (“da consumarsi preferibilmente entro...”);
- le condizioni particolari di conservazione (es. “tenere al riparo da luce e calore”);
- il nome e indirizzo dell’operatore responsabile;
- il lotto di produzione;
- la dichiarazione nutrizionale;
- la campagna di raccolta (in alcuni casi);
- la sede dello stabilimento di confezionamento;
- l’etichettatura ambientale per il corretto smaltimento.
Tracciabilità e origine: il valore del Made in Italy
La designazione dell’origine è uno degli elementi più importanti dell’etichetta. Essa indica dove le olive sono state raccolte e molite.
- Se entrambe le operazioni avvengono in Italia, l’olio può essere definito “italiano”.
- Se invece, ad esempio, le olive provengono dalla Tunisia ma sono state lavorate in Italia, l’etichetta deve specificarlo.
- In caso di miscele, si utilizzano formule come “miscela di oli dell’Unione Europea” o “miscela di oli UE e non UE”.
- Sono inoltre ammesse indicazioni geografiche protette (Dop, Igp) secondo il Reg. (UE) 2024/1143.
Grazie a questi criteri, il consumatore può distinguere un prodotto autentico da un olio generico o miscelato. Tuttavia, l’origine non va confusa con l’indirizzo dell’azienda imbottigliatrice, che può trovarsi in Italia anche se l’olio non è italiano.
Presentazione corretta: forma, visibilità e coerenza grafica
Anche la modalità di presentazione delle informazioni è rigidamente regolata. Le tre diciture principali – denominazione di vendita, origine e quantità – devono essere riportate nel campo visivo principale, cioè la parte della confezione visibile a scaffale. Le diciture devono essere scritte per esteso, con caratteri omogenei e ben leggibili. È vietato spezzare le frasi, usare abbreviazioni o grafie disomogenee.
La quantità, ad esempio, deve essere indicata con dimensioni minime dei caratteri in base al volume: 2 mm per contenitori fino a 50 ml, fino a 6 mm oltre 1 litro. Anche la frase sulla categoria (“olio ottenuto direttamente da olive...”) deve essere sempre presente, benché possa essere collocata in qualsiasi punto dell’etichetta.
Infine, è obbligatorio indicare come conservare l’olio: luce e calore accelerano il degrado del prodotto. Per questo è raccomandato specificare che l’olio va tenuto al riparo da fonti luminose e termiche.
Conclusione
Saper leggere un’etichetta dell’olio oliva significa compiere una scelta informata, valorizzando la qualità e la provenienza. È un atto di consapevolezza che protegge da frodi e permette di riconoscere un vero olio extravergine. In un mercato globale sempre più complesso, la chiarezza dell’etichetta e i controlli effettuati da enti come l’ICQRF diventano strumenti indispensabili per difendere il consumatore e promuovere la cultura dell’olio di qualità.
Gli autori di questo articolo sono del Masaf – Icqrf – Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione delle frodi
Questo è un estratto dell’articolo pubblicato sulla rivista Olivo e Olio, la versione completa di dati tabellari e figure è disponibile per i nostri abbonati
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