Vivaismo olivicolo biologico, normativa sulla propagazione

vivaismo olivicolo
Un breve resoconto di alcuni punti principali del regolamento (UE) 2018/848 relativo alle norme di propagazione in vivaio con particolare riferimento al vivaismo olivicolo

Il vivaismo olivicolo italiano è principalmente diffuso dalla Toscana fino alle regioni del sud Italia. Nonostante le condizioni pedo-climatiche sostanzialmente differenti dal nord al sud sia dal punto di vista delle temperature, che dei valori di luce e tipologia dei terreni, questo non ha impedito la diffusione del vivaismo olivicolo che a seconda delle zone terrà conto delle proprie condizioni ambientali per una corretta propagazione e ambientazione delle piante.

Oggi con lo sviluppo e la diffusione del comparto biologico vi è sempre più una maggiore richiesta di piante certificate per il trapianto in aziende certificate. Vediamo di seguito quali sono i principali punti della norma che regolano la propagazione vivaistica in biologico con riferimento alla pianta dell’olivo.

Metodi di propagazione dell’olivo

In generale, sia che si parli di vivaismo biologico e non, la propagazione dell’olivo in vivaio avviene secondo i seguenti metodi:

I principali e più diffusi sono i primi due. In particolare, l’innesto consiste nell’unione di due parti di pianta, il nesto e il portinnesto per la creazione di un unico individuo. In questo tipo di moltiplicazione è importante sottolineare che i portinnesti derivano da semi di varietà coltivate e scelte per le loro caratteristiche adattive, fatti germinare e solo successivamente innestati con le varietà scelte.

La propagazione per talea consiste invece nella moltiplicazione di organi vegetali della pianta (prevalentemente rami) attraverso radicazione diretta. Rispetto all’innesto, la talea ha il vantaggio di mantenere tutte le caratteristiche della pianta madre da cui è stata prelevata. Motivo per cui è molto importante scegliere il giusto materiale vegetativo da propagare.

La propagazione per margotta consiste invece nell’induzione della formazione di radici in porzioni di piante ancora non divise dalla pianta madre. La micropropagazione invece è un metodo specialistico di propagazione di piccole parti di pianta su substrati artificiali, molto impiegato adesso per la produzione di materiale vegetativo che subirà una successiva fase di accrescimento in vivaio.

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Propagazione secondo il metodo biologico

Secondo il Regolamento UE 2018/848, le colture biologiche devono essere prodotte su suolo vivo o su suolo vivo mescolato con fertilizzanti consentiti, con una deroga al punto 1.4. della Parte I dell’Allegato II in cui è consentita la “coltivazione in contenitori di plantule o piante da trapianto per successivo trapianto”.

Dal punto di vista di ciclo produttivo, dunque, i principali punti della propagazione di piante biologiche in vivaio sono i seguenti:

  • origine del materiale di propagazione inziale,
  • durata del ciclo di sviluppo della pianta prima dell’immissione sul mercato.

Questi due aspetti molto importanti sono definiti dal punto 1.8.2 della parte I dell’allegato II del regolamento (UE) 2018/848, riportato di seguito:

Per ottenere materiale riproduttivo vegetale biologico da utilizzare per ottenere prodotti diversi dal materiale riproduttivo vegetale, la pianta madre e, se del caso, altre piante destinate alla produzione di materiale riproduttivo vegetale sono prodotte conformemente al presente regolamento per almeno una generazione o, nel caso di colture perenni, per almeno una generazione nel corso di due cicli vegetativi”.

L’interpretazione della norma

Senza scendere troppo nei dettagli, cerchiamo di analizzare quanto sopra riportato per quanto riguarda le “piante madri” e per quanto riguarda i “ciclo vegetativi”.

Il termine “pianta madre” viene definito nell’articolo 3, paragrafo 20 del regolamento (UE) 2018/848, che così la definisce: una specifica pianta dalla quale è prelevato materiale riproduttivo vegetale allo scopo di produrre nuove piante. Dunque, nel caso dei nostri olivi è la pianta da cui si ottengono, nesto, portinnesto o talea, da cui si formerà la pianta da commercializzare.

L’altro aspetto è quello relativo all’interpretazione dei “due cicli vegetativi”, prima dell’immissione in commercio. Ovviamente la propagazione di olivi in vivaio e la durata del loro ciclo vegetativo dipende molto dal metodo di propagazione e dalle condizioni di allevamento della pianta in un ambiente protetto per cui i periodi di accrescimento possono essere più o meno lunghi.

Da una prima analisi della normativa risulta sicuramente da chiarire meglio, anche attraverso la consultazione dei propri organismi di controllo, quale sia la corretta interpretazione al fine di immettere in commercio piante certificate come bio in un mercato con una crescente richiesta.


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Vivaismo olivicolo biologico, normativa sulla propagazione - Ultima modifica: 2024-06-04T10:57:46+02:00 da Barbara Gamberini

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