L’Oliva Ascolana del Piceno Dop si contraddistingue per il nocciolo piccolo e, quindi, per una maggiore quantità di polpa. La polpa è croccante e si stacca facilmente dal nocciolo, carattere che facilita la denocciolatura per farla ripiena. Quest’oliva, che ha trovato nei terreni dell’Ascolano, originati dal disfacimento di rocce calcaree, il suo sito ideale, è considerata, in salamoia e farcita, la regina delle olive verdi da tavola. Nota sin dall’epoca romana (era apprezzata da Plinio il Vecchio e Marziale), nel 2005 ha ottenuto la certificazione di prodotto Dop. Dal 2018 il Consorzio per la tutela e valorizzazione dell’Oliva Ascolana del Piceno Dop svolge le funzioni di tutela, promozione, valorizzazione, informazione del consumatore e cura generale degli interessi relativi alla Dop.
Oliva Ascolana del Piceno Dop, la certificazione del Mise
Adesso, dopo l’approvazione della Dop e il riconoscimento del Consorzio da parte del Mipaaf, è arrivata anche la certificazione del ministero dello Sviluppo economico (Mise) che lega il prodotto ai produttori associati.
Infatti il Mise ha registrato il “Marchio di Impresa” del Consorzio per la tutela e valorizzazione dell'Oliva Ascolana del Piceno. Ne dà notizia il vicepresidente della Regione Marche e assessore all’Agricoltura Mirco Carloni.
L’Oliva Ascolana del Piceno Dop nei percorsi del gusto
Il riconoscimento del Mise, dichiara Carloni, tutela uno dei prodotti di eccellenza marchigiani dalle possibili speculazioni. «Era un provvedimento atteso da anni e ringrazio i promotori del Consorzio per il nuovo risultato conseguito. L’Ascolana del Piceno Dop entrerà a far parte, di diritto, dei percorsi del gusto che vogliamo creare attraverso il bando riservato ai Distretti del cibo. L’Ascolana del Piceno Dop sarà protagonista di tutti i progetti di valorizzazione agroalimentare che la Regione Marche sta costruendo per rilanciare le aree interne e difendere i nostri interessi di produttori».