L’Associazione Olivicoltori Sardi ha avviato la procedura per il riconoscimento di una nuova Organizzazione di produttori (Op) olivicola che guardi soprattutto verso il centro-nord della Sardegna. E lo ha fatto sulla base dei lusinghieri dati del comparto olivicolo-oleario sardo, forniti dal Centro studi agricoli.
Nel 2021 previsione di 60mila quintali di olio evo
Secondo tali dati, la Sardegna prevede di produrre nel 2021 60mila quintali di olio extra vergine di oliva, contro i 45mila dell’anno scorso e i 26mila di due anni fa. La previsione per la prossima campagna è quindi al di sotto della produzione media regionale di 85mila quintali annui, ma quasi in linea con quella media degli ultimi quattro anni, che raggiunge 61mila quintali annui.
Valore economico di 35 milioni di euro
Tali esiti produttivi, informa sempre il Centro studi agricoli, poggiano su oltre 39mila e 500 ettari di superficie olivetata, peraltro in aumento (sono in crescita, in particolare, gli impianti superintensivi).
La superficie olivetata comprende più di sei milioni di piante, di cui oltre 3 milioni e mezzo della cultivar regionale Bosana. Particolarmente vivaci sono la crescita della Dop Sardegna, certificata da Agris in 844 quintali, e della produzione biologica, cui sono dedicati 3mila e 700 ettari.
Il comparto, inoltre, comprende 108 frantoi, 154 etichette sarde di olio extra vergine di oliva, 17 aziende nel Consorzio Dop, 9 delle quali fra Alghero e Sassari. Il valore economico medio delle produzioni olivicole nell’isola è pari a 35milioni di euro.
Associazione Olivicoltori Sardi
crede nella nuova Op
Della bontà dell’iniziativa finalizzata alla nascita della nuova Op sono convintissimi i vertici dell’Associazione Olivicoltori Sardi, a iniziare dal nuovo presidente Tore Piana, altresì presidente del Centro studi agricoli, vicepresidente di Copagri Nord Sardegna, ex consigliere regionale. Lo affiancano i vicepresidenti Emanuela Cafulli Marzano, Bruno Meloni, il tesoriere Simon Pietro Murgia, Paolo Ninniri e Mario Putzolu.
Il fine è concentrare l’offerta
«L’ambizione – dichiara Piana – è la nascita di un soggetto rispondente ai parametri fissati dalle norme nazionali in ossequio alle politiche comunitarie. Il suo fine è il rafforzamento degli strumenti di organizzazione e concentrazione dell’offerta per equilibrare il potere negoziale all’interno della filiera alimentare e stimolarne la competitività».
Contributo al rilancio dell’economia agroalimentare sarda
Il comparto olivicolo-oleario e la sua filiera possono contribuire al rilancio dell’economia agroalimentare sarda, sostiene Piana. «Proporrò un tavolo sull’olivicoltura isolana per discutere di nuova programmazione del Piano di sviluppo regionale, di Ocm Olio, di Recovery Fund e di un Piano olivicolo regionale per il dopo Covid-19».