Olivemap, la crescita dell’olivicoltura passa dal digitale

crescita dell'olivicoltura
Presentati i risultati del progetto Olivemap sulla mappa delle aree olivicole italiane. Un progetto fondamentale per ridare competitività al settore

Una base dell’olivicoltura 2.0, un primo tassello significativo, data la sua espansione a livello nazionale, per creare una banca dati univoca, integrata e innovativa, come base per qualsiasi politica di settore.

Con questi presupposti sono stati presentati i risultati del progetto Olivemap di mappatura delle aree olivicole del nostro paese, in occasione di un webinar organizzato da Crea e Mipaaf in collaborazione con Edagricole.

Piano olivicolo nazionale

«Il progetto rientra nelle misure previste dal Piano Olivicolo Nazionale 2016-2020 – ha spiegato Pietro Gasparri, dirigente Mipaaf – che prevedeva, tra le altre, come modalità attuativa un programma di ricerca e sviluppo a livello nazionale finalizzato alla definizione di modelli produttivi specifici per le diverse olivicolture territoriali, comprese le olive da mensa, per il trasferimento e l’applicazione delle più recenti innovazioni e risultati della ricerca indirizzati all’incremento quantitativo e qualitativo della produzione nazionale. L’obiettivo strategico generale del progetto è quello di garantire un coordinamento dei dati sul settore olivicolo per giungere a informazioni ufficiali univoche, integrando più basi dati, mediante l’impiego dei più recenti strumenti tecnologici disponibili dal telerilevamento, al fine di incrementare il livello di dettaglio e le informazioni desumibili sull’olivicoltura italiana».

 

Il Mipaaf ha quindi affidato al Crea un contributo per un progetto di ricerca che si articola in due Task. Il primo Task è finalizzato a fornire un quadro conoscitivo della realtà delle Organizzazioni dei Produttori (OP) olivicoli, per comprendere sia i fattori che limitano la loro operatività come strumenti di aggregazione dell’offerta e sia i fattori maggiormente incentivanti la trasformazione delle OP in soggetti economici attivi e propulsivi per lo sviluppo del settore. Il secondo Task è finalizzato a sviluppare e utilizzare metodologie innovative basate sul telerilevamento per la mappatura delle superfici olivetate, per le regioni focus (Puglia, Sicilia, Calabria) ed è stato appunto l’oggetto del webinar, «perché – ha spiegato Piermaria Corona del Crea Foreste e Legno – la ricchezza dell’olivicoltura italiana è ben descritta dal punto di vista qualitativo, ma per molti versi si presenta piuttosto lacunosa nella descrizione quantitativa. C’è bisogno di conoscere meglio la reale consistenza delle diverse tipologie di impianto e metodi di gestione degli oliveti attraverso indagini dirette sul campo che integrino i dati statistici forniti dall’Istat con i periodici censimenti dell’Agricoltura. Attraverso tecnologie da remoto e metodi di fotointerpretazione condotti nel periodo 2014-16, il progetto ha accertato la entità e distribuzione del patrimonio olivicolo italiano.

Di particolare rilevanza per il nostro Paese è stato dunque l’impiego di dati telerilevati per la mappatura di dettaglio degli oliveti, non solo per aggiornare l’entità delle superfici investite. L’integrazione tra questa mappatura e altri dati (aree irrigue, presenza di terrazzamenti e sistemazioni agrarie, grado di copertura del suolo ecc.) può infatti permettere la derivazione di cartografie tematiche su larga scala geografica di variabili significative a fini di programmazione e gestione dell’olivicoltura italiana. Da segnalare in prospettiva, per ulteriori aggiornamenti, le potenzialità del programma europeo Copernicus che, secondo una politica aperta di accesso ai dati, mette a disposizione un vasto insieme di dati telerilevati: in particolare, con i satelliti della costellazione Sentinel sarà possibile un monitoraggio ad alta risoluzione spaziale e temporale dei sistemi agricoli e forestali, incluso lo studio dei disturbi, siano essi da agenti patogeni, da incendi ecc.».

Risultati congruenti

I risultati sono stati presentati da Nicola Puletti, sempre del Crea Foreste e Legno, che ha riferito come «in alcune regioni focus (Puglia, Sicilia, Calabria) per incrementare il livello di dettaglio e le informazioni desumibili, i ricercatori del Crea abbiano utilizzato un approccio innovativo per la mappatura, in grado di integrare tra loro diversi strumenti tecnologici legati ai sistemi informativi geografici. Il software Gis, tradizionalmente usato per la fotointerpretazione, è stato integrato con un tool per visualizzare Google Street View, che consente di constatare la presenza di alberi di olivo anche senza la verifica di campo, riducendo notevolmente i costi per la raccolta dei dati. Grazie all'adozione di alcuni criteri prestabiliti (superficie minima di 5.000 mq, larghezza minima del poligono di 20 m, densità minima di alberi e presenza di altre colture), è stato possibile giungere alla definizione univoca sia della superficie olivicola, riferimento per armonizzare i dati, sia di una unità minima cartografabile, riferimento per futuri aggiornamenti della mappatura in Italia. Tali risultati sono stati implementati in un sistema informativo geografico (Sit), integrato con altre banche dati esistenti (Agea, Sigrian, Sistan, Sian), da cui è emerso che quasi il 90% delle superfici mappate dal Crea è congruente con quanto definito da Agea e che le aree olivicole delle regioni focus sono potenzialmente servite da fornitura idrica (il 17% in Puglia, il 12% in Calabria, il 18% in Sicilia, secondo il Sigrian relativo ai distretti irrigui).

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I ricercatori del Crea sono, attualmente, al lavoro per implementare una piattaforma integrata di coordinamento e gestione di informazioni ufficiali univoche, fondamentale per la definizione degli interventi nel settore. Al momento tale piattaforma integra il dato della mappatura, il Sigrian, un modello digitale del terreno. E consente di ottenere diverse informazioni geografiche come, ad esempio, la possibilità di accedere alla rete idrica».

Dall’olivicoltura 2.0 all’olivicoltura 4.0

Il progetto ha suscitato un forte interesse da parte dei partecipanti al webinar, che hanno posto numerose domande, a testimonianza del valore dei risultati di questo progetto come strumento di programmazione a scala regionale. «Si tratta di un progetto base per far partire una serie di progettualità anche di ricerca – ha spiegato Alessandra Gentile dell’Università di Catania – che possa dare impulso e competitività alla nostra olivicoltura dalle molteplici sfaccettature, per cui questi dati potrebbero effettivamente dirci quanto rinnovamento c’è stato nella nostra olivicoltura. Non solo, ma l’olivicoltura italiana, anche quando non particolarmente redditizia, rimane uno straordinario bacino di biodiversità, e quindi una fonte di resistenza genetica a patogeni importanti. Infine, si tratta di un modello valido nato come strumento di supporto, ma che ha un potenziale ancora maggiore e potrebbe essere replicato in altre colture, come ad esempio gli agrumi».

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«Mi auguro che prima possibile si possa passare da un’olivicoltura 2.0 a un’olivicoltura 4.0 – ha concluso Michele Pisante, dell’Università di Teramo –. In un contesto in rapida evoluzione il progetto Olivemap rappresenta il primo modello avanzato di innovazione digitale, per armonizzare gli strati informativi territoriali esistenti sull'olivicoltura a scala nazionale, con delimitazione delle Dop, integrando i lavori cartografici già disponibili a scala regionale, provinciale o di distretto olivicolo. Il focus sulle tre regioni (Calabria, Puglia e Sicilia), più rappresentative per estensione della superficie olivicola, scaturisce dall’oggettiva rilevanza del sistema colturale che va salvaguardato, anche per il patrimonio di biodiversità varietale che detengono. Uno dei “mali” di cui il settore ha certamente sofferto è stato anche quello della mancanza di una conoscenza basata su dati affidabili e univoci. L’informazione non univoca e poco fruibile è probabilmente anche una delle motivazioni della scarsa capacità di aggregazione e organizzazione della filiera».

Con l’accesso al sito web dedicato Olivemap (https://olivemap.wordpress.com), previa registrazione, sarà possibile acquisire informazioni utili per programmare e gestire gli oliveti, con il vantaggio di integrare le informazioni e supportare le decisioni gestionali a livello di singolo appezzamento coltivato.

Guarda il video di presentazione del sito web del progetto e della app

Guarda il video integrale del Webinar

Non lasciarti sfuggire il prossimo appuntamento: webinar 8 luglio "Le caratteristiche delle OP olivicole in Italia".

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Olivemap, la crescita dell’olivicoltura passa dal digitale - Ultima modifica: 2020-07-01T17:57:43+02:00 da Francesco Bartolozzi

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