Il territorio del Chianti Classico è un’area che si estende tra le due province di Firenze e Siena su una superficie di circa 70.000 ettari. Quest’area che comprende quasi tutto il Comune di San Casciano in Val di Pesa, l’intero territorio dei Comuni di Greve in Chianti, Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti, Radda in Chianti e in parte quelli di Barberino Tavarnelle, Castelnuovo Berardenga e Poggibonsi è una regione particolarmente vocata alla produzione di olio extravergine di qualità, oltre che alla produzione vitivinicola. Nello specifico il Consorzio olio Dop Chianti Classico conta una superficie olivata iscritta alla denominazione di 3.000 ettari e conta 240 produttori, 165 imbottigliatori e 22 frantoi.
Andamento stagionale
L’annata 2023 appena passata è risultata particolarmente complessa su tutto il territorio Toscano per il susseguirsi di eventi principalmente legati al clima che hanno in alcuni casi compromesso una grossa parte della produzione.
Roberto Rappuoli, consulente agronomico della Dop Olio Chianti classico, descrive le ultime due campagne olivicole, raccontandoci quali sono stati i risultati dell’ultima raccolta.
«La campagna olivicola del 2022 aveva registrato una produzione di buon valore quantitativo, senza particolari eventi negativi, permettendo in Chianti Classico di dichiarare produzioni in sintonia con il quinquennio precedente e decisamente superiori al precedente anno. La campagna olivicola 2023 è stata caratterizzata invece per due situazioni che ne hanno condizionato e indirizzato l’andamento: le piogge continue con le temperature risultate alcuni gradi sotto le medie degli ultimi cinque anni cadute dalla metà di maggio a quella di giugno e gli attacchi della mosca concentrati intorno a Ferragosto».
Quali sono stati gli eventi che hanno condizionato la stagione?
«L’effetto negativo combinato: piogge prolungate-basse temperature è stato quello di disturbare pesantemente prima la fioritura e poi l’allegagione delle drupe, causando, quindi, una nascita di frutti inferiori all’anno precedente. Invece, nel breve periodo di metà agosto le temperature non sono state così alte da contrastare la notevole presenza di mosca nelle olivete del territorio e in molti casi si è riscontrata la necessità di intervenire, richiamando in non poche aziende il personale in ferie (il concetto vale più per le piccole aziende, meno strutturate)».
Campagna olivicola 2023
Quanto olio Dop è stato certificato?
«Prima dell’inizio della raccolta 2023, confrontando la produzione di olive atte a fornire olio Dop del 2022 di 9.630 q.li, con la stima per il 2023, si era formulata una ipotesi di produzione di olio Dop Chianti Classico pari a circa 400 q.li, contro gli 892 del 2022. Ad oggi, i quintali di olio certificato per il 2023 sono 532. Considerando che i mesi di gennaio e febbraio vedranno ancora richieste di certificazione tramite i panel del Consorzio, è probabile che si arrivino a superare i 600 quintali di olio Dop Chianti Classico, a testimonianza che i soci del Consorzio, sottoponendo alla certificazione una maggiore percentuale di olive dei propri raccolti, pur in un anno di scarica rispetto al 2022, hanno contribuito a ridurre il gap di olio del Gallo Nero da immettere sul mercato».
Come è stata l’annata dal punto di vista qualitativo?
«I due panel del Chianti Classico, che agiscono in piena autonomia di giudizio sono professionalmente severi, a garanzia dell’alto livello qualitativo che l’olio Dop del Chianti Classico deve mantenere negli anni. Detto questo, ad oggi le partite che non hanno superato il giudizio positivo di certificazione sono circa il 10%, dato che spiega in modo sintetico, ma molto efficace, come tutta la filiera produttiva, dalle cure negli oliveti, all’attenzione durante la raccolta, al livello qualitativo raggiunto nella lavorazione in frantoio, pur in un anno non facile come quello appena trascorso, abbia raggiunto livelli di qualità di altissimo valore».