Si rialzano i prezzi dell’olio italiano

olio di oliva italiano
A fronte di una produzione moderata, l’olio di produzione nazionale ha recuperato con un aumento delle quotazioni, anche in confronto ai competitori esteri. Il 2020 si è chiuso con un saldo positivo per gli scambi commerciali

Il mercato dell’olio di oliva risente, attualmente, di disponibilità non particolarmente abbondanti, o comunque inferiori a quanto si pensasse prima dell’inizio della campagna olearia, e questo ha avuto un riflesso positivo sui listini internazionali che da ottobre ad oggi hanno visto incrementi decisamente importanti con l’Italia che, come di consueto, mostra la variazione più elevata.

Nel segmento dell’olio extravergine si evidenzia che le quotazioni medie italiane si sono da subito stabilizzate sopra i 4 euro al chilo fino a raggiungere un massimo relativo nei mesi invernali quando hanno raggiunto i 4,77 euro. Da lì in avanti, complice anche la fine delle operazioni di raccolta e la definizione delle contrattazioni sulle partite migliori, si è avuto un periodo di assestamento e un lieve calo piuttosto fisiologico che ha portato i prezzi alla produzione leggermente al di sotto dei 4,70 euro al chilo.

L’analisi delle quotazioni su base regionale

Volendo fare un’analisi distinta per le diverse piazze, seguendo le aree con maggior rilevanza produttiva, si può evidenziare che nel Nord della Puglia sono stati toccati picchi di 4,8 euro al chilo, mentre ora le quotazioni sono scese a 4,65 euro mentre nel Sud della regione si è arrivati a 4,75 per poi attestarsi nei mesi primaverili a a 4,45 euro al chilo.

In Calabria il mercato è “partito” con un po’ di ritardo rispetto alla Puglia e il massimo delle quotazioni si è raggiunto in marzo quando si è arrivati a 4,85 euro al chilo per poi scendere in media di dieci centesimi nelle prime settimane del mese successivo.

In Sicilia già a dicembre si è arrivati ad un prezzo medio di 5,26 euro al chilo con punte di oltre 6 euro mentre successivamente i listini hanno perso qualche centesimo ma di fatto i prezzi non si sono spostati di molto. Anche in questo caso nessuna sorpresa: in Sicilia il mercato è molto concentrato durante la raccolta e una volta fissati i prezzi restano sostanzialmente invariati.

Andamento dei prezzi negli ultimi anni

Relativamente a una analisi di più ampio respiro rispetto ai prezzi si possono evidenziare due fenomeni:

  • il primo è relativo al fatto che lo shock dovuto alla scarsa produzione 2014 ha di fatto innalzato i prezzi in maniera esplosiva e, di fatto, le dinamiche successive hanno fatto sì che i listini non tornassero più ai livelli pre autunno 2014. La repentina mancanza di prodotto sembra aver alzato l’asticella unitamente, con molta probabilità, agli accordi che nel frattempo sono intervenuti tra i diversi attori della filiera.
  • Il secondo aspetto invece è legato ai livelli massimi di prezzo raggiunti in concomitanza con scarsa disponibilità. Con il susseguirsi infatti di annate di scarica si sono registrati livelli massimi “relativi” sempre più bassi. Se, infatti, nell’inverno 2015 si è superata la soglia di 6 euro al chilo, nel 2017 tale soglia si è solo sfiorata, mentre nel 2019 si è arrivati a 5,70 e ora non sono stati raggiunti i 5 euro.

È sempre difficile fare comparazioni con annate diverse per produzioni, scorte e qualità ma sembra che si stia maturando una sorta di maggior equilibrio che potrebbe solo essere positivo sia in chiave mercato che per una minor variabilità del reddito delle prime fasi della filiera.

La situazione sulle piazze internazionali

Questo andamento dei listini descritto per l’Italia si rileva anche per gli altri Paesi competitor (grafico 1) tenendo conto del fatto che i livelli sono decisamente più bassi di quelli italiani a partire da quelli iberici. Nelle ultime settimane, peraltro, i listini spagnoli dell’extravergine hanno superato la soglia dei 3 euro al chilo seguita immediatamente dalla Tunisia.

La dinamicità del mercato si evidenzia anche dal mercato dell'olio lampante particolarmente attivo. In Spagna le quotazioni sono arrivate a 2,66 euro al chilo mentre in Italia hanno superato i due euro.

Mercati, chiusura positiva del 2020 per l’Italia

Intanto i dati definitivi sul commercio con l’estero hanno chiuso il cerchio di un anno, il 2020, piuttosto positivo per gli scambi commerciali del settore olivicolo-oleario italiano. In termini di bilancia commerciale infatti si evidenzia un saldo positivo di 97 milioni di euro (grafico 2), evento questo non certo frequente per il settore. Questo risultato è la combinazione incrementi a volume piuttosto elevati (grafico 3) che hanno visto le importazioni arrivare a 644 mila tonnellate (+5%) con un valore però in flessione del 7% da imputare all’andamento flessivo dei listini 2020. Di contro l’export, arrivato a 410 mila tonnellate (+22%) ha visto crescere gli introiti del 7%.


L’articolo è pubblicato su Olivo e Olio n. 3/2021

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Si rialzano i prezzi dell’olio italiano - Ultima modifica: 2021-05-10T16:45:09+02:00 da K4

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