In piena stagione di raccolta e frangitura, lo scenario produttivo della campagna in corso sembra abbastanza delineato: la produzione di olio di oliva della campagna 2020-2021 dovrebbe attestarsi a 255 mila tonnellate, con una riduzione del 30% sullo scorso anno. Un volume produttivo bel al di sotto della stima di 290 mila tonnellate elaborata all’apertura dei frantoi.
A condizionare il dato nazionale è la flessione del Sud, non debitamente compensata dalla maggior produzione del Cento Nord vista anche la differenza di peso delle due aree. Alternanza fisiologica e qualche problema legato alle condizioni climatiche alla base di tale risultato.
Ismea sulla produzione di olio di oliva in Italia nel 2020
In generale, nell’Italia centro-settentrionale, si è verificata una bellissima fioritura. Le piogge estive, anche se abbondanti, non hanno sino ad ora compromesso il buon risultato.
Discorso diametralmente opposto, invece, al Sud Italia a partire dalla Puglia settentrionale dove ha influito innanzitutto una fisiologica alternanza dopo l’abbondante produzione dello scorso anno. Flessione particolarmente consistente negli areali dove si è raccolto fino a molto tardi (febbraio). Nonostante un autunno ed un inverno caratterizzati da una siccità importante, lo stato vegetativo delle piante è apparso in buone condizioni anche grazie al supporto fitosanitario. Tuttavia, nel complesso le olive non hanno subito forti infestazioni da parte della mosca delle olive, pertanto si otterrà un olio di altissima qualità. Permangono nel Salento le problematiche legate alle perdite degli oliveti a causa della Xylella
Poco ottimismo anche aree della Calabria mentre in Sicilia la produzione al momento non sembra discostarsi troppo da quella dello scorso anno ma lontana dall’essere considerata di carica.
Produzione italiana di olio di pressione (migliaia di tonnellate)
Spagna, crescita rispetto al 2019
Nel contesto internazionale, il principale competitor italiano, la Spagna, prevede un’annata buona ma non all’altezza delle aspettative di qualche mese fa a causa della mancanza di piogge. Le ultime stime provenienti da Madrid e diffusi dalla Ue attestano la produzione a circa 1,45 milioni di tonnellate, il 29 per cento in più sullo scarso 2019. Per la Grecia e Tunisia si stima, invece, una riduzione fisiologica con la prima che non dovrebbe superare le 200 mila tonnellate, mente la seconda potrebbe dimezzare i volumi dello scorso anno. Stando a queste prime stime della Commissione, la Ue dovrebbe produrre poco più di 2 milioni di tonnellate, il 7% in più sullo scorso anno, mentre l’Extra Ue dovrebbe diminuire i volumi.
Ma anche in questo caso c’è l’attesa di entrare nel vivo della frangitura perché il vero banco di prova saranno le rese in olio.
Un dato che, invece, è decisamente in controtendenza rispetto allo scorso anno, è quello delle scorte all’interno della Ue che si stimano a 610 mila tonnellate, ben il 22% in meno rispetto allo scorso anno. Questo è un elemento favorevole per la ripresa del mercato che apre la campagna produttiva con scorte sicuramente meno ingombranti dello scorso anno. Tenendo conto che la produzione, facendo la somma algebrica di tutte le stime fin qui effettuate, potrebbe non essere particolarmente abbondante l’effetto sui prezzi si è visto rapidamente.
Le ultime settimane, infatti, hanno segnato dei rialzi un po’ in tutti i principali Paesi produttori a partire dall’Italia. Già da giugno, in realtà, si erano visti incrementi che in settembre hanno portato i listini medi dell’olio evo italiano di metà ottobre a 3,85 euro al chilo contro i 3,36 di maggio. In Spagna, nonostante le stime in aumento, si è passati nello stesso arco di tempo da 2,03 a 2,18 euro al chilo. La riduzione attesa in Grecia e Tunisia hanno contribuito a far alzare i prezzi. Passi in avanti anche dei listini dell’olio lampante.
Positiva la bilancia commerciale
Intanto la domanda estera continua ad essere particolarmente dinamica. Nei primi sei mesi del 2020, la maggior domanda di olio imbottigliato in Italia è arrivata soprattutto dagli Usa (+28) e dalla Francia (+42%).
I primi 6 mesi del 2020, inoltre, hanno segnato anche un importante incremento delle importazioni a volume (+8%) a fronte di una flessione del valore, frutto di una riduzione generalizzata dei prezzi internazionali, mentre le esportazioni, che in volume sono schizzate al 26%, hanno messo a segno un +6% in valore. Questo ha permesso alla bilancia commerciale del settore di stabilizzarsi su terreno positivo, evento piuttosto raro nel settore olivicolo.
A beneficiare della maggior domanda italiana sono state la Grecia, la Tunisia e il Portogallo mentre la Spagna ha fatto registrare un -27% in volume pur continuando a rappresentare la metà delle importazioni italiane.
L’articolo è pubblicato su Olivo e Olio n. 6/2020
Dall’edicola digitale al perché abbonarsi
Le informazioni sull’andamento delle quotazioni del settore olio, con aggiornamenti settimanali a cura di Ismea, sono disponibili per tutti i nostri abbonati nell’area riservata all’interno dei prezzi dei prodotti agricoli.
Al seguente link sul sito di Edagricole trovi la procedura per accedere a tutti i vantaggi degli abbonati (area riservata inclusa): https://www.edagricole.it/servizi-agli-abbonati/