Extravergine, ribasso dei listini e domanda in stallo

prezzi olio 2021
L’annata si chiude con un generale rallentamento degli scambi. Soprattutto nelle regioni con più disponibilità di prodotto, continuano a diminuire i prezzi, mantenendosi però ben sopra la media dello scorso anno

È un mercato stanco quello monitorato nell’estate 2021. Del resto, gli ultimi mesi di campagna sono da sempre caratterizzati da una scarsa vivacità della domanda da parte degli imbottigliatori e d’altro canto anche le disponibilità da parte dei detentori vanno via via assottigliandosi. L’estate 2021 non sfugge, quindi a questa tradizione. C’è attesa per la nuova campagna produttiva e la domanda da parte degli imbottigliatori è molto rallentata anche in virtù delle abbondanti scorte fatte fino alla primavera.

I listini, quindi, non possono che essere la trasposizione di questa situazione e infatti negli ultimi due mesi si è assistito, secondo rilevazioni Ismea, alla riduzione che ha portato le quotazioni dell’extraverdine italiano dai 4,65 euro della primavera ai 4,37 euro al chilo di agosto.

E come sempre è la Puglia a delineare la situazione con i prezzi che Nord della regione sono passati in pochi mesi da 4,60 a 4,32, mentre nel Sud della si sono attestati nelle ultime settimane poco sopra i 4,10 euro al chilo. In Calabria, invece, si è scesi sotto la soglia dei 4 euro con contrattazioni che si sono fermate a 3,95 euro al chilo dopo che tra aprile e maggio erano stati superati i 4,80 euro.

Nella Sicilia occidentale, invece, dopo un inizio anno sopra i 5 euro al chilo, già da marzo si è scesi sotto a 4,90 euro ma con scambi piuttosto limitati nel rispetto di una tradizione del mercato all’origine che nella seconda parte della campagna è sempre poco dinamico.

Prezzi dell'olio in calo ma superiori al 2020

Al di là, comunque, delle situazioni contingenti è da evidenziare, come ormai accade nelle annate di minor produzione, il forte incremento medio dei prezzi degli oli. Considerando, infatti, il dato medio dei primi otto mesi dell’anno (vedi tabella) si evidenzia un balzo in avanti dell’Evo del 39% rispetto allo stesso periodo dell’anno prima accompagnato da incrementi molto importanti anche in alcuni dei prodotti Dop.

In Puglia, ad esempio, sia la Dop Terre di Bari che la Dop Daunia hanno mostrato incrementi nell’ordine del 40% così come i prodotti non Ig degli stessi areali. Sempre in tema di prodotti con indicazione geografica si segnala l’incremento di oltre il 20% dell’Igp Sicilia.

Il momento di stallo del mercato c’è anche sui prodotti dei paesi competitor i cui prezzi, soprattutto quello spagnolo, 3,29 euro al chilo, resta piuttosto elevato e fa sì che molti confezionatori temporeggino sugli acquisti. Anche per il lampante spagnolo si assiste ad una lieve flessione dei prezzi scesi sotto i tre euro al chilo ma che restano comunque alti.

Questi, del resto, sono i periodi in cui si sta alla finestra soprattutto a guardare cosa accadrà in campagna e quali potranno essere le disponibilità future. La siccità degli ultimi mesi potrebbe, infatti, aver ridimensionato le aspettative ma è ancora troppo presto per azzardare previsioni.

Intanto è la domanda sia interna che estera che sta facendo pensare gli operatori. In Italia, infatti, le vendite nei format della GDO segnano il passo e l’Horeca probabilmente non riesce a compensare i volumi “persi” dagli acquisti delle famiglie per il consumo in casa.

Con il segno meno anche l’export, sebbene con il passare dei mesi la flessione sembra meno importante di quanto non si registrasse qualche mese fa. Da elaborazioni Ismea su dati Istat risulta, infatti, che nei primi cinque mesi del 2021 sono state esportate 171 mila tonnellate complessive di olio di oliva, il 3% in meno rispetto allo stesso periodo del 2020 con risultati nettamente differenti tra l’olio di oliva che con 153 mila tonnellate mostra un calo del 4,5% a fronte di un incremento a due cifre dell’olio di sansa che ha raggiunto le 18 mila tonnellate. La nota positiva arriva dal +4% degli introiti che nel totale hanno raggiunto i 647 milioni di euro. Livello, questo, comunque non sufficiente a mantenere in positivo la bilancia commerciale perché la spesa per importazioni in cinque mesi si è attestata a 765 milioni di euro segnando un incremento del 40% rispetto ai primi cinque mesi del 2020, in virtù dell’aumento dei prezzi degli oli dei principali fornitori dell’Italia, Spagna prima di tutti. In volume, infatti, l’import è arrivato poco al di sotto della soglia delle 300 mila tonnellate (+10%).

Nei primi cinque mesi dell’anno, quindi, il saldo della bilancia commerciale è tornato in negativo dopo che il 2020 si era chiuso con un avanzo di 97 milioni di euro, situazione peraltro piuttosto anomala per il settore. Basti considerare che negli ultimi 20 anni il saldo positivo si è registrato solo 5 volte.

I prezzi internazionali dell’olio extravergine di oliva (euro/kg)

prezzi internazionali dell’olio extravergine di oliva 2021

I prezzi internazionali dell’olio lampante (euro/kg)

prezzi internazionali dell olio lampante 2021

Variazioni nellimport/export

In termini di consegne oltre i confini nazionali si segnala la lieve flessione in volume verso gli Usa, -2,4%, a fronte però di un incremento del 3% in valore a cui si affianca un aumento significativo dell’export in Germania sia in termini quantitativi (+7%) sia in termini di introiti (+6%).

Sul fronte import, invece, non ci sono particolari colpi di scena: la Spagna, che soddisfa il 60% dell’import in volume dell’Italia, ha incrementato le proprie consegne in Italia del 33% per un importo cresciuto del 62%, mentre la Grecia nonostante una riduzione dei volumi del 7% mette a segno un +29 in volume. Male la Tunisia che, complice una campagna produttiva scarsa ha esportato verso l’Italia il 23% in meno riuscendo comunque ad incrementare i relativi introiti del 6%. L’effetto prezzi, quindi si sta facendo sentire ampliamente nelle dinamiche dell’import - export.

La diversa intensità degli aumenti nella sezione positiva e negativa della bilancia commerciale afferisce alla modalità tradizionale degli scambi delle imprese confezionatrici che importano sfuso, i cui prezzi hanno generalmente una variabilità maggiore rispetto al prodotto confezionato che invece viene esportato.

Prezzi medi internazionali dell’olio (euro/kg): confronto gennaio-agosto 2021 vs gennaio-agosto 2020
Italia Spagna Grecia Tunisia
Extravergine
Gen-Ago 2020 3,30 2,08 2,37 1,87
Gen-Ago 2021 4,60 3,07 3,16 3,09
Var. % 39,4% 47,6% 33,4% 65,1%
Lampante
Gen-Ago 2020 1,51 1,71 1,40 1,51
Gen-Ago 2021 2,15 2,67 2,16 2,61
Var. % 42,7% 56,5% 53,5% 72,5%
Fonte: Ismea; prezzi del prodotto sfuso in cisterne, Iva esclusa, franco partenza frantoio

L’articolo è pubblicato su Olivo e Olio n. 5/2021

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Extravergine, ribasso dei listini e domanda in stallo - Ultima modifica: 2021-09-09T12:55:58+02:00 da K4

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