Dalla cimice assassina un possibile contributo al controllo della Xylella

cimice assassina
Zelus renardii
Per Francesco Porcelli, docente di Entomologia dell’Università di Bari, Zelus renardii può diventare un possibile alleato per il controllo biologico della sputacchina dei prati, principale vettore del temibile batterio

Combinare il controllo chimico con quello biologico, per garantire un’azione la più efficace possibile nei confronti del principale vettore di Xylella fastidiosa subsp. pauca ST53, cioè la sputacchina dei prati (Phileanus spumarius). È il metodo che propone Francesco Porcelli, docente del Dipartimento di scienze del suolo, della pianta e degli alimenti (Disspa) - Sezione di entomologia e zoologia dell’Università di Bari (Uniba), per contenere quanto più possibile la sputacchina dei prati e, di conseguenza, l’epidemia causata dal temibile batterio. E lo sostiene alla luce di un recente studio, pubblicato sulla rivista “Insects”, che individua nella cimice assassina (Zelus renardii) un possibile alleato proprio per il controllo biologico della sputacchina.

Cimice assassina, la sputacchina fra le sue prede

porcelli
Francesco Porcelli

La cimice assassina, afferma Porcelli, è entrata spontaneamente in Europa nel 2012 o prima e si è acclimatata.

«A quanto emerge dalle ricerche è comune trovarla durante la predazione in diversi agroecosistemi, aree urbane e periurbane, è innocua per l'uomo e gli insetti utili. La novità dimostrata dalle prove in laboratorio è che Zelus predilige certe prede piuttosto che predare qualsiasi insetto. Sceglie le prede in base ai loro habitat, che includono le piante ospiti delle prede, l'abbondanza, le dimensioni e la mobilità delle prede stesse. In proposito, insieme con l’Università di Alicante, in Spagna, stiamo cercando di studiare il contenuto intestinale di Zelus per verificare quali sono le prede scelte in natura».

La cimice assassina non attacca le api

L’azione dei Z. renardii era nota da tempo. Ma, puntualizza Porcelli, «abbiamo temporeggiato nel dare notizia della sua efficacia perché l’utilizzo dei mezzi di controllo biologico è sempre un po’ rischioso. Prima di fare una proposta bisogna avere una ragionevole quantità di buon senso per essere certi di non provocare guai. Ad esempio abbiamo verificato che Zelus non attacca le api. Adesso bisogna valutare la possibilità di allevare Zelus in grandi quantità, per usarlo come un insetticida vivente sostenibile, resiliente, rispettoso dell'ambiente e che possa agire nei campi coltivati anche partendo da aree marginali o protette».

Dalla cimice assassina un possibile contributo al controllo della Xylella - Ultima modifica: 2022-02-16T10:27:16+01:00 da Giuseppe Francesco Sportelli

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