Un’atmosfera adrenalinica ha pervaso l’ultima giornata del Training Congress Evoo Research’s Got Talent, durante il quale si sono sfidati, con lealtà e rigore scientifico, i 35 migliori talenti del mondo esperti di olio extravergine di oliva, nel corso dell’evento internazionale svoltosi a Bari dal 20 al 22 gennaio 2020.
Un congresso che ha dato spazio non solo alla presentazione dei campi di studio e dei risultati del lavoro di ricerca dei partecipanti, ma ha offerto momenti formativi sulle soft skills, necessarie per eccellere nella ricerca (public speaking, team working, creative skill, problem solving), e sulle competenze per accedere a finanziamenti internazionali e partecipare ai bandi di ricerca europei.
I giovani scienziati premiati
La sfida scientifica ha visto incoronati sei ricercatori, votati dai loro colleghi:
- Giovanni Caruso (Università di Pisa) nella categoria “Arboricoltura e patologia vegetale”,
- Silvia Grassi (Università di Milano) nella categoria “Tecnologie alimentari e chimica degli alimenti”,
- Elia Distaso (Politecnico di Bari) nella categoria “Sottoprodotti, energia e ingegneria”,
- Enrico Valli (Università di Bologna) nella “Tracciabilità e shelf-life”,
- Pasquale Crupi (CREA) nella categoria “Marketing e analisi sensoriale”
- e Stefania De Santis (Università di Bari) per la categoria “Nutrizione e salute”.
Oltre al Trofeo EVOO Excellence in Research Award, i vincitori hanno ottenuto una borsa di studio finanziata dall’Istituto Nutrizionale Carapelli e consegnata dalla dott.ssa Anna Cane come incentivo a perseverare nella complessa carriera che li porterà a diventare la futura generazione di scienziati capaci di sviluppare innovazioni utili a rispondere alle sfide del settore olivicolo-oleario mondiale e a sostenere gli stakeholder.
Rigorosa la selezione dei talenti della ricerca
A margine della cerimonia di premiazione, avvenuta durante la cena sociale presso il ristorante Sapori&Incontri a Bari, la professoressa Maria Lisa Clodoveo del Dipartimento interdisciplinare di Medicina dell’Università degli Studi di Bari, ha spiegato «il rigorosissimo sistema di selezione, avvenuto attraverso la valutazione dei candidati da parte dei membri del Comitato Scientifico. Un sistema che ha assicurato standard elevatissimi delle attività di ricerca presentate e ha conferito ai candidati il 50% del punteggio necessario alla scalata della classifica».
Le ha fatto eco la professoressa Filomena Corbo del Dipartimento di Farmacia dell’Università di Bari: «È stata garantita la massima trasparenza nelle valutazioni per consentire ai candidati di riconoscere punti di forza e di debolezza del proprio curriculum e per incoraggiarli a migliorare sempre di più».
«L’aspetto innovativo della competizione» – ha chiarito ulteriormente il professor Raffaele Sacchi dell’Università Federico II di Napoli – «è la valutazione della presentazione pubblica dei risultati della ricerca che è stata affidata agli stessi partecipanti. Come una giuria popolare sono loro stessi che hanno dovuto giudicare metodologie di lavoro e capacità di esposizione».
Il professor Riccardo Amirante del Dipartimento di Meccanica, Matematica e Management del Politecnico di Bari ha concluso aggiungendo che «questa formula rappresenta un unicum nel mondo scientifico, perché da un lato mira a incentivare la leadership della ricerca e dall’altro, attraverso l’incontro di esperti a livello internazionale, assicura ai giovani partecipanti di crescere nelle soft-skill indispensabili per il successo accademico e di formarsi acquisendo le competenze necessarie per partecipare ai programmi di finanziamento europei per la ricerca».
L’iniziativa - promossa dall’Università degli Studi di Bari Aldo Moro e dal Politecnico di Bari, in collaborazione con i progetti Ager (Competitive, SOS, Violin) e l’Associazione Food For Martians, è stata patrocinata anche dal Consiglio Olivicolo Internazionale e dal Mipaaf.