Lo sviluppo di strategie che controllino in modo sostenibile la sputacchina media (Philaenus spumarius) e ne individuino il ruolo nella trasmissione di Xylella fastidiosa, il più dannoso patogeno dell’olivicoltura pugliese. È l’obiettivo del progetto di ricerca “SviluppO di Strategie di controllo sostenibili di Philaenus spumarius ed interferenza con la trasmissione di Xylella fastidiosa (SOS)”, partito formalmente con un convegno di presentazione presso il Ciheam Bari.
Finanziato ai sensi del Dm 419161 del 13/09/2022 (Mipaaf), è coordinato dal Dipartimento di scienze agrarie, forestali e alimentari (Disafa) dell’Università di Torino, che lo realizzerà in collaborazione con il Ciheam Bari e con le Università di Foggia (Dipartimento di scienze agrarie, alimenti, risorse naturali e ingegneria - Unifg-Dafne), di Bari (Dipartimento di scienze del suolo, della pianta e degli alimenti - Uniba-Disspa) e di Padova (Dipartimento di agronomia animali alimenti risorse naturali e ambiente - Unipd-Dafnae).
Gli interrogativi a cui risponderà il progetto SOS
A quasi 10 anni dalla prima segnalazione ufficiale di X. fastidiosa sul suolo europeo, ha introdotto Domenico Bosco, docente dell’Università di Torino, è stata identificata la sputacchina come vettore principale del batterio X. fastidiosa, è stata caratterizzata parzialmente la trasmissione, sono state descritte la biologia, l’ecologia e la fenologia del vettore.
«Ma attualmente le complesse interazioni fra insetto, batterio e olivo sono ancora poco conosciute e non consentono di sviluppare una strategia di controllo efficace e sostenibile che possa consentire la riqualificazione del territorio colpito. Pertanto, come è possibile limitare lo sviluppo della sputacchina vettrice? In quale maniera il paesaggio agrario, il clima e la gestione agronomica influiscono sul suo proliferare? È possibile contenere la diffusione di X. fastidiosa utilizzando metodi alternativi ai prodotti fitosanitari convenzionali, non solo per salvaguardare le piante d’olivo e ridurre le perdite di produzione, ma anche per proteggere l’agroecosistema? Sono alcuni degli interrogativi a cui il progetto SOS cercherà, nell’arco di 36 mesi, di dare risposte».
L’articolazione del progetto SOS
Il progetto SOS si articolerà in più punti:
- fase iniziale di coordinamento;
- impatto della gestione dell’agroecosistema sulle popolazioni di insetti vettori e sul rischio di infezione;
- interazione Philaenus spumarius-olivo, localizzazione della pianta ospite;
- interazione Philaenus spumarius-olivo, accettazione della pianta ospite;
- controllo sostenibile del vettore e della trasmissione di Xylella fastidiosa;
- divulgazione.
Il piano di lavoro
«Lo studio dell’impatto della gestione dell’agroecosistema sulle popolazioni di insetti vettori e sul rischio di infezione (punto 2) – ha spiegato Bosco – consentirà di:
- individuare le pratiche agronomiche favorevoli agli insetti vettori e quindi predisponenti la diffusione del batterio in caso di introduzione, fornendo indicazioni essenziali per i futuri piani di monitoraggio e controllo;
- identificare modelli di gestione degli agroecosistemi che creino condizioni meno favorevoli per i vettori e ne supportino il controllo biologico da parte di nemici naturali, riducendo la dipendenza dall’uso di insetticidi».
La caratterizzazione dei segnali usati da P. spumarius per localizzare le piante di olivo (punto 3) permetterà di:
- mettere a punto trappole per il monitoraggio basate sulla combinazione di stimoli più attrattiva per il vettore;
- identificare stimoli/combinazioni di stimoli repellenti che allontanino P. spumarius dalla pianta ospite.
Lo studio dell’interazione P. spumarius-olivo e dell’accettazione della pianta ospite (punto 4) consentirà di:
- identificare componenti del metaboloma della linfa grezza alla base dell’accettazione della pianta ospite e della sua appetibilità e quindi del numero di vettori sulla pianta, del loro tempo di permanenza e della trasmissione del batterio, in condizioni di stress e di disponibilità idrica;
- pianificare la gestione degli input agronomici (fertilizzazione e irrigazione) e scelta varietale.
Il controllo sostenibile del vettore e della trasmissione di X. fastidiosa (punto 5) valuterà:
- funghi entomopatogeni per il controllo di stadi giovanili e interferenza con alimentazione e trasmissione;
- efficacia dei parassitoidi Verrallia aucta e Ooctonus vulgatus;
- efficacia di dsRNA per il controllo del vettore;
- impatto sulla trasmissione di segnali vibrazionali intraspecifici.
Infine, ha concluso Bosco, «un’efficiente attività di divulgazione (punto 6) permetterà di:
- trasferire immediatamente i risultati scientifici agli altri ricercatori, ai tecnici del settore e agli agricoltori;
- stimolare interesse e azioni anche al di fuori del contesto dei ricercatori».