Progetto Triecol, la lente sul comparto olivicolo-oleario

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Una intensa tre-giorni organizzata nell’ambito di Triecol ha posto sotto esame i punti di forza e le criticità della produzione olivicolo-olearia in Italia. Ampia partecipazione di oltre 3.000 interessati da Università, Centri di ricerca, istituzioni, associazioni di categoria e imprenditori agricoli

Cambiamenti climatici, tutela dell’agrobiodiversità e promozione del territorio, rilancio della produttività e mercato dell’olio extravergine d’oliva: sono stati questi i temi affrontati nella tre-giorni organizzata a conclusione di Triecol (Trasferimento delle innovazioni in agricoltura e sviluppo ecosostenibile per un’olivicoltura di qualità), il progetto divulgativo promosso dal Crea - Olivicoltura, frutticoltura e agrumicoltura (sede di Rende) e finanziato dalla Regione Calabria grazie al fondo Feasr, attraverso la Misura 1, Sottomisura 1.2.1 “Sostegno per progetti dimostrativi e azioni di informazione”, del Programma di sviluppo rurale della Calabria 2014/2020. Temi che hanno permeato l’intera attività di ricerca e divulgazione del progetto stesso.

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Progetto Triecol, punti di forza e criticità del comparto

Enzo Perri
Enzo Perri

La tre-giorni ha affrontato i punti di forza e le criticità del comparto olivicolo-oleario, ma ha altresì puntato l’attenzione sul trasferimento di conoscenze e di risultati della ricerca utili all’olivicoltura italiana e mediterranea, afferma Enzo Perri, direttore del Crea-Ofa di Rende.

«Al centro del dibattito ci sono stati gli obiettivi per lo sviluppo del comparto, per rendere la filiera maggiormente competitiva e remunerativa, ma anche e soprattutto rispettosa dell’ambiente. I principali temi discussi sono stati: i cambiamenti climatici, cioè il loro impatto sulla filiera, inclusa la diffusione delle principali malattie, come la Xylella e altri patogeni, ma anche e soprattutto le strategie per contrastarne gli effetti negativi, fra cui la tutela della biodiversità, la selezione varietale e la diagnosi precoce; la tutela dell’agrobiodiversità e la promozione del territorio, cioè la stretta correlazione fra peculiarità dei territori e varietà degli oli extravergini di oliva, che denota l’unicità degli oli intesa come leva per il turismo enogastronomico ed esperienziale nei luoghi di origine; il rilancio della produttività, cioè il passaggio dalle varietà di gestione della filiera olivo agli impianti intensivi e superintensivi come interessanti opportunità di sviluppo; infine il mercato dell’olio extravergine d’oliva, cioè le problematiche legate al riconoscimento del prodotto e le relative strategie, come l’efficace comunicazione verso il consumatore e la valorizzazione dei prodotti attraverso le denominazioni d’origine e le certificazioni».

Dal progetto Triecol spinta a puntare sull’innovazione

triecolTriecol ci ha dimostrato che per creare valore aggiunto nel comparto olivicolo-oleario è indispensabile che la ricerca stia al fianco delle imprese e dei territori, così come è fondamentale lo scambio di esperienze e di buone pratiche tra diversi centri di ricerca e poli universitari, ha sottolineato Perri.

«Alla luce delle numerose opportunità offerte dal Mipaaf, anche attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza, dobbiamo lavorare sodo e in sinergia per determinare la ripresa e lo sviluppo dell’olivicoltura italiana, attraverso un meccanismo di crescita e di innovazione dei processi e dei prodotti, di riduzione dei costi di produzione e di incremento della redditività. Intendo ringraziare la Regione Calabria e il Dipartimento Agricoltura per la sensibilità dimostrata nei confronti di questa tematica e per il sostegno dato al Crea durante tutto il percorso di Triecol, con il quale siamo riusciti a mettere la Calabria al centro di un importantissimo dibattito nazionale».

Progetto Triecol, la lente sul comparto olivicolo-oleario - Ultima modifica: 2022-03-07T09:27:16+01:00 da Giuseppe Francesco Sportelli

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