L’olio extravergine di oliva e il pane hanno vissuto e stanno vivendo, insieme, nell’epoca della pandemia da Covid-19, un forte rilancio di immagine.
È quanto emerso in occasione del convegno “Dalla pan-demia alla pan-mania: come il Covid ha cambiato la nostra percezione del pane”, organizzato dall’Associazione italiana dell’industria olearia (Assitol) e dall’Associazione italiana bakery ingredients (Aibi) nell’ambito di Sigep Exp, il Salone internazionale della Gelateria, Panificazione Pasticceria artigianali e Caffè, quest’anno in versione digitale.
Olio extravergine di oliva, consumi in aumento
Nonostante l’emergenza sanitaria ed economica, il settore alimentare è l’unico che ha resistito alla crisi, con 142 miliardi di euro di fatturato nel 2020 e una buona tenuta registrata nei primi mesi del 2021.
«L’olio extravergine di oliva, antico alleato del pane, ha registrato nel 2020 un aumento dei consumi, pari al 6% in più, fedele alla filosofia che la salute viene mangiando – ha affermato Anna Cane, presidente del Gruppo olio d’oliva di Assitol –.
In particolare sono i giovani che si stanno appassionando all’olio extravergine di oliva, non solo in Italia ma anche all’estero. L’olio extravergine vive una riscoperta anche in ambito dolciario e nella preparazione del pane.
È una scelta in parte salutistica, in parte squisitamente gourmet, che speriamo di vedere premiata sempre di più nell’Horeca, il canale distributivo che comprende hotel, ristoranti, trattorie, pizzerie, bar e simili, catering».
Olio extravergine e pane, sinergia nella filiera
Come l’olio extra vergine di oliva, anche il pane ha riscosso un nuovo interesse sfociato in una vera e propria pan-mania, ha rilevato Palmino Poli, delegato alla Presidenza Assitol alle fiere ed eventi.
«È da questi dati positivi che occorre organizzare la ripresa. L’arte bianca, l’arte del fare il pane, mette insieme operatori diversi, ma che, alla fine, possono e devono collaborare. La nostra associazione ha già dimostrato di avere nel suo Dna la capacità di fare sinergia all’interno della filiera e intende lavorare ancora in tal senso. Al riguardo, le fiere possono fare molto, anche in digitale.
Il mondo del pane ha bisogno di modernizzarsi e di ripensare le modalità di offerta, che, dopo la pandemia, hanno subìto numerosi cambiamenti. Il restare a casa ha portato le persone a rivalutare quello che portano in tavola, quello che propongono ai loro bambini, mentre l’esigenza di sicurezza ci ha costretti a scegliere il pranzo portato da casa in ufficio. È su questi aspetti che dobbiamo lavorare, garantendo qualità e servizio».
Lavorare insieme, per il futuro del settore alimentare
Come si riprogetta, quindi, il futuro? Per Andrea Carrassi, direttore generale di Assitol, «l’operatore che riesce ad essere più “leggero” e resiliente aggancerà prima degli altri la ripresa. Però non si deve lavorare in solitudine: costruire insieme alla filiera occasioni di crescita è la chiave per il futuro del settore alimentare.
Oltre a rafforzare l’immagine del pane, che gli italiani continuano ad acquistare fresco e artigianale, dovremo lavorare su quella dell’olio extravergine d’oliva nell’ambito della ristorazione, che ha ampi margini di miglioramento».