L’oliveto superintensivo è caratterizzato da due elementi fondamentali inseparabili: il filare continuo e la ridotta dimensione degli alberi. Solo entrambi, infatti, permettono la efficiente raccolta meccanica in continuo con scavallatrice.
Le altissime densità di impianto, superiori a 1.200 alberi per ettaro, sono un aspetto agronomico conseguente i primi due. Inoltre, l’applicazione sostenibile del sistema colturale superintensivo dipende essenzialmente dalla disponibilità di varietà di olivo in possesso di specifiche caratteristiche vegeto-produttive, ancor di più di quanto richieda il sistema intensivo, con la raccolta meccanica discontinua ad albero singolo, effettuata con lo scuotitore di tronco.
Il sistema superintensivo, in virtù della formazione di una parete produttiva continua, è l’unico che permette l’integrale meccanizzazione di tutte le operazioni colturali, messa a dimora, potatura e raccolta incluse.
In particolare, gli studi sull’interazione pianta-macchina, nel caso di questo nuovo sistema colturale, hanno portato alla messa a punto, attraverso modifiche ad hoc, di vendemmiatrici a scuotimento orizzontale per la raccolta dell’olivo e alla individuazione di almeno 5-6 varietà idonee a tale tipologia di raccolta.
Queste indagini sperimentali, condotte dai ricercatori dell’Università di Bari dal 2001, proseguono con l’obiettivo di valutare l’adattabilità del maggior numero possibile di varietà italiane alla raccolta meccanica con scavallatrice.
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