Non solo la potatura e l’abbacchiatura, pratica di raccolta delle olive ancora in uso in alcuni areali olivicoli, ma anche la grandine, le gelate e persino il vento possono causare sulle piante di olivo ferite attraverso le quali può penetrare il batterio Pseudomonas savastanoi pv. savastanoi, agente della rogna dell’olivo.
Rogna dell’olivo, malattia batterica da ferite sulla pianta
Questa grave malattia batterica, spiega Michele Troiano, agronomo funzionario dell’Alsia Basilicata, è più diffusa di quanto si pensi negli oliveti lucani e italiani, sia per la facilità di ingresso del batterio nella pianta sia per la mancanza di una cura per la risoluzione definitiva della problematica.
«Il batterio penetra facilmente attraverso ferite causate ad esempio da potature, grandine, gelate, vento o dalla pratica della abbacchiatura. La malattia si riconosce facilmente per la presenza di tubercoli, cioè escrescenze tumorali, più o meno rotonde con superficie rugosa, sui rametti, sulle branche e sul tronco. Il danno consiste in una perdita di produzione dovuta al disseccamento della parte colpita, che pregiudica anche l’aspetto estetico della pianta».
Autunno e primavera, i periodi di maggiore infezione
Il batterio che vive sui rami degli olivi e sulla pagina inferiore delle foglie, si sviluppa in condizioni di clima temperato e umido. «Rimane inattivo sulle piante finché non si presentano le condizioni ideali per il suo sviluppo e non trova una via di accesso all’interno della pianta. I periodi di maggiore infezione sono l'autunno e la primavera: non appena qualche elemento esterno causerà una qualunque ferita sull’ospite il batterio si insedierà e troverà una via di penetrazione per poter in seguito moltiplicarsi».
Trattamenti rameici e prevenzione
Non esiste una cura per la risoluzione definitiva della rogna dell’olivo, sottolinea Troiano. «Su varietà ad alta suscettibilità si può ridurne la carica attraverso trattamenti a base di rame da effettuare, specialmente, dopo gli eventi che determinano le ferite. Oltre ai trattamenti rameici altre buone pratiche consistono nell’evitare l’impiego di attrezzi utilizzati per la potatura di piante infette o nel disinfettarli con soluzioni composte da acqua e rame, presenti in commercio, o semplicemente con acqua ossigenata. Inoltre è importante una potatura equilibrata tesa a eliminare anche le parti attaccate dalla rogna. Infine una concimazione equilibrata aiuterà la pianta a rimarginare bene le ferite».