Allo stato attuale è fondamentale integrare tutti i mezzi disponibili per riuscire a contenere in modo ecosostenibile le infestazioni di mosca delle olive (Bactrocera oleae). È questa l’indicazione operativa di Antonio Guario, agronomo fitoiatra responsabile ricerca e sviluppo presso Agrolab-Centro sperimentale diagnosi fitosanitarie di Noicattaro (Bari), per realizzare un efficace controllo del temibile parassita delle olive. Una indicazione che scaturisce dalla netta diminuzione delle sostanze attive disponibili e poggia su tre pilastri operativi:
- organizzazione del territorio,
- monitoraggio,
- sistemi integrati dei mezzi disponibili.
Controllo mosca olive, lavorare in ottica ecosostenibile
Per Guario occorre lavorare in un’ottica ecosostenibile.
«La possibilità di migliorare mezzi, strutture e tecniche applicative consente di sopperire alla mancanza di alcuni mezzi di protezione.
È in tali casi che l’agronomo, il fitopatologo e il fitoiatra devono collaborare per esprimere al meglio le proprie esperienze e conoscenze e contribuire insieme a superare le difficoltà.
Approfondendo la conoscenza del problema e acquisendo dati con il monitoraggio di campo potranno impostare al meglio la protezione delle piante da avversità fitosanitarie come la mosca delle olive».
L’organizzazione del territorio
Organizzazione del territorio significa, per Guario, valorizzare il ruolo delle associazioni, dei consorzi olivicoli e degli enti territoriali.
«Il loro impegno congiunto e coordinato deve prevedere sistemi di allerta capillare nelle diverse aree omogenee olivicole, organizzare l’informazione agli olivicoltori, informare gli olivicoltori sull’ottimale epoca di raccolta che in molti casi è anticipata rispetto alle tardive infestazioni, utilizzare al meglio e con maggiori finalità tecniche i finanziamenti europei».
Il monitoraggio: fattori climatici e DSS
Il monitoraggio è decisivo per fornire informazioni immediate e corrette agli agricoltori, sottolinea Guario.
«Esso permette di conoscere e valutare il comportamento bioetologico dell’insetto, i fattori abiotici, cioè quelli climatici, agronomici, ecc., i fattori biotici, cioè l’entomofauna naturale utile, gli aspetti agronomici e fisiologici della pianta che possono influenzare lo sviluppo della popolazione.
Sullo sviluppo delle infestazioni incidono in particolare i fattori climatici.
«Nei periodi estivi, in cui si registrano frequenti innalzamenti delle temperature superiori ai 35 °C e valori di umidità relativa molto bassi si riscontra un arresto delle infestazioni. Secondo recenti studi anche le basse temperature nel periodo invernale agiscono da fattore limitante per il fitofago, condizionando l’entità delle generazioni successive».
Nell’ambito dell’attività di monitoraggio sono certamente utili i dispositivi di supporto alle decisioni (DSS), osserva Guario.
«Essi permettono di prevedere possibili infestazioni e quindi di realizzare una tempestiva programmazione aziendale e territoriale sulla base della conoscenza del numero di generazioni che il dittero è in grado di svolgere in un determinato comprensorio. Tuttavia non indicano la percentuale d’infestazione reale presente nell’oliveto. Perciò rimane indispensabile il rilievo da parte dei tecnici sulle drupe prelevate in campo per definire l’esatta infestazione dacica».
Leggi la seconda parte pubblicata il 10 maggio 2023