Fino ad ora la lotta si è sempre basata sull’impiego di prodotti rameici, ma la possibilità di creare batterio resistenza e i rischi per l’ambiente e l’uomo, fanno puntare a nuove tecnologie più sostenibili. È con questo obiettivo che il gruppo di ricerca del dottor Luca Scotti, del dipartimento di scienze mediche orali e biotecnologiche dell’Università “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara, ha brevettato un nuovo nano materiale, Argirium SUNc, in grado di agire su numerosi batteri gram negativi e gram positivi. Luca Scotti ci racconta degli ultimi sviluppi.
Quando è nata la sperimentazione?
La ricerca su Argirium SUNc è iniziata nel 2004, ma mai applicata. Inizialmente, la sperimentazione è nata per lo studio su patologie in campo medico e chimico (catalizzatore), poi successivamente si è estesa alla fitopatologia.
Le ultime ricerche hanno interessato diversi microorganismi patogeni per le cultivar (pomodoro, tabacco...). Si sono conclusi i primi dati che hanno confermato i dati preliminari in vitro (es. Clavibacter michiganensis). Si tratta di un nuovo nano materiale ad ampio spettro in grado di agire su diversi batteri tra cui anche la Xylella fastidiosa.
Quali sono state le sperimentazioni su olivo?
Sono state svolte alcune prove su piante in vaso infettate da diversi patogeni di interesse. Piante che avevano subito uno o due trattamenti mensili, se reinfettate dal batterio risultavano molto più resistenti e solo a cariche batteriche molto più elevate.
I trattamenti su piante adulte sono stati svolti in maniera endoterapica (o idroponica per assorbimento radicale), cioè iniettando nello xilema della pianta al massimo 1 litro di prodotto. L’effetto del trattamento è stato quello di attivare le resistenze della pianta e, secondo i dati invito, destrutturare i biofilm formati dal patogeno.
Sono in programma studi sul campo che verranno eseguiti in collaborazione con il CNR di Bari, ente che prima di tutti insieme alla regione Puglia si è interessato della possibilità di attivare una nuova terapia a sostegno del patrimonio agricolo della regione.
Quale è il meccanismo di azione del prodotto?
Il nanomateriale, ad oggi testato sia in campo biomedico che agrifood (ovviamente con formulati differenti), ha la particolarità di attivare la cascata apoptotica dei microorganismi interagendo con la membrana. Le interazioni sono tali da indurre depolarizzazione di membrana, cosa che non avviene per le cellule eucariote che rimangono invece inalterate.
Il nuovo nanomateriale ha caratteristiche di stabilità e di riproducibilità che lo rendono idoneo alla sperimentazione. La sintesi richiede un supporto tecnologico completamente riprogettato e ad alta automazione. Le soluzioni ottenute dei nanomateriali possono essere progettate «su misura» a seconda della sperimentazione.
Avete già una indicazione sui costi del prodotto?
I costi di produzione sono ancora in fase di analisi. Sono necessari impianti ad elevata tecnologia ed è necessaria una analisi più precisa dei costi di produzione a livello industriale e delle possibili criticità. Il costo indicativo del prodotto è di circa 40/50 euro al litro, ma sono necessari ulteriori approfondimenti. La parte commerciale non sarà possibile prevederla se non a conclusione dei trial in corso.
Argirium SUNc è pronto ad uscire sul mercato?
No, siamo ancora in fase di sperimentazione. È stato già provato su numerose specie orticole come l’utilizzo in idroponica su pomodoro, ma per quanto riguarda l’olivo manca ancora la sperimentazione in campo. Visti i risultati ottenuti in laboratorio abbiamo ricevuto una richiesta dalla Regione Puglia e dal CNR per cominciare una sperimentazione in campo su olivete colpite da Xylella. Inoltre, stiamo cominciando a lavorare su un formulato per la somministrazione fogliare.