Ferma il vettore e fermerai l’infezione.
Metti nel mirino le sputacchine
e riuscirai a colpire la Xylella.
È per questo che, nell’azione di controllo e contenimento del batterio Xylella fastidiosa subsp. pauca ST53 che sta dilagando sugli oliveti pugliesi, assume particolare interesse il comportamento dei suoi vettori (Philaenus spumarius e Neophilaenus campestris, genericamente indicati come “sputacchine”) per individuare il momento dell’infezione di una pianta sana.
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Cogli l’attimo
Questo momento desta particolare interesse perché è la prima trasmissione a cambiare lo
stato della pianta e causare la progressione del batterio sul territorio, che viene così pian piano invaso dal batterio. Limitare le infezioni al minimo è quindi l’unica azione utile e anche l’unico obiettivo da perseguire per fermare l’invasione del batterio e riconquistare gli oliveti perduti.
È l’indicazione operativa formulata da un’équipe di ricerca sui vettori del batterio, costituita da Francesco Porcelli, docente del Dipartimento di scienze del suolo, della pianta e degli alimenti (Disspa) - Sezione di entomologia e zoologia dell’Università di Bari (Uniba), Francesca Garganese, RTD Uniba, e Ugo Picciotti, PhD Student Uniba. Una indicazione proposta da Porcelli in occasione del convegno “Xylella: quale futuro?” tenuto a Marina di Ostuni (Br).
Serbatoi saturi
In questa esperienza i ricercatori non considerano le trasmissioni che si succedono dopo la prima, inflitte a una pianta già infetta da parte di vettori che possono aver acquisito il batterio dalla stessa pianta o da una pianta diversa da quella cui lo trasmettono.
«Queste ultime due evenienze -puntualizza Porcelli -, pure importanti, hanno forse impatto maggiore sull’espressione e sulla gravità dei sintomi piuttosto che sulla condizione di serbatoio del batterio che origina dalla prima infezione inflitta alla pianta».
«Certamente il numero assoluto di vettori è uno dei fattori principali e, data la numerosità delle popolazioni di vettori non è difficile che si arrivi a una sorta di saturazione e che quindi entrino in gioco trasmissioni a piante già infette».
La breve finestra temporale dell’infezione
Le infezioni, trasmesse all’olivo solo dagli adulti di sputacchina, avvengono durante una breve finestra temporale (ovvero nel passaggio dei giovani adulti dalle erbe spontanee all’olivo, attorno al mese di aprile maggio- vedi nel grafico).
«Occorre quindi- sottolinea Porcelli -, non sbagliare il timing dell’intervento adulticida per riuscire a colpire il maggior numero possibile di vettori adulti pronti a trasmettere l’infezione».
«E oltre a questo è opportuno – prosegue il docente-, seguire una precisa strategia che abbia l’obiettivo di minimizzare la carica batterica nella pianta, riducendo la capacità dei vettori di acquisire o trasmettere la Xylella».
La strategia per punti
Eccola per punti:
- ridurre le popolazioni del vettore durante l’evoluzione degli stadi preimmaginali, disaccoppiati dall’olivo, che possono essere bersagliati con diversi mezzi di controllo indirizzati verso una popolazione pressoché immobile;
- intervenire contro gli adulti con uno-due interventi preventivi e protettivi mirati a impedire nuove infezioni (controllo delle infezioni) colpendo i vettori alla loro prima acquisizione o, al massimo, alla prima infezione/trasmissione;
- eseguire azioni di controllo suppletive come le lavorazioni superficiali invernali per disturbare le ovature, oppure ulteriori interventi chimici comunque effettuati per il controllo di altri fitofagi dell’olivo (queste azioni saranno utili solo nel caso in cui i conteggi dimostrino l’esistenza di un preoccupante numero di adulti infettanti).
«Sottolineo – dice Porcelli - l’importanza del controllo dei vettori quando sono ancora giovani in modo che il controllo delle infezioni causate dagli adulti di sputacchina sia efficace anche con gli insetticidi e con le tecniche innovative di applicazione oggi a disposizione».
Un intervento in cui non bisogna andare tanto per il sottile. «Bisogna indirizzare le azioni di controllo contro le due sputacchine, Philaenus spumarius e Neophilaenus campestris, principali vettori di Xylella, nella loro complessiva popolazione sia perché presenti quasi contemporaneamente in campo, sia perché non esistono interventi di controllo selettivi».
La dispersione dei vettori: attiva e passiva
Altro aspetto importante del comportamento dei vettori, che sono i soli responsabili dell’invasione del batterio, ha ricordato Porcelli, è la loro dispersione da adulti: attiva o passiva. «La dispersione attiva è di circa tre chilometri l’anno ma i dati disponibili sono molto influenzati dalla dimensione della popolazione».
«La dispersione passiva avviene anche quando le sputacchine Philaenus spumarius o Neophilaenus campestris saltano su automezzi che percorrano strade fiancheggiate da piante spontanee e si fanno trasportare per tratti più o meno lunghi».
«Una breve serie di esperimenti condotti su strade interpoderali e procedendo fra i 20 e i 40 km/h permette valutare la permanenza dei vettori sul mezzo di trasporto in circa 600 metri. Su strada asfaltata i vettori vengono strappati dal vento quando l’autovettura raggiunge circa 80 km/h».
Un modello predittivo a rete
Porcelli ha verificato l’efficacia della strategia di lotta integrata proposta in due lavori scientifici di recente pubblicazione (clicca qui e qui).
In questi lavori, utilizzando un modello predittivo a rete, Porcelli ha dimostrato che grazie ad alcune azioni chiave contro le sputacchine, effettuate con un tempismo appropriato, si può mitigare o addirittura fermare l'invasione della Xylella.