Tra la fine di giugno e l’inizio di agosto numerosi agricoltori e tecnici agricoli hanno segnalato una presenza eccessiva rispetto agli anni scorsi di cicale in oliveti ubicati nel territorio compreso fra le province di Bari, Barletta-Andria-Trani, Foggia e Potenza. Una presenza quantitativamente anomala che ha attirato, in particolare, l’attenzione di Mario Cardone, agronomo di Lavello (Pz) operante nel territorio prima citato, su questi insetti ritenuti comunemente di basso rilievo fitosanitario sia per la loro diffusione tipicamente stagionale, cioè estiva, sia per i danni diretti di solito poco rilevanti.
Proliferazione di cicale oltre la norma
«Durante la prima parte dell’estate la presenza di cicale nei nostri oliveti è normale. Tuttavia quest’anno c’è stata sicuramente una proliferazione di questi insetti oltre la norma, forse favorita dall’inverno molto mite. Ci siamo accorti di tale maggiore diffusione sia per il frinire più assordante del solito, sia per il maggior numero, verificato su campioni di olivi, di punture di suzione e di ovideposizione. Inoltre le lesioni da punture sono presenti non solo sui giovani rami, come di solito accade, ma anche su rami di diversi anni di età e su tronchi. Su olivi adulti i danni rimangono comunque limitati. Invece su olivi giovani, come è evidente in nuovi impianti intensivi e superintensivi, le lesioni causate dalle punture di ovideposizione, che si presentano come microferite simili a piccole tacche longitudinali, da un lato provocano un danno diretto sulle piante, dall’altro possono costituire la porta di ingresso di batteriosi come la rogna dell’olivo, soprattutto in presenza di pioggerelline o comunque di un elevato livello di umidità relativa».
Irrigazione e inerbimento favoriscono l’attività delle cicale
Osservando con attenzione numerosi oliveti Cardone ha verificato che le pratiche agronomiche condizionano notevolmente l’attività delle cicale.
«Gli oliveti nei quali si evidenzia una maggiore incidenza delle lesioni di punture di ovideposizione sono quelli irrigui e inerbiti. Irrigazione e inerbimento formano condizioni ambientali più favorevoli al fitofago perché gli olivi tendono a mantenere tessuti vegetali più teneri e, quindi, più suscettibili alle ovideposizioni».
Uno studio della ex Facoltà di Agraria di Bari

A supporto di quanto verificato negli oliveti quest’anno Cardone riferisce di uno studio realizzato dall’Istituto di Entomologia agraria della ex Facoltà di Agraria di Bari con osservazioni sulla bioetologia e sui danni da ovideposizione dei Cicadidi condotte in campo fra il 1985 e il 1991 in oliveti sparsi fra Barletta, Bitetto (Ba) e Lecce e su un ciliegeto in agro di Ruvo di Puglia (Ba).
«La ricerca, presentata alle Giornate fitopatologiche del 1992 e presente nei relativi Atti, rileva che “le ferite di ovideposizione non procurano alcun danno economico su alberi in piena produzione, mentre su piante giovani il disseccamento può compromettere la vita dell’intera pianta. Per l’olivo è stato verificato che le lesioni da ovideposizione possono costituire una via per l’infezione di Pseudomonas syringae pv. savastanoi, agente della rogna dell’olivo”. Poiché i danni rilevati “sono lievi ed economicamente trascurabili su piante adulte, risultano invece gravi (elevata percentuale di fallanze) quando le ovideposizioni interessano giovani olivi”, i ricercatori, “dovendo realizzare nuovi impianti in comprensori con elevata densità di Cicadidi”, ritenevano “più conveniente utilizzare piantoni di 2 o più anni per evitare che si verifichino numerose fallanze”».
Trattamenti a base di acetamiprid
Oltre al pur sempre valido accorgimento suggerito dalla vecchia ricerca dell’Istituto di Entomologia agraria Cardone ha consigliato agli olivicoltori di tamponare la popolazione crescente di cicale con trattamenti a base di acetamiprid, sostanza attiva che agisce sul sistema nervoso dell’insetto portandolo alla paralisi e quindi alla morte.
«Consiglio anche di prevenire l’insorgenza di infezioni secondarie, che possono svilupparsi dalle lesioni causate dalle punture di suzione e ovideposizione, facendo ricorso a prodotti rameici o cicatrizzanti, utili soprattutto quando si verificano condizioni climatiche, piogge estive ed elevata umidità relativa, favorevoli all’insediamento della rogna dell’olivo»