Controllo primaverile e prevenzione dell’occhio di pavone sull’olivo

occhio di pavone
Sono proprio i mesi primaverili da marzo ad aprile quelli in cui possiamo intervenire contro l’occhio di pavone, malattia fungina largamente diffusa nelle olivete italiane

L’autunno e l’inverno appena finiti sono stati caratterizzati da un clima piovoso con temperature miti. Sono proprio queste le condizioni ottimali che portano alla diffusione dell’occhio di pavone (Venturia oleaginea) su olivo. Le condizioni dell’oliveto influenzano la diffusione di questo fungo, che si sviluppa maggiormente nei casi dove chiome troppo fitte non consentono una sufficiente areazione creando condizioni di umidità favorevoli al suo sviluppo.

Ciclo di sviluppo e diffusione

L’occhio di pavone è causato da Venturia oleaginea (prima conosciuto come Spilocea oleaginea). Questo micete si diffonde attraverso conidi trasportati principalmente da pioggia e vento.

L’infezione avviene a livello fogliare dove si ha prima una fase in cui il fungo degrada la cuticola esterna della foglia per raggiungere l’epidermide. Una volta colonizzati i tessuti si comincerà a vedere i sintomi dati dalle caratteristiche macchie circolari che con l’avanzare dell’infezione diventeranno anelli concentrici di colore grigiastro, fino poi a sviluppare zone clorotiche.

Condizioni ottimali di sviluppo

Come descritto nel precedente paragrafo, l’occhio di pavone si diffonde in condizioni di elevata umidità e a temperature comprese tra i 16 e 24 °C. Questa malattia ha una ampia diffusione in tutto l’areale Mediterraneo ed è strettamente collegata alla presenza dell’olivo. Nella sua diffusione va anche tenuto conto della suscettibilità delle diverse varietà di olea europea o olivo alla malattia:

  • cultivar suscettibili: Moraiolo, Ogliarola, Carolea ecc.;
  • cultivar mediamente suscettibili: Frantoio, Biancolilla, Cerasuola, Nocellara del Belice ecc.;
  • cultivar resistenti: Leccino, Leccio del Corno, Madonna dell’impruneta, Ascolana, Cellina di Nardò, Ottobratica ecc.

Quali danni

Questo fungo si sviluppa principalmente a livello fogliare e quasi mai su germogli e fiori. Nei casi in cui la malattia si è particolarmente diffusa, può causare intense defogliazioni. Dal punto di vista produttivo è proprio la defogliazione che influisce sulla successiva fase di fioritura e allegagione, con conseguenti danni produttivi.

Controllo della malattia

La prevenzione alla diffusione di Venturia oleaginea deve partire dalla gestione agronomica dell’oliveto. L’obiettivo è quello di ridurre l’inoculo del fungo creando un ambiente non idoneo alla sua diffusione attraverso la potatura, la rimozione della vegetazione in eccesso e il mantenimento del cotico erboso.

Per quanto riguarda invece l’impiego di prodotti fitosanitari si prevede l’utilizzo di prodotti fungicidi sia a scopo preventivo che curativo.

Nel periodo primaverile è consigliato effettuare un trattamento preventivo a base di prodotti rameici in grado di disinfettare le ferite e provocare la caduta delle foglie infette grazie all’azione fitotossica del rame. Negli ultimi anni è cresciuto in maniera considerevole l’utilizzo di prodotti a base di induttori di resistenza o microorganismi utilizzabili anche in agricoltura biologica (Tutto sui biostimolanti, utilizzo in olivicoltura).


Leggi anche: Occhio di pavone, malattia fungina sempre più diffusa negli areali olivicoli italiani

Controllo primaverile e prevenzione dell’occhio di pavone sull’olivo - Ultima modifica: 2024-04-02T11:21:42+02:00 da Barbara Gamberini

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