Un'applicazione per smartphone, dedicata alla tracciabilità dell’olio extravergine di oliva prodotto dagli olivi monumentali pugliesi. L’ha realizzata, attraverso un progetto pilota, il Servizio Associazionismo Qualità e Mercati del Dipartimento Agricoltura, sviluppo rurale e ambientale della Regione Puglia, in collaborazione con la Mermec Engineering di Noci (Ba). I risultati della sperimentazione digitale dell’App Ulìa sono stati presentati in una conferenza stampa dall'assessore all'Agricoltura, Donato Pentassuglia, insieme con Luigi Trotta, dirigente della Sezione Competitività delle Filiere Agroalimentari del Dipartimento Agricoltura, Francesco Matarrese, responsabile del procedimento per il progetto App Ulìa, Apollonia Netti, Software Development & System Integration Manager - Mermec Engineering, e Walter Maselli, direttore di esecuzione del contratto per InnovaPuglia.
Con l’App Ulìa innovazione vera
Sono 355.000 gli olivi monumentali pugliesi già censiti e con la “carta di identità”, un codice di identificazione univoco attribuito ad ogni esemplare, per tutelare un patrimonio inestimabile della Puglia.
«Con l’App Ulìa la Regione Puglia introduce un’innovazione vera nella produzione dell’olio extra vergine d’oliva sul fronte della tracciabilità – ha sottolineato l’assessore Pentassuglia –. Mi auguro che tale innovazione venga percepita positivamente da tutto il comparto».
L'App Ulìa si inserisce a pieno titolo in una logica di promozione degli olivi secolari e dell’olio extra vergine d’oliva prodotto da tali olivi.
«È un mosaico complesso, che riguarda tutela e valorizzazione delle nostre produzioni e delle nostre piante. Con l’App Ulìa rendiamo il consumatore consapevole dell’acquisto e utilizziamo un sapere tecnologico per raccontare la storia dei nostri olivi monumentali. Sicuramente mi auguro che questo tipo di sperimentazione possa inserirsi anche in un’ottica di brand, visto che l’olivo secolare è molto apprezzato anche in funzione dei prossimi eventi previsti in Puglia».
Al progetto App Ulìa hanno partecipato 5 aziende agricole
Al progetto hanno partecipato cinque aziende agricole (Azienda Agricola Columella, Masseria Brancati e Masseria Asciano, tutte e tre di Ostuni-Br, Tenuta Chianchizza azienda agricola Fratelli Barnaba e Azienda agricola Annese, entra,mbe di Monopoli-Ba) che producono olio extra vergine d’oliva nella Piana degli olivi monumentali di Puglia, la quale si estende dalla parte meridionale della provincia di Bari fino alla città di Brindisi.
Sono stati individuati gli alberi, regolarmente censiti, e dopo le procedure di raccolta, la molitura è avvenuta in microfrantoi, in grado di molire anche solo 50 chili di olive. In totale sono stati raccolti nella campagna olearia 2023 sui 14 alberi monumentali interessati dalla sperimentazione ben 1.298 chilogrammi di olive, pari a 150,4 litri di olio extravergine d’oliva, confezionato in ben 469 bottiglie di vario taglio.
Dal QR code tutto sugli olivi monumentali
Ai consumatori basterà scansionare il QR code presente sul collarino delle bottiglie di olio da 100, 250 e 500 ml per poter visualizzare, attraverso l’App Ulìa, gli olivi monumentali dai quali le olive sono state raccolte, le diverse fasi della produzione, le foto a corredo e la scheda di ognuna delle cinque aziende agricole che hanno partecipato alla sperimentazione.
Una serie di informazioni che danno un valore aggiunto sul mercato a un olio extra vergine d’oliva di altissima qualità e consentono una tracciabilità consapevole, capace di veicolare anche la bellezza del territorio dove gli olivi monumentali dimorano, nonostante l’attacco del batterio Xylella fastidiosa.
Un progetto per valorizzare gli olivi monumentali pugliesi
La sperimentazione attivata con la realizzazione dell’App Ulìa, destinata alla tracciabilità documentata dell’olio extra vergine d’oliva di Puglia, si inserisce a pieno titolo nelle attività previste dalla Legge regionale n. 14/07 “Tutela e valorizzazione del paesaggio degli ulivi monumentali della Puglia”.
Tale sperimentazione continuerà per tutto il 2024, con una nuova raccolta e molitura, ad alto tasso di riconoscibilità dell’oro verde di Puglia e del territorio che da secoli è capace di generarlo.
Sicuramente da un punto di vista “teatrale” è cosa meritevole. Ma gli olivicoltori hanno bisogno di ben altro, a partire dalla sicurezza. Molte olive si raccolgono non perché pronte per essere trasformate in olio, ma raccolte quanto prima per non essere saccheggiate. Rese basse olio acerbo ma buono per tagliare cattivi oli. Gli olivicoltori non hanno bisogno di chiacchiere, ma di fatti.