Finoliva Global Service, dove abitano cooperazione e aggregazione

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Finoliva Global Service spa, una delle più grandi realtà italiane della filiera olivicolo-olearia completa, ha sede a Bitonto (Ba)
L’inaugurazione di nuove strutture presso l’importante centro olivicolo-oleario di Bitonto (Ba) è stata l’occasione per discutere delle strategie per valorizzare le produzioni e i territori

«Finoliva Global Service è l’esempio di come, difendendo l’eccellenza del made in Italy, si possa fare impresa con successo, valorizzando il prodotto e non svendendolo, con una capacità straordinaria di sfidare il mercato facendo valere la propria qualità ed educando l’acquirente e il consumatore a riconoscerla e apprezzarla».

È con queste parole che Gennaro Sicolo, presidente di Italia Olivicola e vice presidente di Cia Agricoltori Italiani (nonché presidente di Cia Puglia), ha salutato l’inaugurazione di nuove strutture di stoccaggio e conservazione dell’olio extra vergine di oliva da parte di Finoliva Global Service spa, una delle più grandi realtà italiane della filiera olivicolo-olearia completa, con sede a Bitonto (Bari). Lo ha fatto durante il convegno nazionale “Olio Evo Bio, Dop, Igp, Sostenibile: un processo di valorizzazione delle produzioni e dei territori” organizzato da Finoliva Global Service in collaborazione con Cia Agricoltori Italiani, Italia Olivicola e Legacoop.

Inaugurazione
L'inaugurazione delle nuove strutture di stoccaggio e conservazione dell'olio extra vergine d'oliva di Finoliva Global Service

Fracchiolla: «Finoliva è cuore di una filiera sinergica»

Benedetto Fracchiolla
Benedetto Fracchiolla

Parole, quelle di Sicolo, appropriate perché, come ha illustrato Benedetto Fracchiolla, presidente del consiglio di amministrazione di Finoliva Global Service, «questa realtà produttiva e commerciale bitontina è leader in Italia nella produzione di olio extra vergine d’oliva e cuore di una filiera sinergica che coinvolge le tre regioni olivicole italiane più importanti: Puglia, Calabria e Sicilia».

Finoliva infatti comprende

  • 24.000 produttori olivicoli,
  • 82 cooperative/frantoi aziendali e
  • 21 organizzazioni di produttori.

«Con circa 55 milioni di euro di fatturato Finoliva valorizza, promuove, commercializza ed esporta olio extra vergine d’oliva in ogni parte del mondo. In stretto raccordo con Italia Olivicola, in un sistema di rete e di collaborazione continua, nel 2022, malgrado sia stata un’annata difficile per l’olivicoltura italiana e meridionale in particolare, Finoliva ha rappresentato e prodotto numeri di assoluto rilievo:

olio extra vergine di oliva 100% italiano 7.288.711 litri
olio extravergine di oliva comunitario 0 litri
totale litri commercializzati 8.371.234 litri
totale olive raccolte (stima) 53.000.000 kg
totale superficie olivicola (stima) 15.000 Ha
totale piante di olivo (stima) 4.500.000 (n.)

Sempre nel 2022 le tipologie di olio ritirato, esclusivamente italiano, sono state in percentuale le seguenti:

  • 100% italiano, 68%;
  • Dop/Igp, 8%;
  • Bio/Bio Dop, 24%.

Il 100% della produzione commercializzata (confezionata e sfusa) viene certificata da ente terzo Standard UNI ISO 22005».

Fini: «Finoliva valorizza il prodotto per gli olivicoltori»

Cristiano Fini
Cristiano Fini

Cristiano Fini, presidente di Cia Agricoltori Italiani, ha voluto partire dalla manifestazione di piazza organizzata dalla Cia il 26 ottobre per richiamare l’attenzione sulla difficile situazione che vivono gli agricoltori italiani in tutte le filiere.

«Vogliamo lanciare il nostro grido di dolore verso le istituzioni, verso chi sta a monte di noi agricoltori nelle filiere, nonché nei confronti dell’Unione europea. Vogliamo risollevare le sorti di un’agricoltura che soffre gli effetti dei cambiamenti climatici, le fitopatie, l’aumento dei costi di produzione, l’innalzamento dei tassi dei mutui, perché queste sono le condizioni in cui vivono e operano gli agricoltori.

Sono partito dalla descrizione del difficile presente per rimarcare il contesto completamente diverso nel quale oggi ci troviamo, al cui interno i problemi si affrontano con la formazione, la ricerca, la sostenibilità in termini di attenzione all’ambiente ed economia circolare. Ma soprattutto perché qua c’è la valorizzazione del prodotto nell’interesse degli olivicoltori, qua c’è una filiera equa.

Scenderemo in piazza per rivendicare l’equa distribuzione del valore, pensate che solo il 7% del valore accumulato lungo la filiera rimane ai produttori. Perciò, quando ci sono strutture che pensano in primo luogo ai produttori, come questa, modelli esemplari di aggregazione come Finoliva, è bene dirlo, rimarcarlo. Una distribuzione del valore a vantaggio degli agricoltori, questo è il tema da affrontare se vogliano dare un futuro all’agricoltura italiana e in particolare alla nostra olivicoltura».

Rollo: «Con Finoliva cooperazione è leva per lo sviluppo»

Carmelo Rollo
Carmelo Rollo

«Dobbiamo ringraziare chi ha avuto, anni fa, una visione futura della cooperazione come leva per lo sviluppo dell’agricoltura e dell’olivicoltura in particolare – ha rilevato Carmelo Rollo, vice presidente di Legacoop nazionale e presidente di Legacoop Puglia –. Finoliva è una risposta positiva agli imprenditori agricoli. Possono essere le cooperative o i consorzi, l’importante è aggregare.

Anche Cia e Legacoop devono essere più vicine in una strategia comune, quando si riesce a unirsi i risultati si vedono. Abbiamo necessità di una visione comune, di una strategia dove ognuno si sente protagonista, una parte del tutto, e tutti insieme definiamo l’obiettivo. Questo è il comparto più importante del settore agricolo del Mezzogiorno, adesso abbiamo il dovere di innovare con una politica sostenibile, anche sotto il profilo ambientale. Questo è ciò che possiamo fare tutti insieme, a tale obiettivo il sistema cooperativo può e vuole dare il proprio contributo».

Sicolo: «Finoliva è la casa degli olivicoltori»

Gennaro Sicolo
Gennaro Sicolo

Finoliva senza i produttori olivicoli non esiste, solo con essi ha un senso, ha sostenuto Sicolo.

«In 20 anni abbiamo legato i produttori a Finoliva, a partire dai programmi di miglioramento della qualità. Questa struttura è e sarà la casa degli olivicoltori, Prima come Cno, adesso come Italia Olivicola abbiamo creato una forza di maggioranza nel comparto olivicolo italiano. Finoliva è protagonista di questo percorso associativo».

La pace

Ma Sicolo ha affrontato anche altri temi: la pace, la Xylella, il mercato. «Noi agricoltori, noi olivicoltori vogliamo innanzitutto la pace: nella guerra le aziende agricole si impoveriscono perché aumentano i costi di tutto ed è più difficile vendere il nostro olio. Gli agricoltori europei sono per la pace perché soffrono più di tutti Perciò suggerisco di convocare le organizzazioni agricole del Copa-Cogeca per una manifestazione unitaria per la pace».

La Xylella

Una pace diversa, intesa come tranquillità operativa, sarà possibile per gli olivicoltori pugliesi quando si riuscirà realmente a bloccare l’avanzata della Xylella fastidiosa, ha poi aggiunto Sicolo.

«In Puglia abbiamo perso 24 milioni di olivi. Non cerchiamo alternative colturali, né potrebbero esserlo il carrubo o il melograno. Nel Salento vogliamo ritornare a coltivare olivi, ma non possiamo limitarci a due varietà, Fs-17 e Leccino, senza peraltro sapere quanto potrà durare la loro resistenza al batterio. Su oltre 500 varietà italiane di olivo, possibile che non ce ne siano altre resistenti a Xylella? Per come coltivare i nuovi oliveti alcuni docenti universitari propongono il modello del superintensivo: ma come si fa a proporlo con una superficie media aziendale di 1,5 ha e senza acqua? Per farlo bene occorrono almeno 15 ha e acqua, tanta acqua. E poi ci propongono Arbequina e Arbosana, il cui olio viene commercializzato aggiungendoci il 5% di Coratina! Noi vogliamo coltivare varietà realmente italiane, altrimenti saremo falliti. Dobbiamo ammetterlo, malgrado l’impegno della Regione Puglia, il batterio, sia pure lentamente, avanza. Anche nei nostri territori, qua a Bitonto, ci sono aziende assenteiste, che non fanno i lavori e non tengono in ordine i terreni. Come Cia chiediamo un commissario specifico, una legge speciale, il ripopolamento olivicolo con finanziamenti adeguati, per una reale ripresa economica e paesaggistica».

Il mercato

Sul mercato dell’olio d’oliva è in atto una truffa, ha infine ammonito Sicolo. «Di recente sono arrivate sul mercato miscele di olio extra vergine e di oli di semi, con condimenti quali il peperoncino o altri. Queste miscele sono state intrufolate sugli scaffali della Gdo fra gli oli extra vergine d’oliva. Una manovra subdola per confondere i compratori. Abbiamo avvisato il ministro dell’Agricoltura, che ha provveduto a farli togliere. Le miscele possono trovare posto fra i condimenti, senza creare voluta confusione».

Finoliva Global Service, dove abitano cooperazione e aggregazione - Ultima modifica: 2023-10-16T14:29:15+02:00 da Giuseppe Francesco Sportelli

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