Il ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida ha firmato i decreti a sostegno delle impese agricole di Lombardia, Piemonte, Calabria e Puglia che sono rimaste danneggiate dagli effetti della siccità durante il 2022. I decreti prevedono infatti la declaratoria di eccezionali avversità atmosferiche, che consente alle aziende di fare richiesta di indennizzo al Fondo di solidarietà nazionale. «In questo modo anche le aziende che operano nei territori colpiti dalla siccità in Lombardia, Piemonte, Calabria e Puglia – afferma Lollobrigida – hanno ricevuto un segnale chiaro e concreto dal governo, che le supporta davanti a uno dei fenomeni più dannosi per la produzione».
Grossi danni da siccità negli oliveti di Puglia e Calabria
Fra le aziende più colpite dalla siccità primaverile ed estiva nel corso del 2022 spiccano, in Puglia e Calabria, le aziende olivicole.
Le lunghe ondate di afa, con temperature superiori per settimane ai 40 °C, e la siccità perdurante mesi hanno seccato la terra e letteralmente “asciugato” gli olivi. Il caldo anomalo, che a maggio ha compromesso la fioritura e l’allegagione, e il deficit idrico, che da luglio in poi ha danneggiato l’accrescimento delle drupe, hanno, infatti, creato le condizioni per un’annata molto sfavorevole per la produzione di olive.
Solo gli olivicoltori che hanno potuto contare su disponibilità idriche, sia pur limitate, sono state in grado di fornire alle loro piante irrigazioni di soccorso. I danni all’olivicoltura sono stati enormi: la produzione di olive, e quindi di olio di oliva, per la campagna 2022-2023 nelle principali regioni olivicole del Sud Italia (Puglia, Calabria, Sicilia e Campania) ha subito un calo medio di circa il 30% rispetto alla precedente, con crolli in alcune aree addirittura del 40-50%.
L’acqua è vitale per la moderna olivicoltura
La scorsa annata ha confermato che, malgrado l’olivo sia molto resistente alla siccità, l’acqua svolge comunque un ruolo fondamentale in determinate fasi del suo ciclo vitale. Altrimenti, come è accaduto nel 2022, in condizioni di caldo eccessivo e siccità estrema la pianta si trova costretta a sacrificare parte della sua produzione.
La forte riduzione dell’allegagione e la diffusa presenza prima sulle piante e poi sul terreno di drupe striminzite e secche sono segni tangibili degli scompensi climatici. Ma anche quando le olive sono riuscite ad accrescersi, lo stress idrico ha disidratato la polpa e ne ha compromesso lo sviluppo, riducendo la formazione dell’olio.
Una situazione molto preoccupante, probabilmente destinata a ripetersi durante il 2023 e negli anni prossimi, che rende sempre più indispensabili invasi e infrastrutture idriche moderne, oltre a una migliore gestione del suolo, con tecniche volte al contenimento delle perdite idriche.