Annata olivicolo-olearia 2021, sicuramente migliore rispetto a quella del 2020

annata olivicolo-olearia 2021
È già tempo di raccolta delle olive. Per Confagricoltura le quantità sono variabili da zona a zona, ma i risultati qualitativi sono buoni. Sarà un’annata sicuramente più positiva di quella 2020, soprattutto al Sud, ma ancora sotto le potenzialità

In leggera ripresa rispetto all’annata 2020, anche se con forti differenze tra il Nord e le aree del Centro e soprattutto del Sud. Si annuncia così l’esito produttivo dell’annata olivicolo-olearia 2021-22, secondo le prime stime presentate da Confagricoltura, mentre nella Sicilia orientale si svolgono già le prime operazioni di raccolta.

Annata olivicolo-olearia 2021 con rese variabili per siccità

Le elevate temperature e il basso livello di umidità hanno contribuito a contenere gli attacchi della mosca delle olive

Le quantità sono variabili da zona a zona, anche nella stessa regione, per effetto di eventi climatici dannosi, soprattutto la siccità. Invece la qualità è quasi dovunque buona, se non ottima. In generale, comunica Confagricoltura, gli operatori sono soddisfatti per lo stato fitosanitario delle drupe. Le elevate temperature e il basso livello di umidità hanno contribuito a contenere gli attacchi della mosca delle olive. Ma la mancanza d’acqua, dovuta a un’estate priva di piogge e particolarmente asciutta, limiterà la resa in molte province olivicole.

Produzione dimezzata o azzerata al Nord

La produzione di olio extravergine d’oliva, in particolare in Veneto e Lombardia, è stata praticamente azzerata dalle condizioni climatiche avverse: prima le gelate, che hanno ritardato le fioriture, poi le grandinate estive che hanno dato il colpo di grazia, con perdite anche del 90%. In Liguria la riduzione arriverà al 50% per fitopatologie che a luglio hanno provocato la cascola di olive sane. Anche in Emilia-Romagna la produzione è dimezzata.

Al Centro situazione variegata, riduzione media del 25%

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Al Centro la situazione produttiva appare variegata, ma in generale registrerà una riduzione media del 25%

La situazione al Centro si presenta molto variegata in funzione dell’andamento climatico e della disponibilità idrica, ma in generale ci si aspetta una riduzione del 25% rispetto al 2020. In Toscana, sulla costa, si avrà circa il 50% della produzione potenziale; nelle zone interne si scenderà al 30%, ma lo stato fitosanitario delle drupe è sotto controllo. In Abruzzo, rispetto allo scorso anno, la produzione registrerà un aumento del 10% con risultati migliori nel Chietino e nel Pescarese. In Umbria si avrà un calo importante, anche se la qualità sarà ottima. Per Marche e Sardegna si prevede una contrazione delle rese. Nel Lazio l’andamento produttivo si mostrerà a macchia di leopardo: le province di Latina e Frosinone lasciano presagire una buona raccolta, mentre quelle Rieti, Viterbo e Roma avranno volumi più bassi.

Al Sud buone rese pressoché dovunque

Olive siccità
Al Sud le rese sono buone, ma dove è mancata l'irrigazione di soccorso le olive appaiono striminzite e l'esito produttivo non sarà eccellente

Tiene l’olio extravergine di oliva nelle regioni meridionali, ad eccezione della Campania, dove si prevede un calo del 30%. In Molise, nonostante la siccità, si prevede un aumento delle rese del 10%, con un prodotto di discreta qualità. In Puglia si annuncia un’annata di carica, ma i volumi produttivi sono in parte condizionati dalla siccità: dove c’è stata disponibilità di irrigazione di soccorso si è riusciti a tamponarne gli effetti disastrosi, pur sopportando costi di produzione più elevati. Nel Salento entreranno in produzione numerosi impianti di Fs-17 o Favolosa, varietà resistente al batterio Xylella fastidiosa.

In Sicilia c’è soddisfazione per lo stato fitosanitario delle olive, la quantità invece è variabile. Si sta già iniziando a raccogliere nella zona orientale per le produzioni di alta qualità, con rese in olio limitate fra il 6% il 10%. In Calabria la campagna presenta una situazione decisamente diversificata, con le aree costiere delle province di Cosenza e Crotone in carica e una buona produzione anche nelle zone interne. Buoni i risultati produttivi nel Catanzarese, mentre nelle province di Vibo e Reggio Calabria le produzioni si preannunciano meno positive dal punto di vista dei volumi.

Placida: «Annata olivicolo-olearia 2021 con siccità»

Walter Placida
Walter Placida

Il comparto olivicolo-oleario è fortemente influenzato dai cambiamenti climatici estremi, dichiara Walter Placida, presidente della Federazione olivicola nazionale (FNP Olio) di Confagricoltura. «Abbiamo avuto una stagione segnata da una diffusa siccità, in particolare nelle regioni meridionali, che ha favorito il contenimento delle problematiche fitosanitarie, ma ha influenzato i volumi produttivi. Soltanto le prossime settimane, con il clima che ci sarà all'inizio dell'autunno, potranno chiarire l’andamento anche in termini di resa in olio».

Loiodice: «Trovare risorse finanziarie per l’irrigazione»

Tommaso Loiodice
Tommaso Loiodice

Anche per il presidente di Unapol (Unione nazionale associazioni produttori olivicoli), Tommaso Loiodice, la siccità ha lasciato il segno, dove è mancata l’irrigazione di soccorso: «Mi auguro che si possano trovare le risorse finanziarie da mettere a disposizione del comparto per ampliare i sistemi di irrigazione, in modo da affrontare meglio periodi di siccità come quelli che hanno caratterizzato la campagna attuale».

 Alcuni dati di mercato

L’Italia è il primo Paese importatore mondiale di olio di oliva (da Spagna, Grecia, Tunisia, Portogallo) e quello che ne consuma di più: quasi 13 litri/anno pro capite. È invece il secondo produttore, dopo la Spagna, e il secondo esportatore mondiale. Il 50% dell’export nazionale è rivolto a quattro Paesi: in primo luogo gli Usa, che accolgono il 30% del prodotto italiano, poi Germania, Giappone e Francia. La produzione italiana copre mediamente il 15% di quella mondiale (a fronte del 45% in media della Spagna).

La produzione nazionale è concentrata in tre regioni (Puglia 49%, Calabria 14%, Sicilia 11%), è tendenzialmente in calo e soggetta a una eccessiva variabilità. Negli ultimi quattro anni si è registrata una diminuzione media del 55%.

La tabella e il grafico sottostanti riportano la produzione di olio di oliva in Italia per regione nel 2020 (tonnellate).

produzione 2020
Fonte: Elaborazione Centro Studi Confagricoltura su dati Ismea e Agea
prodotto 2020
Fonte: Elaborazione Centro Studi Confagricoltura su dati Ismea e Agea
Annata olivicolo-olearia 2021, sicuramente migliore rispetto a quella del 2020 - Ultima modifica: 2021-09-24T10:08:47+02:00 da Giuseppe Francesco Sportelli

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