In provincia di Firenze gli oliveti rischiano di essere abbandonati. Poiché non sono remunerativi sono destinati a condizioni di abbandono o di semiabbandono. È quanto ha denunciato il presidente dell’Unione Agricoltori di Firenze, Francesco Colpizzi, nella sua relazione all’assemblea generale dell’associazione.
«Apo Firenze e Prato non ha potuto ammodernare oliveti»
La spiegazione del possibile abbandono degli oliveti sta, per Colpizzi, nel fatto che «il Decreto ministeriale n. 617 del 2018 non ha permesso il riconoscimento, come organizzazione di produttori, dell’Associazione produttori olivicoli di Firenze e Prato, perché non commercializza direttamente il prodotto, olive oppure olio dei soci, pur avendo la stessa prodotto alla Regione un numero tale di fatture di vendite dirette dei soci ampiamente sufficiente per rispettare i parametri europei. Questo ha impedito all’associazione di svolgere una serie di attività, tra le quali l’ammodernamento degli oliveti stabilito dall’ultimo programma varato dal governo. Perciò adesso gran parte dell’olivicoltura fiorentina è inadeguata rispetto ai fabbisogni commerciali delle aziende, e, poiché non remunerativa, destinata a condizioni di abbandono o di semiabbandono».
«Olivicoltura fiorentina ha bisogno di innovazioni colturali»
Malgrado l’olivicoltura fiorentina rappresenti il 33% di quella regionale, ha bisogno di innovazioni colturali, di processo e anche di prodotto, finalizzate a contenere i costi di produzione, ha sottolineato Colpizzi.
«Densità di piantagione più alte, l’irrigazione, cultivar che, nel rispetto della tipicità dei nostri oli, assicurino rese produttive più costanti, per consentire alle aziende di presidiare il mercato. Se il peculiare modello di sviluppo dell’agricoltura fiorentina si declina attraverso un sistema produttivo dove l’agricoltore copre da solo tutte le fasi della filiera agroindustriale, e se i contratti di filiera sono inapplicabili, non possiamo che rivendicare la necessità che sia concepita una politica specifica anche per chi la filiera agroindustriale la realizza da solo, affinché queste imprese possano ricevere quelle risorse necessarie a realizzare investimenti».
«Non dimenticare la funzione paesaggistica dell’olivo»
Colpizzi ha evidenziato, infine, che non bisogna dimenticare la funzione paesaggistica svolta dall’olivo. «Il colpo d’occhio delle nostre campagne, dei nostri territori si arricchisce della presenza unica degli oliveti, che rappresentano una caratteristica peculiare del paesaggio toscano».