Bloccare le vendite promozionali al ribasso, caratterizzate in molti casi da olio di dubbia provenienza messo sugli scaffali come olio extra vergine di oliva, e avviare una grande campagna di promozione, anche attraverso il Ministero della Salute, che faccia conoscere, in un patto di trasparente alleanza strategica con i consumatori, i benefici della qualità e delle proprietà nutraceutiche dell’olio extra vergine italiano, per incentivare i consumi e garantire un'equa distribuzione del reddito fra i diversi anelli della filiera. È quanto chiedono al governo nazionale nove associazioni e organizzazioni, rappresentative dell’intera filiera olivicolo-olearia:
- Cia Agricoltori italiani, Italia Olivicola,
- Aifo (Associazione italiana frantoiani oleari),
- Afp (Associazione dei frantoiani di Puglia),
- Consorzio Oliveti d’Italia,
- Fooi (Filiera olivicolo olearia italiana),
- Fioq (Frantoiani italiani olio di qualità),
- Unapol (Unione nazionale associazioni produttori olivicoli)
- e Assitol (Associazione italiana dell’industria olearia).
Dalla Puglia patto etico-sociale che unisce la filiera
Le nove associazioni e organizzazioni, alcune autenticamente pugliesi, altre radicate nella Puglia olivicolo-olearia più che altrove, hanno realizzato l’intesa partendo dalla considerazione che la campagna 2023-2024 è molto favorevole, sotto gli aspetti qualitativo e quantitativo, per la Puglia, con oltre il 66% della produzione attesa a livello nazionale. Da ciò la necessità di un “patto etico-sociale”, così l’hanno definito, per l’olivicoltura pugliese e italiana più in generale, che mette insieme, e fa remare tutti nella stessa direzione a sostegno della filiera olivicolo-olearia, produttori, frantoiani, trasformatori e industriali. Un patto per la trasparenza nei confronti dei consumatori, con azioni sinergiche che educhino al consumo consapevole.
Un giusto rapporto qualità-prezzo
Per spiegare la necessità/opportunità dell’intesa le nove associazioni e organizzazioni sottolineano, in un comunicato congiunto, che “l’Italia, per condizioni pedoclimatiche favorevoli, vocazione colturale, biodiversità e innata cultura agricola, da sempre è riconosciuta nel mondo come la patria dell’olio extra vergine di oliva di altissima qualità. Ma, a fronte di tale peculiarità, negli anni i prezzi di mercato di questa eccellenza delle produzioni italiane non hanno mai rispecchiato un giusto e adeguato valore, che consentisse alle aziende agricole di ottenere un giusto reddito e le mettesse nelle condizioni economiche di continuare a percorrere la strada dell’alta qualità. Tanto è vero che, negli ultimi 10 anni, il patrimonio olivicolo italiano ha subito l’abbandono di circa il 23% delle aree coltivate a olivo, senza considerare la perdita di circa 21 milioni di olivi colpiti da Xylella fastidiosa”.
Scongiurare speculazioni di mercato
Nonostante tutto, le aziende agricole olivicole non si sono mai arrese, continuando a produrre e a costruire un percorso di valorizzazione della qualità e dei propri oliveti, conquistando fette di mercato e di consumatori sempre più rilevanti.
“Grazie alla loro azione, anche i consumatori nel tempo sono diventati sempre più attenti alla tracciabilità e alla salubrità delle produzioni. Per tale motivazione, considerata la favorevole annata qualitativa e quantitativa che caratterizza i nostri territori e, soprattutto, per scongiurare fenomeni di forti speculazioni di mercato a danno del settore, l’intera filiera olivicolo-olearia, finalmente unita, ha deciso di creare un sistema coeso di rappresentanza del settore, che contrasti strani fenomeni sperequativi, guardando con attenzione alla tutela, alla salvaguardia e alla valorizzazione dell’intera filiera con un unico scopo: l’equa distribuzione reddituale all’interno della catena valoriale della filiera tra produttori, frantoiani, trasformatori e industriali”.
Puglia unita in filiera: difendere la produzione eccellente
Associazioni e organizzazioni firmatarie del patto, fanno leva su “un gioco di squadra, per respingere ogni tentativo di speculazione di ribasso sul prezzo di mercato, difendendo l’eccellente produzione pugliese che, in questa campagna, per qualità e quantità, di fatto rappresenta quasi la totalità dell’intera produzione italiana”. Infatti la disponibilità di prodotto italiano, in questa campagna, è quasi tutta concentrata in Puglia (due terzi delle 241.000 tonnellate di produzione attesa nell’intero territorio nazionale).
“Insieme – si legge nel comunicato congiunto – vogliamo lavorare sinergicamente per valorizzare l’olio extra vergine. Una sinergia che ha come obiettivo prioritario un giusto ed equo riconoscimento, anche in termini di prezzo, del lavoro di migliaia di produttori olivicoli, frantoiani, trasformatori e industriali, che per troppo tempo sono stati tenuti in scacco da speculazioni e operazioni di cartello. La campagna 2023-2024 rappresenta una annata di svolta e non può ammettere errori per l’olio di qualità italiano e soprattutto per le politiche pubbliche di promozione del settore, che devono essere coerenti e trasparenti. Perciò il Ministero delle Politiche agricole e della sovranità alimentare deve svolgere un ruolo di tutela e valorizzazione, favorendo il giusto valore aggiunto all’intera filiera olivicolo-olearia e riposizionando l’olivicoltura italiana a primati mondiali”.
Bloccare vendite promozionali al ribasso e promuovere l’autentica qualità
Al governo i firmatari dell’intesa chiedono la giusta attenzione. “Serve bloccare la deriva delle vendite promozionali al ribasso, caratterizzate in molti casi da olio di dubbia provenienza messo sugli scaffali come olio extra vergine di oliva. È necessario cogliere questa opportunità irripetibile, in favore di una produzione italiana unica per qualità e quantità, valorizzando l’olio extra vergine con una grande campagna di promozione, anche attraverso il Ministero della Salute, che faccia conoscere, in un patto di trasparente alleanza strategica con i consumatori, i benefici della qualità e delle proprietà nutraceutiche dell’olio extra vergine italiano”.