Xylella e Cnr, la scienza al centro delle soluzioni

cnr xylella
Piantine di Fs-17, varietà di olivo resistente a Xylella
Il contributo del Cnr nell’affrontare l’epidemia che ha colpito il comparto olivicolo-oleario in Puglia al centro di un incontro organizzato a Bari

L’identificazione di due varietà di olivo, Leccino ed Fs-17, con caratteri di resistenza al batterio Xylella fastidiosa. Questo è uno dei risultati più significativi dell’attività di ricerca del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) nella lotta alla diffusione dell’epidemia causata da tale batterio. È stato citato in occasione dell’incontro “Emergenza Xylella, la scienza al centro delle soluzioni” organizzato dall’Istituto per la protezione sostenibile delle piante del Cnr di Bari (Cnr-Ipsp) presso il Politecnico di Bari, con ricercatori, istituzioni e produttori. All’incontro, realizzato a dieci anni dalla scoperta del batterio X. fastidiosa negli olivi del Salento, hanno partecipato, fra gli altri, il direttore del Cnr-Ipsp, Mauro Centritto, e i ricercatori Donato Boscia e Maria Saponari, fra i principali esperti della patologia.

Da ricerca Cnr deroga a divieto impianto di specie suscettibili a Xylella

L’incontro su Xylella, compreso nelle celebrazioni del centenario del Cnr, ha illustrato il contributo complessivo del Cnr nell’affrontare l’epidemia che ha colpito il comparto olivicolo-oleario e nel rafforzare le interazioni tra ricerca scientifica e operatori del comparto stesso. In particolare è stato ricordato che l’identificazione delle due varietà di olivo con caratteri di resistenza ha consentito una prima deroga al divieto di impianto di specie suscettibili al batterio nelle aree pugliesi interessate dall’epidemia.

Inoltre, relativamente alla varietà Fs-17, oggetto di un brevetto Cnr ormai prossimo alla scadenza, è stato illustrato il progetto finalizzato alla registrazione all’interno del Sistema nazionale di qualificazione volontaria, con l’obiettivo di accompagnare la libera moltiplicazione della varietà assicurando una “certificazione” di garanzia della sanità e della identità genetica.

Italia Olivicola: «Scienza unica via, bisogna sostenerla»

«Per vincere contro la Xylella l’unica strada è sostenere la scienza, senza se e senza ma, Italia Olivicola lo ha sempre sostenuto». È questo il commento di Gennaro Sicolo, presidente di Italia Olivicola, a margine dell’incontro sul centenario del Cnr presso il Politecnico di Bari.

«Cnr, Politecnico di Bari e Università del Salento stanno continuando le ricerche, sono stati compiuti passi in avanti, ma il lavoro dei ricercatori va sostenuto concretamente, ed è quanto ci aspettiamo dal Governo. Abbiamo lottato duramente negli anni scorsi per ottenere i 300 milioni che finanziano il Piano di rigenerazione olivicola contro la Xylella, quei fondi dopo anni stanno arrivando ma troppo a rilento.

Questa pachidermica lentezza determinata dalla burocrazia sta sfiancando gli olivicoltori e i frantoiani delle zone colpite dal batterio. Occorre una svolta sui tempi e sui modi. Ricerca, abbattimenti e reimpianti, insieme alle buone prassi preventive per il contenimento della diffusione della fitopatia, sono la strada maestra, ma se le risorse arrivano troppo a rilento la lotta contro la cosiddetta sputacchina diventa una lotta contro i mulini a vento».

«Commissario straordinario con immediatezza di poteri»

Italia Olivicola, ha aggiunto Sicolo, ancora una volta torna a chiedere che il Piano sia sbloccato attraverso la nomina governativa di un Commissario straordinario per la lotta contro la Xylella con immediatezza di poteri.

«Gli ostacoli di una macchina burocratica lenta e macchinosa, a 10 anni dall’inizio della diffusione del batterio e dei suoi effetti devastanti sul territorio, rischiano di azzerare completamente la filiera olivicola nel Salento e nelle altre zone colpite. A rischio, con l’ulteriore avanzata del batterio, è tutta la Puglia.

Il potenziale produttivo della filiera olivicola salentina e delle zone colpite dal batterio ha subito un vero e proprio crollo, con danni enormi anche dal punto di vista del paesaggio. I reimpianti sono ancora pochi, ma dimostrano di poter funzionare, per questo è un delitto ritardare ancora e non dare modo, agli olivicoltori determinati a non abbandonare questa coltura, di poter ricostruire quanto è andato distrutto con disseccamenti, abbattimenti e incendi.

Senza olivi capaci di rimettere in piedi la produzione non c’è redditività, senza redditività le aziende agricole e i frantoi chiudono, si perdono migliaia di posti di lavoro e il territorio va incontro a una desertificazione che è al contempo naturale e umana».

Xylella e Cnr, la scienza al centro delle soluzioni - Ultima modifica: 2023-03-17T12:22:22+01:00 da Giuseppe Francesco Sportelli

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