Gli agricoltori che possiedono piante di olivo monumentali sono autorizzati a prelevare da esse – purché siano piante di varietà resistenti a Xylella (Leccino ed Fs-17), georeferenziate e sottoposte ad analisi molecolari che escludano la presenza di infezione da Xylella – il materiale per la propagazione, cioè le marze, e a innestare con queste altri olivi nella propria azienda. È quanto dispone un provvedimento dirigenziale, immediatamente attuativo, del Servizio fitosanitario regionale. Lo ha comunicato Salvatore Infantino, dirigente dell'Osservatorio fitosanitario della Regione Puglia, al convegno "Olio: la nuova frontiera del turismo" organizzato da Unaprol e Coldiretti Puglia a Bari in occasione di Enoliexpo.
Xylella, processo controllato per innesti con marze sicure
Con il provvedimento dirigenziale, ha spiegato Infantino, «abbiamo strutturato un processo controllato. Le piante da cui si prelevano le marze vengono individuate, classificate per essere certi che si tratti di piante appartenenti alle varietà resistenti, Leccino e Fs-17 o Favolosa, e analizzate con metodi molecolari.
Solo allora l'agricoltore può prelevare le marze, da piante aziendali o del circondario, e procedere all'innesto. C'è stato bisogno di questo provvedimento perché sul mercato non si trovano marze idonee in numero sufficiente per piante di dimensioni importanti come gli olivi monumentali».
Innesti con marze aziendali per salvare olivi monumentali
Il provvedimento è molto apprezzato da Giovanni Melcarne, olivicoltore e frantoiano di Presicce (Le) da anni impegnato di persona nella ricerca di soluzioni al problema Xylella, in particolare di altro materiale genetico resistente al batterio. «Per effettuare gli innesti in sicurezza bisognerebbe disporre di marze dotate di passaporto fitosanitario, che però non esistono. I vivai dispongono solo di piccoli lotti di olivi da cui prelevano le marze per la moltiplicazione, perciò non possono assolutamente fornire le grosse quantità necessarie di marze certificate per gli innesti».
È stata proprio la mancanza di tali marze certificate sotto i profili genetico e fitosanitario, sostiene Melcarne, a impedire finora agli olivicoltori proprietari di olivi monumentali di partecipare al bando emanato dalla Regione Puglia per cercare di salvare le piante della Piana degli olivi monumentali ricorrendo alla pratica degli innesti, malgrado la Regione abbia messo a disposizione 140 euro a pianta. «Questo ostacolo è stato tolto di mezzo grazie all’impegno congiunto del Servizio fitosanitario regionale, dell’Istituto per la protezione sostenibile delle piante del Cnr di Bari e dell’Unaprol che ha fatto pressione per trovare una soluzione. Adesso, per gli innesti degli olivi monumentali, gli olivicoltori potranno utilizzare marze della propria azienda o provenienti dal circondario, purché siano georeferenziate, per dimostrarne alla Regione la provenienza, e sottoposte ad analisi molecolari che ne provino la sanità rispetto al batterio Xylella».