Xylella fastidiosa subspecie pauca rappresenta un serio pericolo non solo per la perdita immediata dei 153 olivi infetti del focolaio di Cagnano Varano (Fg), ma anche per la tutela di un patrimonio storico, paesaggistico ed economico che rappresenta l’identità del Gargano, cioè la sua olivicoltura. Perciò il focolaio verrà immediatamente e completamente eradicato. È stato questo il motivo ispiratore e il filo conduttore del convegno “La Xylella attacca il Gargano. Quali mezzi di lotta e prevenzione?”, promosso a Foggia dall’intergruppo parlamentare su “Strategie di sviluppo e valorizzazione del settore olivicolo”, costituito all’inizio della legislatura e presieduto dalla senatrice Gisella Naturale (M5S).
Xylella sul Gargano, né allarmismo né sottovalutazione

Nell’affrontare la questione Xyella è opportuno evitare sia inutili e controproducenti allarmismi, sia temerarie sottovalutazioni, ha affermato Naturale introducendo il convegno.
«È perciò fondamentale, in un territorio che solo da poco è stato colpito da questa pericolosa fitopatologia, fare il punto della situazione. Ascoltare persone competenti è indispensabile per proporre interventi concreti, a cui dovranno provvedere e concorrere la Regione Puglia e il governo nazionale. Perciò abbiamo invitato ricercatori, esponenti delle istituzioni ed esperti al servizio delle Op, per sottolineare l’importanza di una strategia coordinata e partecipata fra tutti i diversi operatori interessati».
Strategia impostata su precisi cardini operativi

Solo un intervento tempestivo, coordinato e scientificamente fondato può consentire di fermare l’avanzata della Xylella, ha sostenuto Giacinto Salvatore Germinara, docente del Dipartimento di scienze agrarie, alimenti, risorse naturali e ingegneria (Dafne) dell’Università di Foggia, per il quale l’ampio focolaio scoperto a Cagnano Varano costituisce «una profezia purtroppo realizzata».
Per Germinara occorre lavorare a una strategia coordinata e impostata su precisi cardini operativi. «In primo luogo occorre un monitoraggio continuo e approfondito della presenza del batterio e degli insetti suoi vettori, in particolare la sputacchina (Philaenus spumarius), per intercettare eventuali focolai appena si formano. Oltre al monitoraggio è necessario rimuovere prontamente le piante infette ed effettuare un attento controllo dei vettori, privilegiando metodi agronomici o comunque a basso impatto ambientale. Infine è opportuno, per nuovi impianti, utilizzare varietà di olivo resistenti o tolleranti a Xylella. Senza mai dimenticare una stretta collaborazione fra agricoltori, istituzioni regionali e nazionali e ricerca».
Focolaio vecchio di 5-6 anni e confinato


Anche se il focolaio di Xylella sul Gargano contiene un elevato numero di piante, esso è sicuramente vecchio di almeno 5-6 anni, ha evidenziato Donato Boscia, ricercatore emerito dell’Istituto per la protezione sostenibile delle piante del Cnr (Ipsp-Cnr) di Bari.
«Non deve impressionare un numero così elevato di olivi infetti, bisogna invece considerare che il focolaio è rimasto confinato, come verificato dalle 3299 piante campionate dal Servizio fitosanitario regionale e sottoposte a opportune analisi. Le mappe del rischio di diffusione della Xylella su base climatica dimostrano che sul Gargano esso è significativamente più basso rispetto al Basso Salento: in sostanza le condizioni climatiche sono più sfavorevoli per l’attività biologica del batterio e dei suoi vettori, quindi per lo sviluppo dell’epidemia da Xylella».
Non contenimento, ma eradicazione

Lo scenario dell’infezione da Xylella fastidiosa suspsecie pauca a Cagnano Varano lascia intendere che verrà applicato non un piano di contenimento, ma un piano di eradicazione del focolaio. Lo ha confermato Salvatore Infantino, dirigente dell’Osservatorio fitosanitario della Regione Puglia.
«Il piano di eradicazione partirà martedì 9 dicembre. Verranno eliminati i 153 olivi infetti e tutte le piante specificate nel raggio di 50 m da ogni olivo infetto. In totale circa 1600 piante: possono sembrare tante, ma è un sacrificio necessario per azzerare il focolaio dell’infezione ed evitare il pericolo di ulteriore diffusione del batterio».
Il contributo delle Op per monitorare batterio e vettori

Per Nazzario D’Errico, direttore tecnico dell’Op Peranzana Alta Daunia, adesso che è stato individuato il primo focolaio di olivi infettati da Xylella, le Op potranno contribuire a realizzare un attento piano di monitoraggio dell'intero territorio provinciale grazie ai loro servizi di assistenza tecnica coadiuvati da trappole e capannine agrometeorologiche.
«Le Op hanno in dotazione staff tecnici costituti da agronomi preparati che però d'ora in poi dovranno avere una formazione specifica e aggiornata per riconoscere gli esiti del monitoraggio della Xylella e della sputacchina. Perciò le Op hanno stipulato un accordo con docenti dell'Università di Foggia per organizzare percorsi formativi rivolti ai tecnici affinché siano efficienti e tempestivi nel segnalare eventuali altri focolai. Inoltre per evitare gli errori commessi nel Salento è necessario avviare uno stretto coordinamento fra le Op, gli enti scientifici e il Servizio fitosanitario della Regione Puglia, in modo che questo possa intervenire in tempi rapidi per contenere eventuali futuri focolai».










