Le quotazioni dell’olio a fine agosto hanno raggiunto i 9 euro al kg, quotazione mai raggiunta prima, registrando un aumento complessivo del 75% nell’ultimo anno. Secondo la Borsa merci telematica italiana (Bmti) l’impatto del clima è stato determinante per l’andamento del settore olivicolo oleario italiano, ma anche per quello spagnolo.
La situazione attuale
Le prime informazioni sulla campagna 2023 evidenziano un lieve aumento rispetto alla scorsa campagna, ma sicuramente non sufficienti a ricostituire le scorte. L’attuale aumento dei prezzi è stato spinto dalla scarsa produzione 2022 portando a una disponibilità ridotta di olio e al conseguente aumento dei prezzi. Bmti ha infatti segnalato un aumento dei prezzi tra maggio e agosto 2023 del +33%.
Le dichiarazioni del presidente di Unaprol, David Granieri
«Sarà impossibile ritrovare al supermercato miscele di oli comunitari ed extracomunitari sottocosto che per anni hanno trascinato verso il basso anche gli oli di qualità del nostro Paese. I consumatori tra un prodotto senza certezza di provenienza e un extravergine 100% italiano non vedranno più la differenza di prezzi che c’era prima».
Stime di produzione
Ad oggi si presenta una situazione a macchia di leopardo in gran parte delle regioni italiane.
- Nord e centro registrano cali produttivi tra il 20% e il 50%,
- mentre per la Puglia si registra un aumento del 30-40%,
- nessuna variazione per Sicilia e Calabria.
Sempre secondo Unaprol, le produzioni dovrebbero attestarsi intorno alle 270 mila tonnellate di extra vergine di oliva rispetto alle 241 dello scorso anno.
Minore produzione si registra anche per la Spagna, Tunisia e Turchia sempre a causa di siccità e cali di produzione. Vedremo quale sarà l’andamento dei prezzi dopo l’inizio della raccolta in ottobre.