
L’edizione 2025 del Premio “L’Oro della Puglia e di Federico II”, che dal 5 al 7 giugno ha animato in un clima di festa Torremaggiore (Fg), ha confermato il ruolo centrale dell’olio extra vergine di oliva di alta qualità per il territorio dell’Alta Daunia. La manifestazione, organizzata dal Comune di Torremaggiore e da Olea - Associazione nazionale degli assaggiatori di olio di oliva, si è svolta in collaborazione con il Consorzio Peranzana Alta Daunia, l’Associazione La Peranzana, l’I.S.I.S.S. “Fiani-Leccisotti”, l’I.C. “Via Sacco e Vanzetti” e l’Ex Circolo Didattico “E. Ricci”, con il patrocinio del Gal Daunia Rurale 2020. L’iniziativa ha riscosso grande interesse e partecipazione da parte di produttori, cultori dell’olio extra vergine d’oliva, esperti del settore e studenti delle scuole cittadine.
60 oli in concorso, in gran parte dall’Alta Daunia
Cuore della manifestazione è stata la cerimonia di premiazione del 17° Premio regionale “L’Oro della Puglia” e del 6° Premio Regionale “L’Oro di Federico II”, svoltasi presso l’Auditorium dell’I.C. “Via Sacco e Vanzetti”. Giorgio Sorcinelli, direttore di Olea e dei concorsi, ha guidato la presentazione dei risultati e l’assegnazione dei riconoscimenti, affiancato da Renzo Ceccacci, presidente dell’Associazione Olea. «Sono stati 60 gli oli in concorso, ci siamo attestati sui numeri degli anni precedenti con alcune nuove adesioni – ha sottolineato Sorcinelli –. Siamo molto soddisfatti del lavoro che hanno svolto i produttori e della qualità degli oli che hanno presentato».
Il sindaco di Torremaggiore Emilio Di Pumpo ha evidenziato come il territorio abbia saputo cogliere le opportunità di crescita e innovazione: «Torremaggiore ha fatto un grande balzo in avanti negli ultimi vent’anni valorizzando le sue potenzialità grazie al Consorzio della Peranzana, alle associazioni e agli olivicoltori che da tempo hanno capito che non bastava più soltanto produrre, ma occorreva accorciare la filiera, trasformando il prodotto. Negli ultimi anni abbiamo stretto una bella collaborazione con gli amici di Olea, con il Premio L’Oro di Federico II, e abbiamo iniziato a fare un lavoro importante anche con le scuole».
La senatrice Gisella Naturale ha ricordato il primato della Puglia nella produzione di olio extravergine di oliva a indicazione di origine protetta, sottolineando però la necessità di maggiori tutele e di una tracciabilità più puntuale. «Dobbiamo promuovere l’oro verde e renderlo ambasciatore di questo territorio meraviglioso. Per farlo è necessario raggiungere il massimo livello di qualità dell’olio extra vergine d’oliva, in modo da differenziarsi da quella che sta diventando la globalizzazione del comparto. La tracciabilità deve essere più puntuale per garantire la provenienza dell’olio», ha rimarcato Naturale che, il 23 giugno prossimo, promuoverà in Senato un disegno di legge sul comparto olivicolo che prevede uno sviluppo della cultura dell’olio alla pari di quella del vino, anche nell’ambito dell’educazione e della formazione del consumatore.
Durante la manifestazione ampio spazio è stato dedicato anche alla formazione e alla sensibilizzazione dei più giovani. Gli alunni dell’I.S.I.S.S. “Fiani-Leccisotti”, dell’I.C. “Via Sacco e Vanzetti” e dell’Ex Circolo Didattico “E. Ricci” hanno partecipato al laboratorio “Extravergine? Piacere di conoscerti”, un breve corso di avvicinamento all’assaggio dell’olio extravergine di oliva, promosso con convinzione anche dalla dirigente scolastica Pina Ametta, che ha ricordato il dovere morale di diffondere la conoscenza dell’olio extra vergine d’oliva fra i giovani.
Il convegno “L’olivicoltura dell’Alta Daunia”

Punto tecnico di particolare rilievo è stato il convegno “L’olivicoltura dell’Alta Daunia: Peranzana, una risorsa per il territorio”, a cura del Consorzio della Peranzana Alta Daunia. Sono intervenuti Giuseppe Lipartiti, presidente Consorzio Peranzana Alta Daunia, Giacinto Salvatore Germinara, docente ordinario di Entomologia Generale e Applicata presso il Dipartimento Dafne dell’Università di Foggia, e Luigi Catalano, agronomo di Agrimeca Grape and Fruit Consulting. Introducendo l’incontro, Nazzario D’Errico, direttore del Consorzio Peranzana Alta Daunia e responsabile del gruppo tecnico che ha redatto il documento per la richiesta di riconoscimento a Dop per l’oliva da mensa, ha illustrato le potenzialità dell’olivicoltura dell’Alta Daunia con la sua varietà tipica, la Peranzana: «L’analisi dei punti di forza e di debolezza della filiera ci richiama alle strategie necessarie per rafforzare la competitività delle imprese olivicole in un’ottica di investimenti per il miglioramento qualitativo delle produzioni a duplice attitudine e dell’organizzazione commerciale per la vendita nei paesi del Nord Europa e dell’America settentrionale».
Germinara ha tenuto una relazione sul controllo sostenibile dei fitofagi dell’olivo, in particolare dalla mosca delle olive (Bactrocera oleae) e dalla tignola dell’olivo (Prays oleae), due specie che anche negli ambienti dauni creano danni significativi per la quantità e la qualità delle olive e quindi dell’olio da esse ricavato. Dopo una breve premessa sui rischi di introduzione di specie aliene (come la cimice asiatica), a causa dell’intensificazione degli scambi commerciali, e sui possibili effetti dei cambiamenti climatici sul comportamento biologico dei fitofagi e sulle loro interazioni con la pianta ospite, ha illustrato i nuovi approcci di controllo integrato dei fitofagi determinati dalla revoca di vari principi attivi di sintesi utilizzati fino a qualche anno fa.
«Nel contesto della difesa integrata obbligatoria contro la mosca delle olive e la tignola è in atto la transizione da una strategia di tipo curativo, finalizzata al controllo dell’infestazione larvale mediante insetticidi citotropici, a una di tipo preventivo volta a limitare la presenza e l’attività riproduttiva e di ovideposizione degli adulti». In tale ambito Germinara ha rimarcato l’importanza di un monitoraggio capillare e tempestivo degli adulti della mosca e della tignola per una efficace applicazione dei mezzi preventivi di controllo, evidenziando i potenziali vantaggi offerti dall’adozione di trappole automatiche rispetto ai classici dispositivi manuali correntemente utilizzati. Ha poi illustrato le più recenti acquisizioni scientifiche sui meccanismi di azione di polveri inerti, dei trattamenti a base di rame, dei funghi entomopatogeni, nonché le soluzioni tecniche disponibili in commercio per quanto riguarda l’applicazione del feromone sessuale e di attrattivi alimentari come mezzi diretti di controllo della mosca delle olive secondo i metodi di cattura massale e di lotta attratticida. Per quanto riguarda il controllo biotecnico della tignola dell’olivo, invece, ha presentato i risultati pluriennali di studi finalizzati all’ottimizzazione della tecnica di confusione sessuale mediante diffusori aerosol dello stesso feromone. Nel complesso, dalla dettagliata analisi dei mezzi disponibili per il monitoraggio e il controllo dei fitofagi dell’olivo è emersa una crescente disponibilità di mezzi innovativi di difesa che lascano intravvedere ottime possibilità di migliorare la sostenibilità delle strategie di controllo. «Tuttavia, la corretta applicazione dei nuovi mezzi di controllo necessita di un’adeguata azione di formazione e informazione degli utilizzatori finali che dovranno adeguare le decisioni sulle strategie da seguire in funzione dei meccanismi di azione dei mezzi di controllo disponibili».
A sottolineare l’importanza dell’innovazione e della meccanizzazione in olivicoltura è stato Catalano, agronomo di Agrimeca Grape and Fruit Consulting, che ha illustrato le potenzialità dell’olivicoltura pugliese. «Abbiamo la necessità di produrre di più e questo è possibile aumentando gli impianti e ristrutturando quelli esistenti per favorire la meccanizzazione. Non bisogna aver paura di portare l’innovazione nei campi perché solo in questa maniera si potranno ridurre i costi di produzione e di gestione».