Incendi, distrutti migliaia di ettari di oliveti

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In tutto il Mezzogiorno, dalla Sardegna alla Calabria, dalla Sicilia alla Puglia, è un susseguirsi di incendi dolosi, che, oltre a bruciare boschi e macchia mediterranea, inceneriscono olivi giovani e millenari

Nel Mezzogiorno è estate bollente, torrida. Estate incendiata da criminali organizzati che, spinti da vigliacchi interessi privati, appiccano il fuoco in aree boschive consapevoli che le temperature roventi e il vento di scirocco trasformeranno i loro inneschi in incendi devastanti. Incendi che, esasperati dall’incuria del territorio e dalla mancanza di prevenzione da parte di chi – amministratori locali, Stato, ecc. – è preposto ad attuarla per tutelare le zone più a rischio, hanno travalicato i boschi e sommerso migliaia di ettari di campi coltivati, anche a oliveti. In Sardegna, Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata, Molise, Abruzzo e altrove centinaia di agricoltori hanno perso olivi, case, mezzi agricoli, animali. Alcuni anche la vita.

Sardegna, incendi su migliaia di ettari di boschi e oliveti

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L'olivastro di Tanca Manna prima dell'incendio...
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... e dopo

In sardegna, nell’Oristanese, oltre 20.000 ettari di oliveti, boschi e campi coltivati sono stati ridotti in cenere. E con essi aziende agricole devastate, case danneggiate. Tra i danni causati dagli incendi nella provincia di Oristano c’è stata anche la distruzione di un albero millenario a Cuglieri, uno dei Comuni più colpiti. L’albero era un olivastro (Olea europaea oleaster), cioè un olivo selvatico, noto come olivastro di Tanca Manna, dal nome della località vicina a Cuglieri in cui si trovava, ed era registrato nell’Elenco degli alberi monumentali d’Italia del Mipaaf. Per dare un’idea della sua vetustà basta dire che aveva un fusto con circonferenza di circa 10 metri ed era alto 16 metri e mezzo. Il suo possente tronco è stato ridotto a uno scheletro annerito proteso verso il cielo, l’amplissima chioma è rovinata a terra con i suoi mille rami in gran parte bruciati, la ceppaia è stata erosa dal fuoco. Chissà se uno o più polloni un giorno spunteranno per rinnovare la memoria di uno degli alberi più antichi e belli della Sardegna e dell’intera Italia.

Calabria, morti due olivicoltori

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In Calabria sono morti due olivicoltori, asfissiati dal fumo dell'incendio del loro oliveto

In Calabria sono attivi decine di roghi, molti hanno compromesso anche oliveti. Parte dell’intera area grecanica della provincia di Reggio Calabria è distrutta, decine di famiglie sfollate. A Roghudi, sull’Aspromonte, due persone sono morte asfissiate dal fumo mentre cercavano di arginare il fuoco che aveva invaso i loro campi coltivati a olivi e castagni: i loro cadaveri sono stati trovati all’interno di un oliveto aggredito dalle fiamme.

Sempre in Calabria un vasto incendio ha devastato la vallata del Valanidi, fra Reggio Calabria, Motta San Giovanni e Montebello Jonico, distruggendo oliveti secolari ed ettari di terreno.

Sicilia, una testimonianza sugli incendi dolosi

In Sicilia i roghi appiccati sulle Madonie e sui Nebrodi hanno coinvolto anche numerosi oliveti, interessando quasi l’intera regione, dal Palermitano all’Agrigentino e all’Ennese fino alla provincia di Catania. La testimonianza di Emanuele Feltri, olivicoltore di Paternò (Ct), sulla natura dolosa degli incendi, in Sicilia come altrove, è eloquente. Ha ragione chi sostiene che distruggere gli olivi favorisce l’importazione di olio (quale olio?) senza garanzie di qualità.

Puglia, non bruciano solo gli olivi seccati da Xylella

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Olivi seccati dalla Xylella in fiamme nel Salento

In Puglia gli olivi seccati dalla Xylella hanno bruciato per tutto l’anno, anche in inverno. Adesso ancora di più. Secondo Coldiretti Puglia, solo per fare un esempio, nella zona di Ugento (Le) in quattro giorni sono andati in fumo più di 300 ettari di oliveti, insieme ai tubi dell'irrigazione e all'immondizia lasciata nei campi, creando nubi tossiche dannose per le persone, l’ambiente e anche il turismo. Numerosi altri olivi sono bruciati in incendi scoppiati ad Andria e altrove.

Incendi, distrutti migliaia di ettari di oliveti - Ultima modifica: 2021-08-09T22:32:27+02:00 da Giuseppe Francesco Sportelli

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