L’informazione sui modelli di alimentazione e sui prodotti agroalimentari condotta con messaggi promozionali e giornalistici non sempre fornisce elementi conoscitivi indispensabili a non disorientare le scelte del consumatore.
Notizie e immagini che fanno parte di scoop giornalistici allo scopo di denunciare opportunamente all’opinione pubblica i misfatti che si verificano sempre più frequentemente nella catena dei prodotti alimentari, rappresenta senz’altro un’azione meritoria, a condizione, però, che l’informazione non si trasformi esclusivamente in messaggi emotivi che non affrontano sul piano tecnico-scientifico i differenti punti critici che condizionano realmente la gestione politica del comparto alimentare oggetto di interesse da parte dei mass-media.
Disattenzioni informative e emotive che purtroppo si sono verificate nella trasmissione televisiva “Ballarò” del 15 marzo scorso dedicata all’importazione di olio di oliva tunisino senza dazi, nel corso della quale sono state rilevate alcune inesattezze nel fornire una più chiara informazione ai telespettatori, evidenziate in una lettera aperta inviata alla RAI e ad alcune testate di informazione, tra cui Olivo e Olio, da parte del Presidente della Società Italiana per lo Studio delle Sostanze Grasse (SISSG) Prof. Lanfranco Conte e del Presidente dell’Accademia Nazionale dell’Olivo e dell’Olio, Prof. Riccardo Gucci.
Nella lettera i Presidenti hanno fatto presente che l’importazione di olio tunisino senza dazio rientra negli accordi commerciali che l’Unione europea e la Tunisia hanno sottoscritto, e pertanto rientra in un atto di politica estera che non riguarda la filiera dell’olio di oliva se non per le conseguenze mercantili, precisando, però, che l’Italia importa ingenti quantità di prodotto da altri Paesi, fra i quali la Tunisia, per far fronte ai consumi interni e per l’approvvigionamento dell’industria olearia.
In merito all’eccessivo impiego di agrofarmaci e erbicidi, il servizio televisivo riguardava un oliveto superintensivo la cui tipologia comporta ripetuti interventi fitosanitari e pratiche agronomiche che non sono adottate nell’olivicoltura convenzionale prevalentemente diffusa in Tunisia.
Per quanto riguarda le condizioni di stoccaggio dell’olio in contenitori di acciaio inox, gli stessi vengono utilizzati in altri Paesi europei, compresa l’Italia, e sono quanto vi sia di più igienico; le posture porcellanate interrate, definite da un ospite della trasmissione “catacombe” vengono utilizzate anche in Italia, e rappresentano un sistema razionale di conservazione per controllare la temperatura di stoccaggio in aree particolarmente calde, riducendo così i costi di condizionamento dovuti all’utilizzo di energia elettrica.
La presenza di morchia sul fondo di tali contenitori, nel servizio considerata “sporcizia”, è opportuno precisare che è un prodotto naturale costituito da residui solidi (piccoli frammenti di bucce, polpa, noccioli) che si depositano dopo l’estrazione e che nulla hanno a che vedere con la sicurezza alimentare dell’olio.
Depositi di residui possono verificarsi negli oli imbottigliati non filtrati etichettati 100% italiani, quindi nulla hanno a che vedere con la provenienza tunisina del prodotto.
La soluzione proposta nel corso della trasmissione circa la conservazione dell’olio in otri di terracotta, rappresenta il sistema irrazionale più arcaico in quanto favorisce l’ossidazione del prodotto e non viene più utilizzato né in Italia, né in altri Paesi olivicoli.
La lettera dei Presidenti, infine, manifesta il dissenso circa le affermazioni emerse sulla carenza di controlli del prodotto: affermazione che va considerato lesiva nei confronti dei vari organi preposti a tale compito.
I Presidenti Conte e Gucci auspicano quindi maggiori approfondimenti da parte del servizio pubblico televisivo su argomenti così delicati, quali la sicurezza alimentare e la qualità dei prodotti agricoli, mediante la qualificata presenza di esperti che possano trattare degli argomenti su base scientifica, e rimanendo a disposizione per ogni eventuale chiarimento o contributo in proposito.
I Presidenti si augurano, infine, che le informazioni siano divulgate nel modo più equilibrato e corretto possibile; come persone di scienza ritengono loro dovere morale rendere alla Comunità quanto, grazie ad essa, essendo ricercatoti pubblici, hanno potuto studiare e sperimentare.