Nel Salento il 70% degli incendi interessa olivi seccati a causa della Xylella fastidiosa. È quanto sostiene Coldiretti Puglia, prendendo spunto dall’incendio divampato nei giorni scorsi in un fondo di 500 olivi già espiantati in agro di Copertino (Lecce).
Olivi seccati da Xylella ridotti a torce gigantesche
«La Xylella secca gli olivi e lascia dietro di sé paesaggi lunari. In essi, qua e là, gli incendi si moltiplicano riducendo gli olivi colpiti dall’infezione in torce gigantesche, anche a causa dell’abbandono forzato in cui versano campi pieni di sterpaglie e infestanti, con evidenti problemi di sicurezza – denuncia Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Lecce –.
Gli incendi sono solo la conseguenza dello stato di abbandono in cui versano le campagne in Salento a causa della Xylella. È quindi evidente che la Xylella non è un problema solo dell’agricoltura, perché enorme è il danno arrecato dalla malattia al paesaggio e al patrimonio culturale del Salento, con ripercussioni gravissime su tutta l’economia salentina, dall’agricoltura al turismo, fino agli investimenti per l’indotto commerciale e artigianale legato al settore agroalimentare e alla ricettività».
Ulteriori fondi per espianti, reimpianti, diversificazione
Secondo il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia, «è necessario avviare un confronto con l’Ue affinché ulteriori fondi vengano destinati agli espianti degli olivi seccati dalla Xylella, ai reimpianti, alla diversificazione colturale, oltre che alla prevenzione, rimodulando al contempo il Piano per la rigenerazione olivicola».
«All’assessorato regionale all’Agricoltura sono pervenute domande di espianto degli olivi secchi per 216 milioni di euro, ma ne è stato finanziato solo il 19% di esse per l’esiguità delle risorse messe a disposizione – aggiunge Cantele –. La dotazione finanziaria per gli espianti e i reimpianti di 40 milioni di euro è risultata assolutamente insufficiente, considerato che la Xylella ha colpito ormai il 40% del territorio regionale. Perciò è urgente che gli organi competenti comunitari stanzino risorse congrue non solo per la prevenzione, ma anche per gli espianti e i reimpianti, anche di altre specie resistenti alla Xylella, per ricostruire il patrimonio produttivo e paesaggistico».
Rimodulare il Piano per la rigenerazione olivicola
Occorre quindi la rimodulazione del Piano per la rigenerazione olivicola da 300 milioni di euro, conclude Muraglia, «valutando quali strumenti non abbiano assorbito tutte le risorse a disposizione e per quali ragioni. La Xylella ha provocato effetti più disastrosi di un terremoto con ripercussioni drammatiche di natura produttiva, ambientale, economica, lavorativa. Le esigenze di contenimento, di ricostruzione e di sostegno vanno affrontate in maniera corale, rendendo i procedimenti fluidi e fruibili».