Può una legge promulgata da uno stato membro della Comunità essere considerata operativa quando Bruxelles ne ha decretato la sospensione?
Per Coldiretti, Unaprol e Cno non ci sono dubbi: l'oggetto della controversia, vale a dire la legge “Norme sulla qualità e la trasparenza della filiera degli oli di oliva vergini”, pubblicata sulla G.U. del 31 gennaio 2013 e conosciuta come legge salva-olio, è da considerarsi in vigore a tutti gli effetti, in quanto «con essa l'Italia non ha fatto altro che esercitare una prerogativa propria dei Paesi comunitari applicando, rispetto ai parametri fissati dall'Ue, criteri più restrittivi necessari alle imprese agricole italiane per competere» afferma Massimo Gargano, presidente Unaprol. La legge, dunque, «in quanto applicabile - aggiunge Gargano - rende più agevole il lavoro degli organi di controllo per contrastare frodi e sofisticazioni nel settore».
Sta di fatto che ancora una volta, la quarta per l'esattezza, la Commissione Ue ha ritenuto opportuno bloccare una normativa italiana sull'olio: con la notifica n. 2012/650/I, infatti, Bruxelles ha sospeso la legge salva-olio per 12 mesi, nell'ambito della procedura Tris (Technical regulation information system) che obbliga gli Stati membri a notificare alla Commissione i progetti delle regolamentazioni tecniche di tutti i prodotti prima che queste siano adottate nelle legislazioni nazionali, al fine di prevenire ostacoli agli scambi.
La decisione di Bruxelles risale al 21 novembre 2012 e fa riferimento a quella che era allora una proposta di legge. A trasformarla in legge dello Stato ci ha pensato il governo Monti che, per nulla intimorito dallo stop comunitario, è andato avanti e, in chiusura di legislatura, ha approva il disegno di legge Mongiello-Scarpa (dal nome dei primi due firmatari) che prevede fra l'altro nuove regole per l'indicazione d'origine, divieti di riportare in etichetta riferimenti a Dop o Igp non verificabili, lo stop ai contenitori anonimi nella ristorazione e nuovi vincoli sul contenuto di alchil esteri e sul ruolo dei panel test.
Con la sospensione della legge “Mongiello”, nota anche, seppur senza fondamento come “Salvaolio” - fa presente Gennaro Forcella, presidente di Federolio - la Commissione europea ha aderito alla nostra impostazione che, in estrema sintesi, parte dal presupposto, apparentemente ovvio ma non scontato per tutti evidentemente, a cominciare ai nostri politici, del rispetto incondizionato del diritto comunitario».
Come indicato nel reclamo contro la legge salva-olio curato per conto di Federolio e Assitol dall'avvocato Fabio Gencarelli, esperto di diritto comunitario nel settore agroalimentare, le disposizioni contenute nella normativa italiana contrarie al diritto dell'Ue sarebbero quelle relative alle “modalità per l'indicazione di origine”(art. 1), al “divieto di pratiche commerciali ingannevoli” (art. 4), all'“illeceità dei marchi” (art. 5), al “termine minimo di conservazione e presentazione degli oli di oliva nei pubblici esercizi” (art. 7), all'“ammissione al regime di perfezionamento per gli oli di oliva vergini (art. 9) e all'“obbligo di costituzione e aggiornamento del fascicolo aziendale” (art. 16).
«Ciò detto, va anche chiarito che Federolio - prosegue Forcella - purché si proceda con norme comunitarie, le uniche in grado di garantire una par condicio tra gli operatori di tutti gli Stati membri, è pienamente favorevole all'introduzione di misure che vadano nel senso di una maggiore trasparenza e una valorizzazione della qualità». Il presidente di Federolio fa quindi esplicito riferimento alle modifiche al reg. 29/2012 sulle norme di commercializzazione dell'olio di oliva appena approvate a Bruxelles che «introdurranno per molti versi disposizioni più severe di quelle previste dalla legge “Mongiello”; si pensi solo alla dimensione dei caratteri per l'indicazione della denominazione e dell'origine degli oli vergini ed extra vergini: la legge “Mongiello” prevede un carattere di 1,2 mm e il nuovo regolamento invece caratteri di ben 3 millimetri».
Su posizioni analoghe l'altra associazione degli industriali oleari, l'Assitol, che in più sedi aveva fatto presente come la legge “Mongiello” avrebbe potuto «dar luogo a gravi distorsioni commerciali nell'Ue e con i paesi terzi indebolendo la nostra linea a difesa del mantenimento di una norma sugli oli d'oliva applicabile in tutto il mondo».
E mentre Coldiretti, Unaprol, Cno e Federconsumatori plaudono al piano straordinario di controlli avviato su tutto il territorio nazionale con un'apposita task force impegnata in una serie di blitz per smascherare l'extravergine fasullo negli scaffali di negozi e gdo, facendone una conseguenza diretta della legge salva-olio, la spaccatura della filiera non sembra destinata, per ora, a ricomporsi