Quale futuro per gli oli calabresi dopo l’Igp

oli calabresi
Massimino Magliocchi, Presidente del Consorzio di Tutela e Valorizzazione della IGP olio di Calabria.
Tappa importante del percorso di valorizzazione della produzione regionale è stata quella, nel 2016, dell’istituzione dell’Igp. L’intervista a Massimino Magliocchi, Presidente del Consorzio di Tutela e Valorizzazione della IGP olio di Calabria

Massimino Magliocchi, Presidente del Consorzio di Tutela e Valorizzazione della Igp olio di Calabria, è stato uno dei maggiori protagonisti della battaglia per ottenere la certificazione Igp Olio di Calabria. Il risultato raggiunto lo ha stimolato ulteriormente nel mettere in atto tutte le strategie possibili per accettare la dura sfida della competitività sui mercati europei ed extra europei. Magliocchi non si è lasciato sfuggire l’opportunità, da noi offerta con questa intervista, di chiarire meglio la sua posizione circa il dibattito in corso sulle proposte di modifica del disciplinare finalizzate a riportare l’imbottigliamento nei confini regionali. Altri utili spunti di riflessione hanno riguardato la valutazione del disciplinare unico e l’istituzione di unico ente certificatore. Il Presidente del Consorzio, in conclusione, ha valutato, con grande entusiasmo, la proposta di istituire una via dell’olio e di classificare i Cru degli oli calabresi di grande pregio e ha confermato la partecipazione dell’organizzazione al Campionato Nazionale di Potatura dell’Olivo a Vaso Policonico che si terrà, il 7 aprile 2018, a Cerchiara di Calabria.

Quali sono, secondo lei gli attuali punti di forza e di debolezza del settore olivicolo calabrese?

«Il punto di forza del nostro olio è la sua unicità. Le proprietà organolettiche e salutistiche in esso contenute sono uniche e non si riscontrano in altri oli. I valori pedo-climatici del nostro territorio conferiscono al nostro olio caratteristiche che lo rendono indispensabile per l’alimentazione quotiadiana apportando benefici salutistici a tutti gli organi del nostro corpo».

Dopo il riconoscimento Igp, quali nuove fasi prevede per il futuro dell’olio di qualità prodotto nella nostra regione?

«L’avere ottenuto, da parte della Ue, il riconoscimento ufficiale dell’Igp riveste enorme importanza per le nostre aziende olivicole, che con tale marchio avranno la possibilità di veder riconosciuto sui mercati internazionali e nazionale quel valore aggiunto, che finora, a questo prodotto di eccellenza del nostro territorio, non era riconosciuto. Il marchio Igp è anche un importante strumento di competitività che facilita la sua introduzione in tutti quei Paesi extra-Ue e ne privilegia l’inserimento in tutti i documenti di libero scambio per i nuovi accordi di mercato che la Ue sottoscriverà con altri Paesi».

Cosa ne pensa della proposta di modifica dell’attuale disciplinare, avanzata da Coldiretti, finalizzata a riportare l’imbottigliamento solo nel territorio calabrese?

«L’ultimo regolamento normativo che disciplina l’istituzione dei marchi Igp e Dop emanato dalla Ue (Reg 1151/2012) a cui noi abbiamo dovuto fare riferimento e assoggettarci, prevede in modo chiaro e tassativo la norma precisa del libero scambio delle merci in tutti i Paesi membri. Tale indicazione diventa una determinazione utile per la nostra olivicoltura la quale è dedita in modo quasi esclusivo alla produzione di olio e non tanto all’imbottigliamento ed al commercio confezionato dell’olio extra- vergine di oliva. oli calabresiVi è ancora lavoro da fare per la conquista di quegli spazi di mercato che non si possono inventare dall’oggi al domani. In tale attesa di crescita ben vengano imbottigliatori di altre regioni italiane e di altri Paesi membri della comunità Europea che vogliono imbottigliare presso le loro sedi “L’olio extra-vergine Igp di Calabria”. Dobbiamo ritenere tutto questo una opportunità unica per i nostri produttori che si troveranno con richieste ben specifiche di olio extra-vergine prodotto e trasformato esclusivamente in Calabria quindi di provenienza territoriale garantita dall’ente certificatore e che verrà imbottigliato ed etichettato sotto l’attento e vigile controllo sia dell’ente certificatore che del Consorzio di Tutela, il quale darà l’autorizzazione per i quantitativi delle bottiglie da confezionare dopo aver verificato l’originalità della provenienza. E non può essere questo un danno per gli olivicoltori calabresi che non hanno ancora mezzi, capacità, esperienze, canali distributivi, commerciali e capitali per sostenere campagne pubblicitarie adeguate per vendere il loro prodotto. Quindi ben vengano imbottigliatori non calabresi che richiedono il nostro prodotto certificato a marchio Igp riconoscendo così quel valore aggiunto di cui tanto ha bisogno la nostra olivicoltura. In questa fase di crescita, espansione e divulgazione in tutto il mondo dell’Olio di Calabria Igp bisogna stimolare la costituzione di nuove e adeguate aziende imbottigliatrici oltre che incoraggiare i giovani, offrendo loro nuovi orizzonti e possibilità per far sorgere nuove attività. Non dimentichiamoci poi, che la nostra olivicoltura come accennavo prima, oggi è esclusivamente produttiva ed ha ingenti quantitativi di prodotto invenduto causato anche dalla concorrenza di altri Paesi che producono con costi di produzione inferiori ma ad un livello qualitativo mediocre rispetto al nostro prodotto. Dobbiamo pensare alla crescita delle aziende ed essere al loro fianco nelle fasi di espansione e sviluppo. Sforzarci a far conoscere la nostra Regione nel mondo per la qualità dei suoi prodotti e del suo territorio».

Cosa ne pensa dell’istituzione di un disciplinare unico per Dop ed Igp e di un unico ente certificatore?

«Ritengo sia una iniziativa da perseguire per una migliore gestione e regolamentazione delle produzioni ma nello stesso tempo, per le tipicità singolari che il nostro territorio nazionale offre e per le ridotte quantità che alcuni prodotti hanno, una maggiore riflessione va fatta e una attenta valutazione su come uniformare i disciplinari debba essere approfondita».

Ritiene utile il dibattito sulla Via dell’olio e sui Cru per valorizzare e promuovere gli oli calabresi di altissima qualità?

«Lo ritengo importantissimo e vitale per una ragione precisa: i nostri oli sono veramente unici nel loro genere e la conferma ci viene quotidianamente dalle ricerche medico-scientifiche che riconoscono agli oli prodotti in Calabria proprietà indispensabili per una sana alimentazione ed il cui uso quotidiano contrasta l’insorgere di malattie degenerative oltre ad essere ottimo coadiuvante per il ristabilimento delle funzioni di tanti organi vitali del corpo umano».

Il 7 aprile si terrà a Cerchiara, nell’ambito della manifestazione Nova in Oliveto, il Campionato Nazionale di Potatura dell’Olivo allevato a Vaso Policonico. Sarete presenti con le vostre organizzazioni?

«Saremo presenti con il patrocinio della nostra Op alla manifestazione che riteniamo utilissima per lo sviluppo qualitativo dei nostri uliveti oltre che momento formativo indispensabile per i nostri olivicoltori e ancor più per i tanti giovani che si stanno avvicinando a questo mondo avranno modo di acquisire nuovi metodi e tecniche che metteranno in atto in modo proficuo per un futuro olivicolo che rafforzi le eccellenze calabresi a conferma di un made in Italy sempre più florido».

oli calabresi
Un tradizionale oliveto calabrese ad ampio sesto di impianto (foto di Bruno Bernardi).

 

Leggi l'articolo su Olivo e Olio n. 2/2018

LEdicola di Olivo e Olio

Quale futuro per gli oli calabresi dopo l’Igp - Ultima modifica: 2018-03-26T13:35:11+02:00 da Barbara Gamberini

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome