In agro di Monopoli (Bari) è iniziato l’espianto di 60 olivi infetti da Xylella fastidiosa subsp. pauca ST53, compresi fra la zona cuscinetto e la zona indenne. Ora occorre creare una cintura di sicurezza che non faccia diffondere il batterio oltre in provincia di Bari, dove si produce il 15% dell’olio extravergine di oliva nazionale. È quanto auspica Coldiretti Puglia, che denuncia come il contagio in sette anni si sia inesorabilmente spostato verso nord alla velocità di più 2 chilometri al mese.
Tutelare un patrimonio olivicolo inestimabile
«Bisogna tutelare un patrimonio olivicolo inestimabile anche attraverso un Piano olivicolo nazionale e potenziare una filiera olearia che in Puglia vale quasi 800 milioni di euro – dichiara Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia –. Da quando è stata confermata la presenza della Xylella in Salento la produzione di olio di oliva ha subito un trend negativo che rischia di diventare irreversibile: nella campagna 2019-2020 ha raggiunto il minimo storico di 3.979 tonnellate prodotte in provincia di Lecce, con una diminuzione dell’80%, mentre a Brindisi è calata del 16% e a Taranto del 4%».
Calo produttivo per Xylella e andamento climatico
I problemi causati da Xylella, prosegue Muraglia, «si aggiungono quest’anno a quelli climatici che hanno causato un calo stimato del quantitativo di olio del 22% a livello nazionale e del 48% in Puglia, dove si produce circa la metà dell’olio extra vergine made in Italy. Complessivamente si prevede una produzione nazionale di circa 287 milioni di chili rispetto ai 366 milioni di chili della campagna precedente. Un risultato che mette a rischio il futuro del comparto in un anno segnato dall’emergenza Covid che ha ridotto le opportunità di mercato in Italia e all’estero e aumentato i costi delle imprese per garantire la sicurezza dei lavoratori».
