Il rilancio dell’olivicoltura parte dal vivaismo

vivaismo olivicolo webinar
I relatori del webinar organizzato dall'Accademia Nazionale dell'Olivo e dell'Olio
Le tendenze nella produzione di piante di olivo e le innovazioni, soprattutto in ambito di micropropagazione, sono i temi affrontati nel recente webinar organizzato dall’Accademia Nazionale dell’Olivo e dell’Olio

Il settore vivaistico vive un periodo di rinnovato interesse per la forte domanda di piante per i nuovi oliveti. Allo stesso tempo ci sono importanti novità dal punto di vista della produzione vivaistica, che è pronta a recepire le dinamiche di mercato e offrire prodotti e servizi nuovi per soddisfare le esigenze delle aziende e del settore. Questi temi sono stati al centro del webinar, organizzato dall’Accademia Nazionale dell’Olivo e dell’Olio il 12 novembre 2021, e coordinato da Tiziano Caruso dell’Università di Palermo.

Evoluzione del vivaismo olivicolo

Tiziano Caruso, dopo un rapido excursus storico sul vivaismo olivicolo italiano, ha evidenziato i notevoli risultati ottenuti nell’abbreviare il ciclo di produzione di un olivo. Negli anni ’50 del secolo scorso ci volevano 3 anni per produrre un olivo innestato, oggi i vivaisti sono in grado di produrre una pianta autoradicata pronta per l’impianto in soli 6-9 mesi. Naturalmente queste ultime piante saranno di dimensioni più piccole rispetto a quelle commercializzate nel passato. Altro notevole passo in avanti nella produzione vivaistica è stata la certificazione genetica e sanitaria e la possibilità di produrre olivi per micropropagazione. Non mancano aspetti su cui si deve ancora lavorare, come la selezione di portinnesti clonali che possano dare un ulteriore stimolo ai nuovi impianti.

moltiplicazione olivo per autoradificazione talee
L'intervento di Tiziano Caruso sulla moltiplicazione dell'olivo per autoradificazione di talee.

La produzione vivaistica in Italia

Luigi Catalano, direttore del Consorzio Italiano Vivaisti, si è soffermato sul modello italiano di produzione vivaistica, che è all’avanguardia nel mondo per la certificazione genetica e sanitaria.

In olivicoltura il vivaismo italiano è stato il motore a livello mondiale per lungo tempo, poi è subentrata la Spagna, che ha attuato 6 Piani Olivicoli a partire dagli anni ’80. Fino agli anni 2000 il vivaismo olivicolo italiano ha retto la concorrenza, poi è entrato in crisi.

Nel frattempo, invece, la ricerca italiana ha continuato a produrre risultati soprattutto per la caratterizzazione genetica e sanitaria del materiale di propagazione. Un forte impulso venne dal Progetto Nazionale OLVIVA 2006-11, che ha coinvolto oltre 100 ricercatori, 25 istituzioni scientifiche ed ha caratterizzato 200 varietà e registrato 70 fonti primarie nel Sistema di Certificazione Nazionale.

«Ci vorrebbe un nuovo OLVIVA – ha sostenuto Catalano - per dare slancio al vivaismo olivicolo nazionale». In ogni caso, il nostro è l’unico paese con un unico testo legislativo per tutti i fruttiferi e un marchio di qualità (Qualità Vivaistica Italia - QVI) al quale dovrebbero aderire tutti i vivaisti.

Nuove piante

La micropropagazione è un tecnica in vitro per la produzione di nuove piante nota dagli anni ’70. Tuttavia, è piuttosto recente la messa a punto di protocolli e tecnologie, che ne consentono l’applicazione per il vivaismo olivicolo. Ne ha parlato Maurizio Lambardi del CNR-FI, che ha illustrato i vantaggi della micropropagazione sia in termini di risparmio di spazio che di quantità e sicurezza fito-sanitaria del materiale di propagazione.

Sono state proposte nuove formulazioni di zeatina meno costose, substrati a basso impatto ambientale per la radicazione, si è migliorato il tasso di proliferazione degli espianti di olivo. «E la ricerca non si ferma - ha aggiunto Lambardi - ci sono, ad esempio, interessanti prospettive per la tecnologia in coltura liquida per immersione temporanea in bioreattore».

La micropropazione negli oliveti superintensivi

In passato, uno dei freni alla diffusione della micropagazione per produrre piante di olivo era costituito da presunti problemi di entrata in produzione e produttività una volta messe le piante a dimora in campo. Su questo aspetto si è concentrata la presentazione di Enrico Maria Lodolini del CREA-OFA di Roma, che ha presentato risultati di recenti sperimentazioni da lui condotte in Spagna e in Italia, da cui emerge che questi timori sono infondati. Anzi, gli olivi micropropagati sembrano avere caratteristiche dell’apparato radicale e della parte aerea molto adatte per nuovi oliveti ad alta e altissima densità.

Innovazione nel vivaismo olivicolo

Andrea Vitale, agronomo consulente di importanti aziende vivaistiche, ha mostrato alcune soluzioni tecniche innovative per ottimizzare la produzione di olivi in vivaio sulla base della sua ampia esperienza professionale. Infine, Oriano Cappelletti, responsabile tecnico della Vitroplant S.r.l., azienda specializzata nella produzione di materiale vivaistico in vitro, ha illustrato il catalogo varietale, i dati produttivi e le tecnologie adottate per la micropropagazione di olivi dall’azienda.

Gli approfondimenti sul tema saranno affrontati su Olivo e Olio di gennaio 2022

Il rilancio dell’olivicoltura parte dal vivaismo - Ultima modifica: 2021-11-17T11:28:45+01:00 da Barbara Gamberini

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