Piantare nuovi oliveti significa avere fiducia nel futuro della filiera, sapere che tipo di oliveto realizzare e disporre dei materiali necessari. Giusto un anno fa lo Speciale di Olivo e Olio ha affrontato il tema delle tipologie di impianto (n. 1 - 2020). In questo numero ci si concentra sulla produzione di piante. Il vivaismo olivicolo italiano vanta numeri di tutto rispetto, che alimentano una quota consistente di esportazioni. Nel 2020/21 si stima una produzione di circa 8,3 milioni di piantoni di categoria CAC (norma di qualità in esecuzione del Reg. UE 2020/177) prevalentemente localizzata in Sicilia, Toscana, Puglia e Calabria, che da sole coprono l’89% di tale produzione. Il 75% degli olivi prodotti è autoradicato, il rimanente 25% da innesto.
Ancora irrisoria l’incidenza della micropropagazione anche se le remore per tale tecnica appaiono superate, come ben spiegato nell’esauriente articolo di Rugini e Zuccherelli in questo Speciale. Ci sono i presupposti affinché la micropropagazione possa decollare in quanto tecnica più adeguata a produrre olivi certificati in tempi rapidi e soddisfare la sostenuta domanda di mercato.
Strettamente connesso alla disponibilità di materiale vivaistico e punto di forza del settore italiano è il patrimonio varietale. L’Italia è il paese con il maggior numero di varietà al mondo.
Nel Registro Nazionale sono censite 735 accessioni in rappresentanza di 537 varietà. Di queste, 233 accessioni e 159 varietà sono riconosciute nell’ambito del Servizio Nazionale di Certificazione Volontaria QVI, i cui Centri di Moltiplicazione sono in Abruzzo, Toscana e Puglia. Numeri che da soli spiegano la ricchezza del germoplasma italiano e consentono ampia libertà di scelta agli imprenditori che si accingono a piantare oliveti.
Oltre al materiale autoctono tradizionale ci sono nuove accessioni brevettate, varietà in corso di brevetto, programmi di miglioramento genetico, ricerche in corso per valutare il grado di tolleranza alla batteriosi da Xylella di diversi cloni di “Leccino”, la varietà più tollerante insieme alla Favolosa. Tra le novità anche un clone brevettato di “Leccino” autocompatibile (vedi n. 4 - 2018), recentemente commercializzato dal CO.Ri.PRO., selezioni ed incroci di varietà italiane per l’altissima densità (vedi n. 4 - 2017; n. 2 - 2019), nuove varietà per la destinazione da mensa (n. 6 - 2017).
La necessità di nuovi impianti è stata recepita anche dai P.S.R. delle varie Regioni, che hanno ulteriormente stimolato gli investimenti. Questo in parte spiega le tante iniziative, alcune su ampia scala molte altre su piccole superfici, attivate in tutto il territorio nazionale. In ogni caso è bene scegliere materiale di qualità, rispondente alle vigenti norme in materia di certificazione volontaria, da piantare in zone vocate per i diversi genotipi. A supporto dell’attuale delicata fase (ma assai promettente per le prospettive che può generare) l’elevata professionalità degli operatori vivaistici pronti a soddisfare le richieste del mercato e le esigenze di una moderna olivicoltura.
L’articolo è pubblicato su Olivo e Olio n. 1/2021
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