Olio di sansa, vocazione alimentare e sostenibilità

olio di sansa
L’assemblea annuale degli imprenditori del gruppo Olio di sansa di Assitol ha visto la riconferma del presidente Michele Martucci e delineato per il comparto le linee strategiche per i prossimi anni

Una serie di azioni per il rilancio del settore, da promuovere anche in Europa, dove l’Italia ricoprirà la presidenza della federazione europea. L’Assemblea annuale del Gruppo sansa di Assitol, l’Associazione italiana dell’industria olearia, ha confermato alla presidenza Michele Martucci, condividendo le linee strategiche per rafforzare il comparto, segmento essenziale della filiera olivicolo-olearia.

Dal frantoio l’olio di sansa

La sansa è un sottoprodotto della lavorazione delle olive in frantoio, impiegata per produrre olio alimentare e, di recente, biomasse. Quello che si potrebbe considerare uno “scarto”, nell’ottica dell'economia circolare è valorizzato delle aziende che lavorano la sansa producendo un olio destinato all’alimentazione e, in aggiunta, un combustibile di origine vegetale, con grande vantaggio per l’ambiente.

In particolare, l’olio di sansa funziona da “apripista” per l’olio d’oliva nei nuovi mercati, soprattutto in Asia e, in generale, nei Paesi non ancora abituati al gusto dell’extravergine. Lo confermano anche i dati dell’Associazione sull’export nel 2019, pari a quasi 35mila tonnellate di olio venduto sui mercati internazionali.

Michele Martucci«Per i prossimi anni, intendiamo valorizzare al massimo la nostra vocazione alimentare – spiega Martucci – sono tanti gli studi che dimostrano le benefiche proprietà nutrizionali dell’olio di sansa d’oliva, componente della stessa famiglia dell’extra vergine, con il quale condivide la forte presenza di grassi monoinsaturi, i cosiddetti “grassi buoni”, e la presenza di sostanze bioattive utili come antiossidanti».

Al riguardo Assitol ha anche promosso alcune ricerche, ora in via di elaborazione, in collaborazione con Innovhub - Stazione sperimentale per le industrie degli oli e dei grassi, con il Consiglio per la ricerca per l’agricoltura e l’analisi in economia agraria, con l’Istituto Ortopedico Rizzoli e, infine, con alcuni Atenei italiani. L’obiettivo è l’individuazione di nuovi composti e nuovi processi per l’impiego alternativo della sansa.

Biomasse dell’olivo, risorse poco utilizzata

All’Italia spetterà a breve anche la presidenza dell’Eurolivepomace, la federazione europea del sansa e dei sottoprodotti dell’oliva. Anche in Europa Assitol intende promuovere una politica di investimenti in ricerca e sviluppo incentrati sulle biomasse dell’olivo, ancora poco valorizzate. «Dobbiamo puntare sull’innovazione, per rendere più competitive le nostre imprese – osserva il presidente del Gruppo sansa – collaborare tutti insieme a Bruxelles è la strada per rendere più forte il settore».

“Food first”, dunque, e innovazione, senza dimenticare la sostenibilità, scelta strategica che il settore ha compiuto da tempo. «Il sansificio – ricorda il presidente Martucci – è un esempio consolidato di economia circolare: riutilizziamo i residui della spremitura delle olive per produrre olio e reimpieghiamo le sanse disoleate per la produzione di energia termica, a basso impatto ambientale, che le nostre stesse aziende utilizzano al loro interno senza alcun sostegno statale. La nostra è una filiera virtuosa, che lavora a favore della sostenibilità e delle agroenergie». La produzione di elettricità in cogenerazione, infatti, ha consentito alle aziende di ridurre il quantitativo di CO2 emessa in atmosfera.

Olio di sansa, vocazione alimentare e sostenibilità - Ultima modifica: 2020-05-27T13:45:02+02:00 da Barbara Gamberini

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