Potatura dell’olivo, il metodo COLP

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Leonardo Imbimbo presenta il libro “Potatura dell’Olivo- Metodo Colp” dove è illustrato questo nuovo sistema di allevamento dell'olivo.
La potatura dell’olivo è una pratica agricola fondamentale per il mantenimento di una pianta sana e per favorire una buona produzione di olive e facilitare la raccolta
Leonardo Imbimbo
Leonardo Imbimbo.

Il metodo COLP è stato sviluppato dall’agronomo Leonardo Imbimbo, che dopo anni di osservazione, studi e prove in campo ha voluto coniugare le sue esperienze in un metodo di potatura nuovo, accompagnato dalla pubblicazione del manuale “Potatura dell’Olivo - Metodo COLP”.

Il metodo COLP (Conoscenza, Osservazione, Lettura, Potatura) è una tecnica di potatura che unisce diverse forme di allevamento dell’olivo (monocono, vaso policonico, globo ecc) insieme alla legatura della pianta. Questa forma di allevamento cespugliata piramidale ha come obiettivo la creazione di un equilibrio vegeto produttivo tra tutte le parti della pianta cercando di rendere più performante lo scenario olivicolo attuale.

COLP: Conoscenza, Osservazione, Lettura, Potatura

L’acronimo COLP racchiude i principi su cui si basa questa tecnica di potatura.

  • Conoscenza, alla base deve esserci un sapere riguardo la pianta di olivo e la sua fisiologia. Per decidere come meglio agire sulle diverse porzioni di pianta dobbiamo conoscere le età di sviluppo della pianta (giovinezza, entrata in produzione, produttiva, adulta e senescente) e quali sono le necessità della pianta nei vari stadi al fine di equilibrare gli aspetti vegeto produttivi.
  • Osservazione, prima di qualsiasi intervento è necessario osservare che tipologia di pianta abbiamo davanti, se si tratta di olivi secolari, olivi di giovane età, piante potate annualmente o piante abbandonate. A seconda delle casistiche saranno attuate metodi specifici di potatura (allevamento, produzione o riforma).
  • Lettura, è l’ultima fase prima di iniziare a potare. Corrisponde a girare intorno alla pianta, guardando dall’alto verso il basso, capire se ha prodotto o meno, se è in equilibrio vegeto produttivo o se vi sono degli errori sull’aspetto diametrale. Questo ci permette di capire quali sono le zone di taglio su cui intervenire in modo da rendere l’intervento breve e efficace.
  • Potatura, la tecnica parte da una suddivisione e nomenclatura molto precisa di tutte le parti della pianta: cima e procima, palco alto e palco basso. Questa suddivisione aiuta meglio a definire le zone su cui intervenire a seconda dello scopo della potatura.

«Il metodo punta a denudare l’interlocutore da emozioni e azioni soggettive. L’olivo ha bisogno di fare poco ma fatto bene, se una pianta ha avuto dei traumi ambientali o carenze nutrizionali, non potarla. Prima di andare a potare dobbiamo essere sicuri che questa sia in un suo impeto vegeto produttivo, sennò la andiamo a traumatizzare e, quindi, non diventa costruttivo né dal punto di vista economico né da quello estetico» – ci spiega Imbimbo.

Influenze diverse a creazione del metodo

La messa a punto di questo metodo è stata sviluppata attraverso l’utilizzo di diverse tecniche di potatura utilizzando concetti propri dell’olivicoltura così come alcuni più tipici della viticoltura. Ad esempio, nella suddivisione della pianta in parti si parla di cima e procima, concetto del mono cono di Fontanazza, metodo che Leonardo Imbimbo ha avuto modo di provare negli anni ’90 campendone potenzialità e limiti.

L’altro aspetto alla base del metodo è quello della determinazione dei rapporti di forza indotti dalla luce solare non solo per lo sviluppo della pendaglia produttiva, ma anche per la parte scheletrica. La luce solare influisce sulla produzione di succhioni e di vegetazione, aspetto risolto dal metodo COLP tramite l’utilizzo della legatura, attinto dal mondo della viticoltura, per chiudere finestre di luce indesiderate. D’altra parte, la luce solare conferisce più vigoria rameale, che si traduce in una maggiore produzione. Questo ha portato alla suddivisione della pianta a seconda di rapporti diametrali scalari dal basso verso l’alto.

«Tutte queste osservazioni mi hanno portato negli ultimi anni alla costituzione di una forma di allevamento che è più simile alla natura della pianta», continua Imbimbo.

Cicli di potatura

Parlando di una potatura di produzione per piante allevate secondo il metodo COLP, l’obiettivo è ridurre la quantità di materiale da potare a un 15-20% della chioma portante della pianta. Si lavora a cicli annuali per parti di pianta, predisponendo gli interventi che dovranno essere fatti a cicli di due o tre anni.

Questo ti consente di ridurre molto i tempi ma ha anche un aspetto fondamentale che ci ha spiegato Leonardo Imbimbo: «La manodopera che abbiamo a disposizione oggi è altamente poco specializzata, la suddivisione della potatura in cicli diversi in cui ci si focalizza su parti di pianta specifiche può rappresentare un aiuto per chi dovrà svolgere il lavoro».

Per quanto riguarda invece i tempi di esecuzione di una potatura di allevamento secondo questa tecnica è stato stimato che per una potatura di produzione i tempi di potatura si aggirano intorno ai 10-15 minuti a pianta.

Il risultato è una forma di potatura che punta ad assecondare il naturale habitus vegetativo dell’olivo, dove ogni parte di pianta è in equilibrio per conferire migliore stabilità produttiva.

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Potatura dell’olivo, il metodo COLP - Ultima modifica: 2023-12-11T11:30:57+01:00 da Barbara Gamberini

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